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Oui, c'est moi
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| Grazie ad un'offerta di Sky, lo abbiamo visto ieri sera. E' il primo film a regia di Paola Cortellesi (anche coautrice della sceneggiatura), ambientato poco dopo la Seconda Guerra Mondiale. Girato in un bianco e nero efficacissimo per tornare indietro di tanti anni. Delia (Paola Cortellesi) è la mamma di 3 figli, sposata con il violento Ivano (un Valerio Mastandrea da brivido): la storia segue alcuni giorni di questa famiglia, tra i lavori di Delia, il mondo umile di una Roma post bellica, con le file per la pasta, i soldati americani per le strade, le chiacchiere in cortile e il fidanzamento della figlia grande di Delia. Non oso raccontarvi molto altro della trama, per non lasciarmi sfuggire spoiler. E' un film che a me ha messo addosso una grande rabbia al pensiero di come tante donne dovevano sopportare violenze fisiche e psicologiche, ma anche una grande carica di rivalsa positiva. Mi hanno un po' spiazzato alcune scene delle percosse di Ivano su Delia, che sono state girate come se fossero una danza; ci ho visto il sentimento che forse una volta c'è stato fra loro due, ma che poi ha deviato verso altri tipi di strette. E' un bel film, che non solo nella denuncia della violenza domestica ha il suo fulcro, ma anche nella sorellanza fra donne. Azzeccata la scelta delle musiche, che sono moderne a totale contrasto con l'epoca in cui si svolge il film.
Non amo dire che un libro o un film sono DA VEDERE per il messaggio che portano, ma ecco, non sarebbe male, che questo film fosse visto da più persone possibili.
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