Intrappolato in un matrimonio senza ombra d'amore con la lontana parente Zeena, donna gelida e ipocondriaca, il giovane e sensibile Ethan trova sostegno e conforto nella cugina ventenne di quest'ultima, Mattie, povera orfana giunta in casa Frome per aiutare nelle faccende domestiche. Quando Zeena, silenziosa ma attenta osservatrice, decide di separarli, Ethan, malgrado le severe leggi sociali, è pronto a tutto pur di non perdere l'unica cosa per la quale valga la pena vivere, ma il destino beffardo ha in serbo altri piani...
Quando la lettura è un'abitudine e si possiede sufficiente curiosità da voler continuamente sperimentare nuovi autori, può capitare, talvolta, di imbattersi in letture che preferiremmo non aver fatto, o in altre che, malgrado le aspettative, si rivelano quantomai deludenti. Vi sono però dei casi, e non son rari, in cui delle brevi letture intraprese principalmente per ingannare il tempo, si rivelano, inaspettatamente, delle fortunatissime scoperte: è questo il caso di
Ethan Frome.
Da tempo desideravo leggere qualcosa di Edith Wharton, e benché il suo più celebre lavoro,
L'età dell'innocenza mi guardi da tempo dall'alto della mia libreria, il momento di iniziarlo sembra non arrivare mai.
Ieri notte, spossata dopo una serata afosa, quasi per caso, girovagando un po'nella mia libreria virtuale, mi sono imbattuta in questo breve romanzo (o dovrei piuttosto dire racconto lungo), e spinta in parte dalla sua brevità, e in parte dalla mia completa ignoranza sul soggetto trattato, ho deciso di dargli una chance... Mai scelta si rivelò più felice!
La storia ha inizio tra le bianche coltri del New England, durante un rigido inverno. Il narratore, un giovane giunto sul posto per lavoro, fa la conoscenza del taciturno Ethan Frome, un uomo di appena cinquantadue anni, ma all'apparenza assai vecchio, e con un problema alla gamba. Questo problema, così dice la gente, è il risultato di un disgraziato incidente accaduto ventiquattro anni prima, di cui però, tutti evitano di parlare. Accolto in casa Frome per la notte, il nostro narratore viene a conoscenza del mistero.
La trama, se di trama si può parlare, è davvero semplicissima, così come semplicissima è la storia che la Wharton, con stile sobrio e asciutto, ma non per questo privo di tatto, intende raccontarci. È la storia di un amore platonico, puro, sincero, un amore soffocato dal cieco perbenismo di una piccola comunità, dalle dinamiche interne di quello che, più che un matrimonio, è una trappola. È una piccola storia che potrebbe svolgersi interamente in quella spoglia stanzetta illuminata dal caminetto in casa Frome: la delicatissima e commovente storia di un amore fatto di soli gesti, sguardi rubati, sensazioni condivise ma sempre taciute, ed impressioni che s'imprimono dolorosamente nell'animo e vi restano per sempre.
A farla da padrona sono le figure di Ethan e Mattie, due creature innocenti protagoniste di un amore perfetto eppure impossibile: l'uno intrappolato per la vita in un'unione sbagliata, nata troppo presto, per senso del dovere e solitudine; l'altra, colpevole solo di saper dare affetto e comprensione a chi per troppo tempo, ha vissuto la propria esistenza come uno spettatore passivo e rassegnato.
E su tutto, aleggia costantemente la presenza enigmatica di Zeena, quella terribile minaccia silenziosa, celata da una maschera di autocontrollo e sofferenza fisica, ma non per questo meno vigile e spietata.
Devo ammettere che di norma non sono troppo amante dei triangoli amorosi, e solitamente, nelle vicende di questo tipo, mi trovo a prendere le parti della povera moglie abbandonata.
Ethan Frome però non è una storia di mogli tradite e amanti: è una storia di solitudine, miseria (e non mi riferisco a quella economica) e amore, dove è davvero impossibile non parteggiare per il povero Ethan e non sperare, in quelle ultime dolorosissime pagine, che egli riesca finalmente a raggiungere quella tanto sospirata felicità...
Un finale che è un pugno nello stomaco, alla luce del quale la storia di Ethan, e la critica sociale della Wharton assumono un significato ancora più importante, e ci danno occasione di riflettere, una volta di più, su come quel bene inestimabile che è la vita, tanto, troppo spesso, venga sprecata.
(Linkato)
Edited by Lilli. - 2/11/2013, 21:25