CITAZIONE (lola92 @ 9/1/2022, 10:43)
Comunque è interessante vedere come i gusti siano differenti.
Ad esempio, massy64, La famiglia Winshaw di Jonathan Coe l'ho trovato per tanti versi geniale, però mi ha lasciato un tale senso di nichilismo che ho cercato di dimenticarlo il più possibile.
Ma è assolutamente così, e lo trovo normale perché diversamente vorrebbe dire aver avuto un approccio al libro distaccato.
La famiglia Winshaw è un romanzo che io definirei addirittura visionario perché ci spiega come siamo diventati e non è facilmente ricevibile come messaggio, almeno non senza prendere coscienza che non abbiamo fatto nulla per evitare di arrivare ad essere ciò che siamo oggi.
Io sento tanto gente (a volte il primo sono io a dire la verità) lamentarsi, gridare allo scandalo, appellarsi al Giuramento di Ippocrate quando un medico ci spiega che forse nel suo ospedale si dovranno scegliere quali persone salvare e quali no (magari viene detto in modo edulcorato, ma il senso è quello).
Tutto questo è figlio degli anni descritti da Coe nel suo romanzo, quando la sanità pubblica veniva depotenziata, creando di fatto le basi per una sperequazione economica di cui oggi vediamo gli effetti perché se devi fare una colonscopia urgente e non hai i mezzi economici che ti consentano di effettuarla in privato potresti dover aspettare mesi, perché non ci siamo inalberati come adesso?
In questo senso provare una punta di smarrimento trovo che sia del tutto normale cosi come voler affrontare magari una lettura di maggior evasione, ci sta assolutamente.
Però ecco mi sento di affermare che oggi, soprattutto oggi, leggere La famiglia Winshaw è qualcosa di estremamente istruttivo, se non altro per prendercela magari con le persone giuste...ed anche un po' con noi stessi e questo vale evidentemente per chi li ha vissuti quegli anni.