Le cose che odiate in un libro

Non mi piacciono i libri brutti, scritti male, anche se magari hanno una trama originale. Intendo quelli in cui i dialoghi sembrano appartenere a un mondo in cui solo l'autore si ritrova: palesemente finti, forzati, e in cui le descrizioni si affollano di aggettivi e avverbi inutili. Odio le similitudini vecchie come il mondo ma adoro quelle originali (difficile come un enigma contro difficile come pascolare un gregge di gatti... chi vince?). Mi piacciono gli autori che pur dilungandosi persi nella loro narrazione sanno lasciare spazio all'immaginazione del lettore. Siamo o no capaci di immaginarci l'interno di un locale se l'autore me lo descrive "lo specchio dietro al banco raccoglieva parte del riverbero stradale e scintillava nell'oscuritą come un miraqgio. Al banco pochi bevitori solitari,dietro di loro il maitre, con il nodo della cravatta allentato e i polsini rovesciati a mostrare i polsi pelosi, parlava con il barista. L'aria era satura dell'odore delle salsicce e cipolle fritte. Tutto come sempre." Fa capire pił di quello che dice secondo me. Il locale č prossimo alla chiusura, o forse all'apertura, non č sicuramente un locale di lusso, il narratore lo conosce molto bene.
e mi piacciono le storie lineari, anche con molti personaggi ma che non iniziano venti storie eterne per poi convergerle in una sola quando non mi ricordo pił cosa faceva uno o l'altro. di solito bastano dieci righe per accorgersi se un libro č scritto bene, e dieci pagine per capire se la storia sarą avvincente. Difficile che vada avanti oltre questo limite se non mi ha convinto, difficile che lo molli se lo ha fatto.