Per la serie a volte, purtroppo, ritornano riecco Ryan Reynolds e Netflix con una nuova produzione del premiato genere fantascienza in salsa brillante dove la quota commedia dovrebbe essere appunto Reynolds a garantirla e allora siamo a posto.
Stavolta si è andati a riesumare un vecchio progetto del 2012 con Tom Cruise (non andato evidentemente a buon fine), Netflix ne ha acquisito i diritti e dal cappello a cilindro è uscito fuori un filmuccino inoffensivo dove le parti che dovrebbero far sorridere non ci riescono e quelle che vorrebbero commuovere in realtà fanno un po' ridere...quindi se vogliamo uno dei due obiettivi è, sia pure indirettamente, raggiunto.
Ora è abbastanza risaputo che nel ramo film (le cose nelle serie vanno decisamente meglio) non è che in quel di Netflix si brilli per originalità, le idee sono poche, ben confuse, e non bastasse le copiano pure.
Di conseguenza questo The Adam project saccheggia in ordine sparso Ritorno al futuro, E.T. e tanta altra robina anni 80 ma anche più recente tipo i Guardiani della galassia (e premetto di non seguire più di tanto il genere, magari ci sono altri riferimenti).
Tra l'altro negli ultimi si sta facendo largo una scuola di pensiero per cui nei film sia sufficiente menzionare i titoli dai quali si prende spunto per lavarsi la coscienza, in The Adam project vengono nominati genericamente i film degli anni 80... come dire abbiamo arraffato dove capitava.
Ma veniamo al dunque, alla ciccia, alla trama insomma:
Ci troviamo nel 2050 e Adam Reed decide di tornare indietro nel tempo, il suo è un progetto parecchio ambizioso perché desidera innanzitutto ritrovare l'amata Laura che è tornata indietro prima di lui e poi vorrebbe parlare col padre (che in pratica è un po' il creatore di questi viaggi nel tempo) per convincerlo a desistere dai suoi propositi, spiegargli che la sua invenzione porterà solo guai (che insomma non ci voleva Einstein per capirlo ma vabbè).
Purtroppo queste macchine del tempo devono essere ancora in palese rodaggio perché l'intento di Adam è di approdare nel 2018 e invece si trova come per incanto nel 2022.
Uno dice ma quattro anni cosa vuoi che sia, e invece no perché intanto in quel lustro scarso il padre è morto e poi lui ritrova se stesso a 12 anni...in sostanza funziona cosi, Adam torna al 2022 e ha 40 anni ma trova anche l'Adam di 12, oltre alla madre (il padre no perché come detto è defunto) che ha più o meno l'età del figlio (la versione quarantenne ovviamente, eh lo so nei film di fantascienza serve tanta fiducia).
L'Adam dodicenne per giunta è una bella faccia da schiaffi ( oddio non è che il quarantenne sia 'sta sventagliata di simpatia), vuole provocare i coetanei ma non ha il fisico e allora lo bullizzano.
Ad ogni modo i due entrano in contatto, empatizzano ( più o meno), uniscono le forze per combattere i cattivi ( regola numero uno mai provocare i cattivi nei film, specie in quelli di fantascienza) e ritrovano persino Laura che era andata nel 2018 ma avendo saputo che il suo uomo si trovava in difficoltà ( oltre ai viaggi nel tempo qualcun'altro evidentemente si era dato da fare anche con la lettura del pensiero a distanza) si era tempestivamente spostata nel 2022 per dargli manforte.
A questo punto però bisogna trovare il padre ed allora ecco che i due Adam si spostano nel 2018, sempre con i cattivi negli specchietti ma almeno diventano in tre ( ed il padre se possibile è più sconsiderato dei figli).
Che aggiungere, i film di fantascienza sono atti di fede da sempre, ci sta insomma che uno ( specie non esperto come me) ci capisca poco e comunque non mi sembra questo il problema quanto semmai l'essere opera assolutamente impalpabile, se ha un merito è al massimo il non pretendere di lasciare chissà quale messaggio (e ci mancava pure).
Per il resto buono, forse, per adolescenti al di sotto dei 12 anni, per indefessi nostalgici degli anni 80, o come divertissement mentre si passa la scopa elettrica...tanto non sono i dialoghi, diciamolo, il punto di forza del film.
