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Perché ci attirano le serie?, Proposta di discussione di Romanzi.it

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view post Posted on 20/8/2022, 20:28

Giornata di sole

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Alla luce della scelta di Lulysa e delle altre proposte che ho letto nel thread lancio questo spunto: perché siamo così fortemente attratti da tutto quello che è "tanto"? Perché una trilogia, una tetralogia, una saga o una serie ci sembrano ormai più importanti di un'opera singola?

Chiaro, si approfondisce un tema. Ma non è che molte di queste lunghe narrazioni sono alla fine un prolungamento dello stesso tema (non un approfondimentio vero e proprio) con l'obiettivo di creare affezione e dunque di vendere di più?

Non è che tornando ai film e ai libri singoli avremmo la possibilità, con lo stesso tempo dedicato, di fare molte più esperienze e scoperte? E dunque non è che cadere sempre nelle stesse storie (vale anche per la scelta di un genere che diventa esclusiva) è solo una forma di pigrizia, la necessità di avere maggiori sicurezze, una lieve mancanza di coraggio?

Ovviamente le domande sono provocatorie con l'obiettivo di stimolare una riflessione.
 
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view post Posted on 21/8/2022, 07:25
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Oui, c'est moi

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Mi sono permessa di creare una discussione a partire da una serie di domande proposte da Romanzi.it perché mi sembrava l'occasione per una bella chiacchierata e nel 3d in cui erano state scritte avrebbero perso di visibilità

Interessanti domande, grazie per averle proposte,
meritano una risposta articolata e da cell finisce che mi faccio venire il tunnel carpale a furia di scrivere la mia risposta, quindi mi riservo di farlo al pc in giornata ^_^
 
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view post Posted on 21/8/2022, 10:07
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Grandinata estiva

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Credo che poi alla fine si tratti del classico serpente che si morde la coda.
Indubbiamente le serie interessano i lettori ma hanno iniziato a proliferare nel momento in cui l'editoria si è resa conto che moltiplicando una storia per 3, per 4 o per 6 sarebbero ovviamente lievitati i profitti senza peraltro bisogno di un maggiore sforzo a livello creativo.
Si trattava del classico uovo di Colombo, del resto il romanzo d'appendice aveva mostrato già in tempi non sospetti come il pubblico amasse le storie a puntate.
Purtroppo viviamo tempi in cui tutto è spinto all'esasperazione, e si è certamente esagerato.
Penso ad esempio alla serie di De Giovanni sul commissario Ricciardi, 12 romanzi quando probabilmente ne sarebbero bastati 4 o 5 sia come numero di pagine che come storie tanto più che a metà strada le vicende personali dei personaggi hanno preso decisamente il sopravvento sulla parte investigativa che poi paradossalmente era quella più originale.

La sensazione personale è che da qualche anno una discreta fetta di lettori abbia iniziato ad avere a noia le serie letterarie dure e pure, anche perché a lungo andare nessuno gode nell'essere spolpato, e l'editoria ha furbescamente tirato fuori dal cilindro la serie composta da romanzi fondamentalmente autoconclusivi...in pratica un'escamotage per salvare capra e cavoli e non dover rinunciare alla classica gallina dalle uova d'oro, perché poi alla base di tutto c'è sempre il Dio denaro che muove i fili.
 
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view post Posted on 21/8/2022, 10:14
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Grandinata estiva

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Secondo me dipende da tante cose.
A volte ci affezioniamo a un personaggio e abbiamo voglia di leggerne ancora. Per es. a me è sempre stata simpatica Miss Marple e ho letto diversi gialli di Agata Christie perché mi piaceva seguirla. A volte invece ci affezioniamo a un'ambientazione e ci piace tornarci anche se in storie ripetitive. Quanti viaggi ho fatto lungo le Quattro Terre accompagnando qualche discendente della casata di Shannara! E quanti per mare nei libri di Conrad.

Più che una forma di pigrizia la vedo un po' come cercare una "confort zone" dove sappiamo di stare bene e dove ci piace ritornare.
 
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view post Posted on 21/8/2022, 10:30
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Tempo da lupi

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E' una riflessione che mi sono posta anche io varie volte, storie che vengono trascinate e spolpate ma che perdono inevitabilmente di curiosità, spunti e novità e diventano noiose...libri, come film, come serie tv...
E' anche vero che qualunque nuovo episodio di una mia saga preferita non me la perdo ( tipo gli Alien o X -Men, di cui l'ultimo episodio è veramente inutile) sento quasi un attrazione affettiva e di fedeltà verso di loro..però ragionandoci è proprio vero che la quantità non è sempre qualità
 
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Mara_z
view post Posted on 21/8/2022, 10:44




CITAZIONE (.Shinobu. @ 21/8/2022, 11:14) 
Più che una forma di pigrizia la vedo un po' come cercare una "confort zone" dove sappiamo di stare bene e dove ci piace ritornare.

Esattamente.
 
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view post Posted on 21/8/2022, 19:37
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Oui, c'est moi

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CITAZIONE (Romanzi.it @ 20/8/2022, 21:28) 
perché siamo così fortemente attratti da tutto quello che è "tanto"? Perché una saga o una serie ci sembrano ormai più importanti di un'opera singola?

Personalmente non è che ritengo più importante una serie rispetto ad una singola opera, mi piacciono entrambi i tipi di narrazione. Non si tratta di attribuire un maggior valore all'uno o all'altro, è che se una serie ti piace per via dei personaggi e della storia e dell'ambientazione, desideri averli sempre a portata di libro/film/serie TV perchè "ci stai bene", è come un tornare a casa, per lo meno è quello che succede a me, per esempio leggendo Montalbano; conosco le strade, la casa a Marinella, lo scoglio preferito, Gallo e Galluzzo, aspetto che Catarella apra la porta facendo il solito casino del diavolo, è come ritrovare degli amici con cui stai bene.

CITAZIONE (Romanzi.it @ 20/8/2022, 21:28) 
Chiaro, si approfondisce un tema. Ma non è che molte di queste lunghe narrazioni sono alla fine un prolungamento dello stesso tema (non un approfondimentio vero e proprio) con l'obiettivo di creare affezione e dunque di vendere di più?

Io centellino le serie libresche, per non trovarmi sguarnita, andare in "crisi di astinenza" da mancanza di libro; e centellinandole facendo passare mesi tra l'una e l'altra, non avverto le ripetizioni che poi immagino possano esserci. Non mi tange più di tanto l'ipotetico allungamento del brodo; il rischio che posso correre è solo quello del "non trovarmi più bene" con i personaggi, cosa cmq rara per me. L'autore deve stravolgerli pesantemente per farmi smettere una serie e poi e poi.
Non leggo con in testa l'idea che l'intento è quello di creare affezione e quindi vendere. Se crei un prodotto che a me piace, sono ben contenta di spendere i miei soldi. Mi affeziono a quei personaggi/storia? Bene! Si vede che hanno fatto un buon lavoro! Se la qualità del prodotto rimane inalterata, non vedo perchè smettere solo perchè sono alla sesta stagione.



CITAZIONE (Romanzi.it @ 20/8/2022, 21:28) 
Non è che tornando ai film e ai libri singoli avremmo la possibilità, con lo stesso tempo dedicato, di fare molte più esperienze e scoperte? E dunque non è che cadere sempre nelle stesse storie (vale anche per la scelta di un genere che diventa esclusiva) è solo una forma di pigrizia, la necessità di avere maggiori sicurezze, una lieve mancanza di coraggio?

Non credo, e parlo sempre per me, eh! Dicevo, non credo che si tratti di pigrizia o di mancanza di coraggio. Se leggessi/vedessi qualcosa per pigrizia, sarebbe una soddisfazione illusoria, se leggo/vedo qualcosa è perchè lo voglio non perchè "tanto l'ho iniziato e ora devo finirlo". A me piacciono le opere singole tanto quanto quelle seriali, mi piace scoprire cose nuove così come riaprire l'uscio di una casa che conosco già

Spero di essermi spiegata bene :pleeze: e grazie per le belle domande che avete proposto :manyhearts:
 
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view post Posted on 21/8/2022, 19:57
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Frinfrunfràn

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Dico anche io la mia: potrebbe essere che i personaggi che popolano le serie abbiano anche un po' la funzione di sostituire i rapporti interpersonali reali? Piuttosto che passare la serata con uno sconosciuto, rischiando di stufarmi o magari anche spaventarmi, meglio il caro vecchio amico, con cui so che, anche se non mi diverto alla follia, parlo di cose che m'interessano e di sicuro non mi mette le mani addosso. Il che equivale a "piuttosto che perdere la serata a guardare un film del ca##o, meglio andare sul sicuro, che sia Montalbano o Ricciardi". Mi viene in mente, per portarla all'estremo, la protagonosta di Misery non deve morire.
I personaggi diventano amici intimi che fanno parte della vita dello spettatore, e talvolta, come gli amici, vengono a noia, ma forse più raramente di quelli veri. Con i personaggi non puoi litigare, nè offenderti.
 
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view post Posted on 23/8/2022, 13:55
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Giornata di sole

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Ciao a tutti ^_^
da quanto tempo non rispondo ad un forum che emozione.
E' molto interessante la domanda che posta come titolo e la riflessione che l'autrice della discussione a fatto.

Per quanto mi riguarda, posso risponderti che mi appassiono alle serie (libri, film o serie TV stesse) quando ne sono coinvolta empaticamente ed emotivamente ma non solo dalla trama e dai personaggi, ma anche per come la scrittrice o lo scrittore racconta il fatto.

Ad esempio prendo a caso, anche se non troppo, il classico dei classici della saga di Harry Potter, che trovo geniale come racconto per vari punti di vista (che non sto qui ad elencare in quanto non è il post adatto).
Ho letteralmente divorato i suoi libri, sia per le tematiche che l'autrice ci voleva trasmettere ma anche per la scelta stilistica del racconto, insomma sembra che i libri stessi stiano crescendo con il protagonista e questo mi ha molto attirato.

Daniela

Riprendo la discussione per dare una risposta più generale. Ritengo anche io che non centri il fatto che le persone vogliano qualcosa di più "leggero" rispetto ai malloppi classici come la "Divina Commedia" per intenderci. Anche se questa è la tendenza e sono la prima a ricercarla. Ma mi accontento anche del singolo libro più che la serie.

Penso che la ricerca della serie sia come una ricerca di un "nido sicuro" dove il lettore possa rilassarsi evadendo dalla dura realtà, ma non ad occhi chiusi sapendo bene o male come la trama proceda. Non avendo sorprese.

Oppure perchè l'autore della saga (film, telefilm, romanzi o altro) inserisce la classica storia romantica tormentata in cui forse i due protagonisti vivono "felici e contenti" alla fine della millecentesima serie. :P E personalmente io sono una di quelle che si fa coinvolgere da questo che sia romanzo che poliziesco ^_^
 
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feisty
view post Posted on 25/8/2022, 07:56




Io non direi che le serie sembrano più importanti dell'opera singola, se guardo ai libri che hanno segnato la mia vita non ci sono serie (eccezion fatta per Trollope, dove però i collegamenti tra i vari libri sono molto più discontinui che nelle serie moderne. E Dumas... :wub: ).
Ma anche io sono una vittima delle serie. Vale anche per me il posto confortevole in cui ritrovare vecchie conoscenze. Un po' come i vecchi romanzi d'appendice (che poi come per Dickens sono diventati romanzi unici), che vedevano la famiglia riunita intorno al camino per sentire le novità sulla loro eroina.
In più c'è una certa garanzia di qualità minima, che con l'offerta enorme di questi tempi non è fattore da poco: piuttosto che rischiare con un titolo/autore magari strombazzato ma sconosciuto mi piglio l'ultimo della Guarrasi che vado più o meno sul sicuro. E magari stavolta la storia con Paolo ha avuto una svolta...
Goccia, la tua ipotesi, che sul rifuggire il rischio confina con la mia, può avere qualche fondamento, sicuramente è come dici per le serie TV.
 
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view post Posted on 25/8/2022, 08:07
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Hat designer

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CITAZIONE (Romanzi.it @ 20/8/2022, 21:28) 
Alla luce della scelta di Lulysa e delle altre proposte che ho letto nel thread lancio questo spunto: perché siamo così fortemente attratti da tutto quello che è "tanto"? Perché una trilogia, una tetralogia, una saga o una serie ci sembrano ormai più importanti di un'opera singola?

Chiaro, si approfondisce un tema. Ma non è che molte di queste lunghe narrazioni sono alla fine un prolungamento dello stesso tema (non un approfondimentio vero e proprio) con l'obiettivo di creare affezione e dunque di vendere di più?

Non è che tornando ai film e ai libri singoli avremmo la possibilità, con lo stesso tempo dedicato, di fare molte più esperienze e scoperte? E dunque non è che cadere sempre nelle stesse storie (vale anche per la scelta di un genere che diventa esclusiva) è solo una forma di pigrizia, la necessità di avere maggiori sicurezze, una lieve mancanza di coraggio?

Ovviamente le domande sono provocatorie con l'obiettivo di stimolare una riflessione.

Voi come la pensate a riguardo? Sono curioso perché io la penso al contrario, anche se vendono di più magari e il lettore ideale è il pubblico femminile (super ot: dove stai ad ascoltare per ore ma non capisci il punto).

Se possibile metto in relazione i romanzi d’appendice con le serie di oggi. Guardando le differenze è intuibile come le serie non siano viste di buon occhio, a me.
 
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view post Posted on 31/8/2022, 07:41
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Oui, c'est moi

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CITAZIONE (Gamberr @ 25/8/2022, 09:07) 
Voi come la pensate a riguardo? Sono curioso perché io la penso al contrario, anche se vendono di più magari e il lettore ideale è il pubblico femminile

Perché il lettore ideale è il pubblico femminile?

CITAZIONE (Gamberr @ 25/8/2022, 09:07) 
(super ot: dove stai ad ascoltare per ore ma non capisci il punto).

Non ho capito il nesso

CITAZIONE (Gamberr @ 25/8/2022, 09:07) 
Se possibile metto in relazione i romanzi d’appendice con le serie di oggi. Guardando le differenze è intuibile come le serie non siano viste di buon occhio, a me.

perché è intuibile?
 
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view post Posted on 31/8/2022, 08:17
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1e 2ipotesi
3 per il feedback, anche questa ipotesi(?), ai tempi se un episodio riceveva lamentele allora si faceva tesoro per coccolare il cliente/lettore e si correggeva il tiro. Avere un costante feedback è un bene, come tutte le cose. Oggi no, a parole sì, ma no. O comunque non nella stessa misura 🧐
 
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view post Posted on 11/9/2022, 09:18
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Grandinata estiva

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Io non amo le serie. Sarò una voce fuori dal coro ma mi infastidiscono proprio. Se mi capita per sbaglio di leggere un libro che fa parte di una serie devo necessariamente recuperare tutti i libri e leggerli uno di seguito all'altro, come se fosse un'opera unica... e se non sono ancora usciti tutti vado in paranoia. Preferisco quindi gli autoconclusivi. Per dirne una, amo Camilleri, ma non leggo le storie di Montalbano... almeno non finché c'era il rischio che ne scrivesse altre. Ora potrei farci un pensierino, ma dovrei avere tutti i libri sottomano e fare un full immersion a Vigata... non credo di sentirmi pronta.
 
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view post Posted on 13/9/2022, 17:43
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Oui, c'est moi

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Beh, anche io tendo a iniziare le saghe rigorosamente dall'inizio e se chessò le scopro che sono già al 7° libro, ecco, forse non mi viene voglia di leggermeli tutti e 7 solo per recuperare.
Su Montalbanno, capisco perfettamente, sono 20 anni e passa di Salvo&Co, passerebbe la voglia anche a me.
Scoccia da matti anche a me, quando l'autore tarda un sacco a finire i libri, forse è per quello che mi sono arenata con "Outlander" di Diana Gabaldon e non mi sogno di iniziare "Il trono di spade" di R.R. Martin. Temo che si porterà nella tomba il finale che avrebbe voluto
 
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16 replies since 20/8/2022, 20:28   284 views
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