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Wharton, Edith - Ethan Frome

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Lilli.
view post Posted on 11/8/2013, 10:08




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Intrappolato in un matrimonio senza ombra d'amore con la lontana parente Zeena, donna gelida e ipocondriaca, il giovane e sensibile Ethan trova sostegno e conforto nella cugina ventenne di quest'ultima, Mattie, povera orfana giunta in casa Frome per aiutare nelle faccende domestiche. Quando Zeena, silenziosa ma attenta osservatrice, decide di separarli, Ethan, malgrado le severe leggi sociali, è pronto a tutto pur di non perdere l'unica cosa per la quale valga la pena vivere, ma il destino beffardo ha in serbo altri piani...

Quando la lettura è un'abitudine e si possiede sufficiente curiosità da voler continuamente sperimentare nuovi autori, può capitare, talvolta, di imbattersi in letture che preferiremmo non aver fatto, o in altre che, malgrado le aspettative, si rivelano quantomai deludenti. Vi sono però dei casi, e non son rari, in cui delle brevi letture intraprese principalmente per ingannare il tempo, si rivelano, inaspettatamente, delle fortunatissime scoperte: è questo il caso di Ethan Frome.
Da tempo desideravo leggere qualcosa di Edith Wharton, e benché il suo più celebre lavoro, L'età dell'innocenza mi guardi da tempo dall'alto della mia libreria, il momento di iniziarlo sembra non arrivare mai.
Ieri notte, spossata dopo una serata afosa, quasi per caso, girovagando un po'nella mia libreria virtuale, mi sono imbattuta in questo breve romanzo (o dovrei piuttosto dire racconto lungo), e spinta in parte dalla sua brevità, e in parte dalla mia completa ignoranza sul soggetto trattato, ho deciso di dargli una chance... Mai scelta si rivelò più felice!

La storia ha inizio tra le bianche coltri del New England, durante un rigido inverno. Il narratore, un giovane giunto sul posto per lavoro, fa la conoscenza del taciturno Ethan Frome, un uomo di appena cinquantadue anni, ma all'apparenza assai vecchio, e con un problema alla gamba. Questo problema, così dice la gente, è il risultato di un disgraziato incidente accaduto ventiquattro anni prima, di cui però, tutti evitano di parlare. Accolto in casa Frome per la notte, il nostro narratore viene a conoscenza del mistero.
La trama, se di trama si può parlare, è davvero semplicissima, così come semplicissima è la storia che la Wharton, con stile sobrio e asciutto, ma non per questo privo di tatto, intende raccontarci. È la storia di un amore platonico, puro, sincero, un amore soffocato dal cieco perbenismo di una piccola comunità, dalle dinamiche interne di quello che, più che un matrimonio, è una trappola. È una piccola storia che potrebbe svolgersi interamente in quella spoglia stanzetta illuminata dal caminetto in casa Frome: la delicatissima e commovente storia di un amore fatto di soli gesti, sguardi rubati, sensazioni condivise ma sempre taciute, ed impressioni che s'imprimono dolorosamente nell'animo e vi restano per sempre.
A farla da padrona sono le figure di Ethan e Mattie, due creature innocenti protagoniste di un amore perfetto eppure impossibile: l'uno intrappolato per la vita in un'unione sbagliata, nata troppo presto, per senso del dovere e solitudine; l'altra, colpevole solo di saper dare affetto e comprensione a chi per troppo tempo, ha vissuto la propria esistenza come uno spettatore passivo e rassegnato.
E su tutto, aleggia costantemente la presenza enigmatica di Zeena, quella terribile minaccia silenziosa, celata da una maschera di autocontrollo e sofferenza fisica, ma non per questo meno vigile e spietata.
Devo ammettere che di norma non sono troppo amante dei triangoli amorosi, e solitamente, nelle vicende di questo tipo, mi trovo a prendere le parti della povera moglie abbandonata. Ethan Frome però non è una storia di mogli tradite e amanti: è una storia di solitudine, miseria (e non mi riferisco a quella economica) e amore, dove è davvero impossibile non parteggiare per il povero Ethan e non sperare, in quelle ultime dolorosissime pagine, che egli riesca finalmente a raggiungere quella tanto sospirata felicità...
Un finale che è un pugno nello stomaco, alla luce del quale la storia di Ethan, e la critica sociale della Wharton assumono un significato ancora più importante, e ci danno occasione di riflettere, una volta di più, su come quel bene inestimabile che è la vita, tanto, troppo spesso, venga sprecata.



(Linkato)

Edited by Lilli. - 2/11/2013, 21:25
 
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view post Posted on 11/8/2013, 20:36
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Tsunami spaventoso

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Recensione perfetta per un capolavoro, finora il migliore che abbia letto della Wharton sebbene sia L'età dell'innocenza, che La casa della gioia che I ragazzi mi siano piaciuti molto.
Mi fa piacere che condividiamo il parere positivo. E' da leggere assolutamente.
 
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Lilli.
view post Posted on 17/8/2013, 14:00




^_^ Sì, nella sua brevità, è davvero un piccolo romanzo eccellente. Non ho ancora letto altro della Wharton, ma è decisamente un'autrice nelle mie corde. Benché sia piuttosto spietata coi suoi personaggi, e non riservi loro una sorte molto positiva, anzi, non la trovo per niente deprimente.
 
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Mara_z
view post Posted on 18/8/2013, 08:55




Anche questo e' nella mia lista ormai la Wharton e' una garanzia
 
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AnnaLilli
view post Posted on 13/3/2014, 18:56




Ottima recensione che rende in pieno l'intensità del libro!
Storia toccante che mi ha scossa e commossa, pervasa da un senso di ineluttabilità, di profonda solitudine, miseria e disperazione.
Ethan tocca il cuore con la sua forza, la sua onestà e coerenza verso gli impegni presi, la rassegnazione a seppellire tutti i sogni accarezzati da giovane di un futuro fatto di studi e viaggi verso interessanti opportunità.
Stile essenziale, un piccolo gioiello.
Bellissimo!
 
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BeatriceFlavia
view post Posted on 2/8/2014, 09:36




Sarebbe superfluo aggiungere qualcosa alla già perfetta recensione di Lilli (complimenti davvero!), io mi limiterò a dire che Edith Wharton è stata una grandissima rivelazione; sì, perché sinceramente non mi aspettavo che un romanzo così breve potesse riuscire a trasmettermi tanto. La storia è delle più semplici, un piccolo grande dramma che si consuma tra le pareti domestiche, di cui tutti sono consapevoli, ma su cui nessuno osa proferire parola. Le gelide giornate invernali del Massachusetts, il fuoco sempre ardente della piccola casa dei Frome, e soprattutto l'amore platonico e impossibile di due anime candide, sono gli ingredienti perfetti di un romanzo di grande bellezza e rara intensità; un libro in cui la potenza emotiva delle immagini e il profondo significato di tutte le cose non dette, danno vita ad una storia che, prima che il racconto di un amore proibito, è un fermo atto d'accusa contro una società oppressa dal perbenismo e completamente priva di ogni senso di pietà per gli esseri umani. Una società di fronte a cui, l'unica via d'uscita è la morte; ma ai meno fortunati, sarà negata anche quest'ultima consolazione.
 
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view post Posted on 2/8/2014, 10:15
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Bomba d'acqua

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Una recensione cosi bella spinge proprio alla lettura! Della stessa autrice segnalo un raccontino carino che si chiama afterward-dopo.
 
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Lilli.
view post Posted on 2/8/2014, 19:57




@Beatrice: ti ringrazio! ^_^ Mi fa piacere che la pensi come me.

@Donleaavy: Grazie per la segnalazione, ti assicuro che Ethan Frome merita veramente di esser letto.
 
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view post Posted on 3/8/2014, 11:22
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la Prof ♥

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Mi unisco all'apprezzamento per il romanzo, però mi discosto almeno un po' dal giudizio sui personaggi, perlomeno su Ethan e Zeena. Mi domando cos'avrebbe dovuto fare Zeena, o cosa avrebbe fatto ognuno di noi al suo posto, anche al netto dell'ipocondria...E siccome ho esperienza di vita simile in alcuni aspetti alla vicenda narrata, non posso fare a meno di pensare che Ethan si sia cercato la "trappola" (nel romanzo è esplicita l'intera responsabilità dell'uomo nella proposta di matrimonio) e che alla fine gli sbagli di Ethan (prima sposarsi senza amore, perché incapace di stare da solo, poi coinvolgere una ragazzina senza protezione e senza esperienza di vita in un amore senza speranze fin dall'inizio), uomo buono ma debole e un tantino vigliacco, si ripercuotano su tutto il terzetto in un finale raggelante (che dimostra la non cattiveria di Zeena, almeno a mio modo di vedere), un finale che si inserisce, per quanto su canali diversi, nella narrativa novecentesca che si incentra sull'inettitudine dell'uomo moderno, incapace di affrontare la vita e di cambiarla. Con tutte le differenze del caso, Ethan è la figura dell'inetto che in Italia abbiamo conosciuto da Svevo (soprattutto dei primi due romanzi; e a questo proposito, salta all'occhio una notevolissima affinità: anche in Senilità e Una vita i protagonisti sono persone con velleità culturali come Ethan, che si distinguono dall'ambiente in cui sono inseriti o vorrebbero distinguersene) e Pirandello, e Kafka etc. nella letteratura europea. Del resto l'autobiografia della Wharton autorizza a pensare che dovesse avere una larga conoscenza delle opere letterarie del periodo.
So che sono piuttosto dura col protagonista, ma è quello che ci vedo, anche, ripeto, autobiograficamente. Certamente questo non mi impedisce di solidarizzare con lui (i suoi sbagli sono comprensibilissimi) e di pensare che abbia pagato un prezzo troppo alto per i suoi errori. E storie come questa sono comuni anche ai giorni nostri, co le dovute differenze. Questo la svincola in parte dall'aspetto storico e temporale e me la fa pertanto apprezzare ancora di più.
 
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Lilli.
view post Posted on 3/8/2014, 14:00




Interessante il tuo punto di vista, Sabina. Non avevo assolutamente considerato le cose da quel punto di vista. Però a ripensarci, dopo un anno, devo dire che in fin dei conti mi trovo ancora in linea con la mia opinione di allora. Certo, non considero Ethan come un ideale maschile, e certamente anche lui ha commesso i suoi errori, però sinceramente, considerando la situazione in cui è vissuto, la pietà prevale sulla critica. Se non ricordo male, Ethan fin da giovanissimo si era dovuto occupare della madre malata, e quindi aveva sacrificato presto tutti i suoi sogni e le sue aspirazioni. Trascorrere così gli anni che avrebbe invece dovuto dedicare a trovare la sua strada, ha probabilmente pregiudicato la sua crescita come uomo; di conseguenza, in tale contesto, il matrimonio con la donna che curava sua madre è risultato per lui lo sbocco naturale e in un certo senso obbligato. Chi non è abituato a perseguire i propri obiettivi e a coltivare le proprie aspirazioni, ma vive nella convinzione che obbedire alle imposizione esterne sia l'unica strada concessa, facilmente si troverà poi imprigionato in situazioni come quella di Ethan.
Sinceramente non ho avuto l'impressione che Ethan volesse deliberatamente coinvolgere Mattie in quakcosa di sbagliato: a me ha dato piuttosto l'impressione che il sentimento nato tra loro fosse perfettamente spontaneo e reciproco.
Riguardo Zeena, io l'ho trovata colpevole nel senso che lei, donna più matura e consapevole delle circostanze in cui Ethan la sposava, avrebbe dovuto sottrarsi a un matrimonio simile. Inoltre, da quanto ci viene detto, non ha mai cercato di instaurare un legame vero e proprio con Ethan, ma si è sempre preoccupata solo di sé. Sicuramente se il suo atteggiamento fosse stato diverso, Ethan, considerato il suo carattere, non si sarebbe lasciato trascinare dall'amore per Mattie.
Sia chiaro che, coem anticipavo nella mia recensione, non ho l'abitudine di giustificare i tradimenti attribuendo la responsabilità all'altro coniuge, anzi di norma sono decisamente molto severa verso chi tradisce, tuttavia in questo caso, Ethan non mi ha dato l'idea dell'uomo irresponsabile ed egoista, ma mi è parso solo un povero disperato con cui, per qualche ragione, sono riuscita facilmente a simpatizzare.
Ad ogni modo questa non è che la mia personale lettura della storia. Il bello dei libri, soprattutto di certi libri, è proprio il fatto che, a seconda del nostro punto di vista, delle nostre idee, o semplicemente del nostro vissuto personale, le impressioni che ci suscitano possono essere anche diametralmente opposte. ^_^ Se un giorno deciderò di rileggerlo, sicuramente terrò in considerazione questo tuo punto di vista.
 
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Mara_z
view post Posted on 4/8/2014, 10:13




Non aggiungo niente di nuovo alle recensioni già scritte prima di me perché tutto è stato detto. A me personalmente hanno fatto grande pena i tre protagonisti, condivido quello che dice Sabina, c’è senza dubbio una certa influenza letteraria nel personaggio di Ethan coerentemente con il pensiero europeo dell’epoca e che la Wharton non può non aver assimilato ed elaborato durante i suoi lunghi soggiorni in Europa.

La Wharton, di nascita aristocratica e appartenente a quell’establishment sociale al centro dei suoi romanzi, spiazza con questo breve romanzo perché si cala in un contesto a lei lontano, quello della povertà e dell’emarginazione sociale, e lo fa straordinariamente bene.
La sua attenzione però è rivolta sempre alle convenzioni, sia che appartengano all’elite che ad un contesto rurale, convenzioni che condizionano fortemente le azioni rinunciatarie delle persone, e nel caso dell’irresoluto Ethan, si aggiunge la mancanza di disponibilità economica, la povertà è un ulteriore elemento di condizionamento, il bisogno può schiacciare, mortificare, annullare la dignità delle persone e i loro sentimenti.
Di contro è vero che Ethan sposa Zeena per paura della solitudine ma la stessa Zeena sposa Ethan per acquisire un suo stato sociale di donna sposata e anche perché i suoi parenti già avevano sentenziato che Ethan avrebbe dovuto sposarla dopo tutto quello che lei aveva fatto per lui. E infine l’ingenua Mattie, apparentemente fragile e in balia degli eventi, coltiva un sogno d’amore impossibile anche perché le uniche attenzioni affettuose provengono da Ethan che per la prima volta sente quello slancio amoroso e passionale verso una donna, per la prima volta ha sentimenti di gelosia ed estasi, per la prima volta si innamora.
Notevoli sono anche le descrizioni del paesaggio che ben si armonizzano sui caratteri dei protagonisti e sulla tragedia che incombe sui loro destini. Ogni azione, ogni parola, sembra presagire l’inevitabile fino ad arrivare al finale grottesco e paradossale dove i ruoli delle due donne si invertono, Zeena acquisisce una sorta di umanità e altruismo superando anche la sua ipocondria, la mitezza di Mattie diventa livore, e il povero Ethan fra loro schiacciato dai sensi di colpa.

CITAZIONE (Donleavy @ 2/8/2014, 11:15) 
Della stessa autrice segnalo un raccontino carino che si chiama afterward-dopo.

l'ho letto! lo consiglio anch'io
 
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10 replies since 11/8/2013, 10:08   770 views
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