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Stevenson, Robert Louis - La freccia nera

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view post Posted on 28/3/2016, 07:00
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Nevischio

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Trama
L'inghilterra è squassata dalla Guerra delle due Rose e Lord Brakley ne ha approfittato per accumulare titoli e ricchezze. Un giorno dalla boscaglia una freccia nera uccide uno dei suoi sottoposti, consegnado contemporaneamente un messaggio: Lord Brakley e i suoi luogotenenti sono minacciati di morte, per punirli della morte del padre del giovane Richard Shelton, di cui Lord Brakley è tutore. Richard decide così di indagare sul suo passato, uscendo così dalle grazie del suo protettore. Comincia per lui una serie di peripezie che lo porteranno a conoscere chi si cela dietro alle misteriose frecce nere che terrorizzano la zona.

Recensione

Di Stevenson avevo letto solo L'Isola del tesoro, che ho trovato sicuramente migliore de La Freccia nera, ma sono anche passati una ventina d'anni, quindi prendete questo paragone con le pinze. Inanzitutto consiglio una ripassata preliminare alla guerra delle due rose, io mi son trovato benissimo anche con la pagina di wikipedia; conoscere il contesto non è imprescindibile per la lettura del romanzo, ma sicuramente aiuta a capire il clima e le dinamiche in cui si inserisce: in quegli anni Lancaster e York lottavano e si alternavano continuamente alla guida del regno, determinando anche la sorte dei faudatari, per cui, i feudi cambiavano signore continuamente, tanto che la gleba stessa stentava a tenere il conto (come il libro mostra bene nel prologo); le posizioni erano altamente instabili, la buona stella dei signorotti poteva sorgere e tramontare nell'arco di un battibaleno, per cui tutti cercavano di sfruttare al massimo il momento propizio, accumulando ricchezze, eliminando avversari, vessando la popolazione e ingaggiando frequenti battaglie; la lealtà al proprio signore era altrettanto ballerina e i cambi fazione all'ordine del giorno, determinati soprattutto da valutazioni sulla situazione politica e scelte di comodo. Quindi sarebbe bene dare una scorsa anche veloce alle vicende storiche, che in ogni caso vi faranno comodo se avete Shakespeare nella tbr.

La narrazione è ovviamente magistralle, contiene il giusto equilibrio tra azione, dialoghi e descrizioni, ma devo dire che a livello strutturale è presente qualche passaggio "stridente", in cui il protagonista Dick muta il suo status e il suo rapporto con gli altri personaggi nell'arco di pochi secondi (non posso dire di più senza spoiler). Il romanzo presenta una serie numerosa e variegata di situazione avventurose: taverne, fughe per il bosco, assalti al castello, navigazioni per mare, travestimenti e infiltrazioni, complotti di corte e molto altro. Le battaglie scalano lungo la storia divenendo sempre più importanti: dal duello alla schermaglia, fino a battaglie con veri e prori eserciti.

Interessante come è stato trattato il protagonista Richard "Dick" Shelton. Egli è chiaramente caratterizzato dal candore e la sventatezza della giovane età, ma durante il suo percorso si macchia di non pochi crimini: uccide più volte , ruba, tradisce, mente; tutto ciò lo fa quasi istintivamente, senza porsi dubbi morali e senza giudicarsi con lo stesso metro con cui giudica i propri nemici. Eppure, nonostante tutti gli omicidi e i soprusi commessi, è sempre guidato da un codice cavalleresco a cui mai verrebbe meno, anche a scapito di tutte le convenienze e le giustificazioni. Non siamo quindi di fronte a un romanzo di formazione, ma a un romanzo cavalleresco, in cui il ragazzo dall'inizio alla fine mantiene un comportamento da sir (benché solo alla fine gli verrà conferito tale titolo). Codice cavalleresco che Stevenson critica abbastanza esplicitimante per bocca del vecchio capitano Arblaster: per raggiungere i suoi scopi Dick lo ha derubato di tutto, rovinandogli per sempre la vita; in seguito si troverà nella posizione di avergli salva la vita, rinunciando a incredibili ricchezze, cosa che il suo onore gli impone di fare. Ma non c'è traccia di perdono negli occhi del vecchio marinaio, a che vale una vita tanto miserabile? Non era forse meglio la forca che quell'esistenza di sofferenza? Dick non si dà risposta a questa domanda, e continua le sue avventure combattendo, combattendo e uccidendo, sempre al servizio di qualcuno; perché "un uomo degno di questo nome dovrà pur combattere da un lato o dall'altro degli schieramenti". Dick non ha idee politiche e non sa cosa sia meglio per il paese, lotta in quanto cavaliere o aspirante tale, per un bisogno quasi esistenziale di mettere la sua spada al servizio di un lord.
 
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view post Posted on 28/3/2016, 19:51
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Spalatore di nuvole

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Linkato, archiviato e modificato titolo (Jack, ho tolto quello in inglese, una ridondanza a ben vedere).^^
 
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