| Altra poesia che trovo bellissima, Invernale di Gozzano.
"...cri...i...i...i...icch"... l’incrinatura il ghiaccio rabescò, stridula e viva. "A riva!" Ognuno guadagnò la riva disertando la crosta malsicura. "A riva! A riva!..." un soffio di paura disperse la brigata fuggitiva
"Resta!" Ella chiuse il mio braccio conserto, le sue dita intrecciò, vivi legami, alle mie dita. "Resta, se tu m’ami!" E sullo specchio subdolo e deserto soli restammo, in largo volo aperto, ebbri d’immensità, sordi ai richiami.
Fatto lieve così come uno spetro, senza passato più, senza ricordo, m’abbandonai con lei nel folle accordo, di larghe rote disegnando il vetro. Dall’orlo il ghiaccio fece cricch, più tetro... dall’orlo il ghiaccio fece cricch, più sordo...
Rabbrividii così, come chi ascolti lo stridulo sogghigno della Morte, e mi chinai, con le pupille assorte, e trasparire vidi i nostri volti già risupini lividi sepolti... Dall’orlo il ghiaccio fece cricch, più forte...
Oh! Come, come, a quelle dita avvinto, rimpiansi il mondo e la mia dolce vita! O voce imperiosa dell’istinto! O voluttà di vivere infinita! Le dita liberai da quelle dita, e guadagnai la riva, ansante, vinto...
Ella sola restò, sorda al suo nome, rotando a lungo nel suo regno solo. Le piacque, al fine, ritoccare il suolo; e ridendo approdò, sfatta le chiome, e bella ardita palpitante come la procellaria che raccoglie il volo.
Noncurante l’affanno e le riprese dello stuolo gaietto femminile, mi cercò, mi raggiunse tra le file degli amici con ridere cortese: "Signor mio caro, grazie!" E mi protese la mano breve, sibilando: – Vile!
Edited by Captain Trips - 16/9/2015, 13:08
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