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Cosa rimane, di ciò che leggiamo?

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…lorens…
view post Posted on 30/4/2015, 16:02




Cosa rimane, di ciò che leggiamo? Spulciando tra le passate discussioni - almeno quelle degli ultimi due anni - non ne ho trovata una relativa a questo tema. Se però così non fosse, lascio ai moderatori piena facoltà di spostare o cancellare il post.

Non sono un divoratore di libri, né tantomeno un lettore molto costante. Tuttavia, anche solo per una pura questione anagrafica, penso di aver sfogliato parecchie pagine, in vita mia. E mi son domandato spesso che cosa ricordassi, di tutto quel che ho letto. Perché la mia impressione è che mi sia rimasto comunque troppo poco.

La mia passione sono i classici. Ebbene, l’altro giorno, dando uno sguardo alla mia libreria, ho notato un titolo che neppure ricordavo di avere: e invece sono certo di averlo letto non più d’un paio d’anni fa. Poi sì, sbirciando in internet qualcosa della trama mi è tornato in mente. Meno però di quanto avrei desiderato.

Premesso che difficilmente trovo brutto un libro, tanto da meritare d’essere dimenticato, ora chiedo: succede anche a voi, di non ricordare bene ciò che avete letto e che magari v’era pure piaciuto? E se così fosse, invece di cercare di leggere il più possibile, non sarebbe forse addirittura meglio leggere di meno, per poter ricordare di più?
 
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view post Posted on 30/4/2015, 19:26
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Frinfrunfràn

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Interessante domanda, sulla quale mi è già capitato di riflettere in passato.
Sono consapevole di ricordare pochissimo dei libri che leggo, anche di quelli che mi piacciono.
Per ovviare almeno in parte a questo problema ho preso l'abitudine di scrivermi un riassuntino delle trame: ho recentemente inaugurato un apposto quadernino (sono una maestra...), ma di certo non mi aiuterà a ricordare i particolari.
Quello che mi resta dei libri è un'impressione generale piuttosto vaga (bello, bellissimo, brutto, noioso) e, soprattutto per quelli dalle trame più complicate, qualche episodio.
Però credo che che leggere meno ma più attentamente e con maggiore attenzione non sia la strategia che fa per me. Se di un libro ricordo due o tre fatti salienti vuol dire che va bene così; preferisco aggiungere al mio bagaglio altri due o tre ricordi di altra provenienza piuttosto che imparare a memoria un libro solo.
Qualunque libro, per bello che sia, ha passi salienti e altri meno memorabili. Penso a I promessi sposi: imperdibili l'incipit, l'Addio monti, La madre di Cecilia... ma di Don Ferrante e Donna Prassede non ricordo assolutamente nulla se non i nomi, tuttavia non penso che andare a rileggere i capitoli a loro dedicati mi arricchirebbe particolarmente.
 
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view post Posted on 30/4/2015, 19:46
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Bomba d'acqua

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Di tanti romanzi ricordo poco riguardo lo svolgimento della narrazione ma ricordo benissimo se mi hanno trasmesso emozioni...e questo non e' poco!
 
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view post Posted on 30/4/2015, 22:34
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Grandinata estiva

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Bella domanda, davvero, di quelle che un tempo si sarebbero potute definire da un milione di dollari.
Anch'io me la sono posta alcune volte ma non credo di aver mai trovato una vera risposta.
Personalmente ritengo d'essere un lettore "lento" nel senso che ho bisogno per leggere dei miei tempi ma soprattutto dei mie luoghi, le mura domestiche in primis (non necessariamente la mia casa ma un minimo di comodità) perchè proprio non riesco a sfruttare quella miriade di situazioni che possono capitare nell'arco di una giornata (la fila in posta, un viaggio in metro) e che magari rappresentano il "non plus ultra" per i lettori irriducibili.
Insomma non sarò mai un lettore da 20 libri al mese purtuttavia non credo sia questo il termine della questione e provo a spiegarmi meglio:
se prendessimo un lettore di giovane età (possibilmente vorace ancorchè inesperto) e gli commissionassimo la lettura di una trentina di capolavori (di quelli che più o meno tutti riconosciamo come tali) da leggere uno al giorno la mia convinzione è che al trentesimo dì ne uscirebbe comunque arricchito.
Allo stesso modo se prendessimo un altro lettore ( di quelli lenti ai limiti del pachidermico) e gli "regalassimo" l'opportunità di cimentarsi nella lettura di una trentina di colossali ciofeche (di quelle che più o meno tutti riconosciamo come ciofeche conclamate) da leggere in un arco diciamo di 5 anni (una ogni due mesi ma insomma sono ciofeche perchè infierire?) la mia opinione è che al termine del quinquennio ne uscirebbe oltremodo impoverito (e pure fortemente incattivito nei nostri confronti ma questa è un'altra storia).
Un capolavoro, a mio avviso almeno, rimane tale che lo si legga in un giorno o in un anno, lascia comunque qualcosa che poi, come giustamente sottolineato da Lilli, ritorna alla nostra memoria magari casualmente.
Tanti anni fa (non tantissimi) uscì un disco degli U2 che personalmente definirei mediocre ma con un titolo a mio modo di vedere meraviglioso ovvero "tutto quello che non puoi lasciarti indietro", ecco credo ci siano libri che davvero non possiamo lasciarci indietro e seppure la trama un pò ce la dimentichiamo non fa nulla, importante è che in un dato momento ci abbiano arricchito, magari insegnato qualcosa e continueranno di sicuro a farlo nel tempo.
E il tempo per leggere purtroppo è così poco che presto o tardi dovremmo prendere convinzione del fatto di doverci perdere in ogni caso qualcosa, magari un altro capolavoro che per la brevità della vita non riusciremo a conoscere e allora in questo senso devo dire che in fondo un pochino invidio chi riesce a leggere anche 15/20 libri al mese, alla fine della fiera quantomeno si troverà (almeno sotto il profilo squisitamente libresco) con meno rimpianti del sottoscritto.
 
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view post Posted on 1/5/2015, 01:14
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Pugio Dirkio - generale della Legione Viktorica

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Io penso che tutto quello che leggiamo rimane nella nostra menoria a seconda delle emozioni che il libro ci ha trasmesso quando lo abbiamo letto.
A seconda del"gradimento" di alcuni libri ricordiamo quasi tutto mentre di altri molto meno.
Anche perchè leggere è sempre fonte di conoscenza ci si arricchisce sempre un poco, quindi qualcosa sempre rimane , l'importante è leggere e sì , si vorrebbe avere + tempo ma non solo per leggere e allora anche solo un libro al mese diventa importante nell'economia del nostro tempo e nella scelta del libro.
 
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…lorens…
view post Posted on 1/5/2015, 10:52




Grazie per le vostre risposte.

Concordo con tutti quanti voi sul fatto che una lettura ha valore solo se trasmette emozioni, e che queste lasciano in noi un ricordo anche a prescindere da una trama che potremmo aver dimenticato. Concordo anche sul fatto che ogni emozione costituisca un arricchimento interiore. Mi resta però un dubbio.

Tanti anni fa, ai tempi dell’Università, lessi L’Idiota, di Dostoevskij. Appassionante, coinvolgente, commovente, a dispetto (o forse per merito, a seconda dei punti di vista) del numero di pagine. Insomma: una lettura assolutamente emozionante, di quelle che mi sentirei di consigliare. Il romanzo, del resto, è unanimemente considerato un capolavoro.
Ora però che sono iscritto al forum mi rendo conto di un problema: ma quelle emozioni, che pure ho provato, saprei anche descriverle? Perché a chi mi chiedesse un parere sul libro, subito risponderei: "bello ... bellissimo ... meraviglioso ... lo devi assolutamente leggere …". Ma approfondire un poco questi concetti temo non sarebbe possibile, se non riprendessi in mano il libro per dargli almeno una veloce ripassata (cosa non facile, visto il tomo).

Ecco perché a volte, a distanza di tempo, più che d'un arricchimento interiore provo la sensazione opposta, d'essermi cioè perso o "d'aver lasciato indietro" qualcosa che forse era importante ...

@ Massy: concordo pienamente con il tuo giudizio critico di All That You Can't Leave Behind, che però secondo me contiene un piccolo gioiello: "Walk on" ;) . Ecco, chissà perché con la musica non mi succede quel che mi capita con i libri: quel che sento e che mi è piaciuto, non lo scordo più ...
 
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LuxLucifer
view post Posted on 1/5/2015, 10:56




QUOTE (massy64 @ 30/4/2015, 23:34) 
allora in questo senso devo dire che in fondo un pochino invidio chi riesce a leggere anche 15/20 libri al mese, alla fine della fiera quantomeno si troverà (almeno sotto il profilo squisitamente libresco) con meno rimpianti del sottoscritto.

Eccomi. Sai che è una delle mie grandi angosce esistenziali? Così tanti libri, così tanti capolavori, così poco tempo... ci sono periodi in cui non riesco neanche a dormire, prendo e leggo, leggo, leggo, perché c'è quello che è immancabile se lavori coi bambini e quello da leggere assolutamente prima dei trent'anni e io sono già in ritardo, e quello... Oddio che ansia. Perché non sono nata cinefila?, almeno ci mettevo meno tempo e avevo meno anni di capolavori dietro di me.
 
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view post Posted on 1/5/2015, 15:30
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Tempesta tropicale

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Lorens...descrivere le emozioni? Direi che pretendi moltissimo. Lo ritengo un compito molto difficile , in generale. Le emozioni vanno vissute. Si portano dentro. Si stratificano dentro di noi e ci rendono ciò che siamo. Il tuo Dostoevskij , le emozioni che ti ha lasciato, sono ancora dentro di te. Che tu non sappia trovarle per tirarle fuori e restituirle come fosse un coniglio nel cilindro che importanza ha? o meglio, ha poca importanza per me.
Ogni libro che ho letto mi ha dato un'emozione diversa. Anche disgusto, certo. E mi è capitato di rileggere lo stesso libro a distanza di anni e provare qualcosa di ancora diverso. La summa di queste emozioni sono io, in un certo senso. Puoi non saperle tirare fuori , ma ci sono.
Quindi, alla domanda cosa rimane di ciò che leggiamo, io senza pensarci troppo direi...io. Rimango io.
 
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view post Posted on 1/5/2015, 15:57
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la Prof ♥

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Io mi sono accorta negli ultimi anni di avere un criterio selettivo automatico.
Ricordo molto bene o abbastanza bene i libri che parlano molto di me, che sembrano scritti per me, che sembrano descrivere me o una situazione che ho vissuto io. Sarà sicuramente banale, ma è così. E quel che ricordo sono soprattutto, di quei libri, le vicende simili alle mie o le sensazioni simili alle mie. Non ho bisogno di richiamarle alla mente.
Per il resto, ricordo assai più i libri letti da quando frequento questo forum e magari scrivo commenti o recensioni (se vogliamo dare questo titolo altisonante alle mie produzioni), di quelli letti precedentemente. Comunque se non ricordo assolutamente un libro, non vuol dire che non mi sia piaciuto, ma che semplicemente era un libro non particolarmente significativo, magari divertente da leggere ma nient'altro.
Poi ci sono i libri che ricordo benissimo perché fino ai miei vent'anni di vita ho riletto moltissimo le pietre miliari della mia carriera di lettrice: Tom Sawyer, La storia infinita, molti libri di King, Il giardino segreto. Di alcuni di questi conosco quasi a memoria dei passaggi.
Aggiungo come ultima cosa che ricordo meglio il "come" i libri sono scritti che il contenuto. Di un libro mi resta impresso soprattutto lo stile, poi alcuni personaggi o passaggi mi capita di dimentircarli.
 
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…lorens…
view post Posted on 1/5/2015, 18:14




CITAZIONE (paxhole @ 1/5/2015, 16:30) 
Quindi, alla domanda cosa rimane di ciò che leggiamo, io senza pensarci troppo direi...io. Rimango io.

Pax, ritengo che questa sia la migliore delle risposte possibili. O almeno, la migliore per me.
Quasi quasi la copio e la metto come firma (citando la fonte, ovviamente...) :)
 
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view post Posted on 1/5/2015, 18:24
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Grandinata estiva

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Descrivere le emozioni, ecco un'altra di quelle cose che fanno tremar le vene e i polsi.
Per fare un esempio più o meno terra terra io adoro Il Conte Di Montecristo e devo dire di averlo letto in tempi abbastanza recenti (4/5 anni fa se la memoria non m'inganna e solitamente m'inganna), ora se mi trovassi dinanzi ad un ipotetico personaggio totalmente digiuno delle opere di Dumas (e già trovarlo sarebbe una mezza impresa) come provare a trasmettergli anche una minima parte delle emozioni provate da me durante la lettura?
Ma diamine mettendo in evidenza quel suo essere così attuale nonostante i quasi due secoli di vita sul groppone, la vendetta usata come lavacro per riscattare un'esistenza d'ingiustizie, l'amore perduto irrimediabilmente, quella sensazione del "nulla potrà più essere uguale a prima" mai descritta così potentemente in un romanzo (e come Dumas nessuno anche in seguito), quello sviscerare i sentimenti umani in maniera impareggiabile, la felicità, la caduta e infine la resurrezione destinata irrimediabilmente a non appagare.
Ma sopra ogni cosa quel suo essere libro "seminale" come pochissimi altri, quella struttura "moderna" ai limiti dell'insultante, quella sua "leggibilità" che lo rende adatto ad un pubblico di ogni età e cultura.
Purtuttavia mi rendo perfettamente conto che per quanti sforzi io possa produrre niente garantirebbe al personaggio di cui sopra le stesse emozioni provate dal sottoscritto, l'emozione può essere descritta (più o meno efficacemente) mai (o comunque raramente) trasmessa perchè se così fosse ci appassioneremmo per le recensioni oltre che per i libri e purtroppo non funziona in questo modo.
Ripensandoci bene direi soltanto : è Il Conte Di Montecristo, è Dumas e va letto senza se e senza ma ^_^
 
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view post Posted on 1/5/2015, 18:32
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Tempesta tropicale

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È un interrogativo che mi sono posta spesso,ancora di più da quando frequento questo forum. A volte mi capita di imbattermi in recensioni di libri che so di aver letto dei quali,ahimè,non ricordo nulla. Sono d'accordo sul fatto che quello che rimane sono le emozioni..difficili da tradurre in parole,ma che ti spingono a consigliare quel libro più che con la mente (che magari non ricorda niente della trama) con il cuore. A volte mi sono sentita triste nel rendermi conto di non ricordare un libro che mi era piaciuto ma infondo...a questo proposito la frase di Pax parla da sola:rimango io..con le mie emozioni. Ancora non ho compreso il meccanismo selettivo della mia mente: a volte ricordo libri letti secoli fa e dimentico libri letti da un mese appena,anche se mi sono piaciuti. Purtroppo credo che un lettore verace debba fare i conti anche con questo: un libro è come un amico che ti accompagna in una fase della tua vita...è triste perderlo,ma se è destino lo ritroverai. Dico questo non per essere retorica,ma perché mi è appena capitato:ho recentemente riletto,grazie al gioco dell'osa,l'isola di Arturo della Morante. Io sapevo di averlo letto..ma non ricordavo nulla..neanche le emozioni. Ricordavo vagamente che forse mi era piaciuto :D Dopo averlo riletto ho continuato a non ricordare niente della prima lettura..ma ho provato emozioni nuove..molto forti che forse non avevo neanche provato la prima volta. Magari domani le avrò dimenticate insieme alla trama:ma ne è valsa la pena averle provate :P
 
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Mara_z
view post Posted on 1/5/2015, 18:51




Solitamente ho buona memoria, a distanza di tempo dimentico i nomi dei protagonisti o dei passaggi, ma la trama anche se a grandi linee mi rimane impressa. Di alcuni libri mantengo forti sentimenti e al solo sentirli nominare si rinnovano le emozioni provate.
Alcuni li dimentico completamente come tutti del resto ma sono convinta che nel nostro inconscio ci siano le rielaborazioni, che restino le tracce anche se non lo sappiamo, come per i sogni del resto, capita di svegliarsi con sensazioni ed emozioni forti ma non ricordiamo il sogno.
Credo che in definitiva tutte le letture ci diano qualcosa che resta che ci forgia, che ci rende più consapevoli, o che semplicemente ci aiuta a svagarci e a farci passare un momento piacevole, a vivere altre vite e a viaggiare.
 
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view post Posted on 26/10/2015, 23:43
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Nevischio

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CITAZIONE
Spulciando tra le passate discussioni - almeno quelle degli ultimi due anni - non ne ho trovata una relativa a questo tema

In realtà avevo aperto una discussione simile qualche tempo fa:

https://libri.forumcommunity.net/?t=52727351

Ho avuto modo di riflettere sulla cosa e a mio avviso occorre fare delle distinzioni. Se si prende la lettura come un piacere estemporaneo, il godimento è fine a sé stesso come ascoltare una canzone o mangiarsi una pizza, non c'è motivo di crucciarsi. Se la lettura la si prende come "arricchimento" chiaramente il discorso cambia, come è possibile che ci abbia arricchito qualcosa che non ricordiamo nemmeno di aver letto? Per rispondere a questa domanda secondo me bisogna cambiare prospettiva: un libro non è qualcosa di "acquisito" una volta per tutte, ma è destinato a essere dimenticato prima o poi. Ciònondimeno, ha accompagnato un pezzo della nostra vita e ha concorso a determinare quello che siamo oggi. Si pensi ad esempio a qualche sport che facevamo da bambini: gli effetti degli allenamenti adesso sono scomparsi, ma quando giocavamo a calcetto ci hanno aiutato a smarcarci e a segnare nelle partite. Allo stesso modo, il libro che abbiamo amato tanti anni fa, sebbene completamente dimenticato, ha determinato la nostra persona in quel periodo della vita e ha condizionato le esperienze coeve.
 
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view post Posted on 28/10/2015, 13:09
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Bomba d'acqua

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Nella memoria del lettore comune le storie e le situazioni legate ad emozioni forti si vanno a sedimentare e tendono a confondersi con esperienze realmente vissute.

Basti pensare alle nostre opinioni così radicate, al nostro atteggiamento mentale sulla guerra, sulla Cina e sui cinesi, sulle ascese all'Everest e sulle operazioni di soccorso in alta montagna... opinioni "convinte" come se avessimo vissuto esperienze che quasi nessuno di noi ha vissuto veramente, opinioni che invece si sono formate leggendo, guardando filmati, ascoltando reportage, in un miscuglio di narrazioni tra le quali l'inconscio non riesce più a distinguere il vero dal verosimile, la realtà dal realistico, la narrazione del testimone da quella del narratore di professione.

Lo dimostra quante volte nelle chiacchierate quotidiane con gli amici tendiamo ad esemplificare caratteri, situazioni, schemi esistenziali facendo riferimento a storie di finzione, a questo o quel carattere di un romanzo o di un film.

Del resto dobbiamo ammettere che nella nostra giornata tipo molte emozioni (qualcuno dice la maggior parte) vengono dall'immedesimarsi in una storia letta su un libro o di cui si assiste ad una rappresentazione.

Il lettore evoluto, colui che di libri ne abbia letti almeno un centinaio e che abbia una idea anche superficiale sul tema degli schemi narrativi e delle tecniche di scrittura ecc dovrebbe (si immagina) apprezzare la letteratura per sé stessa, limitando (bloccarlo è impossibile) il meccanismo di sedimentazione delle emozioni.

Devo confessare tuttavia che a volte proprio le persone più colte e più sensibili sembrano cercare continuamente nelle storie di finzione continue conferme ad una visione del mondo che si sono formati leggendo.

La risposta al quesito posto fin dall'inizio è che noi crediamo di non ricordare ciò che abbiamo letto magari venti anni fa ma una sia pur piccola parte di quella lettura è entrata a far parte della nostra visione del mondo e vi resterà per sempre.
 
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