Joyland è il nome di un parco divertimenti di medie dimensioni della Carolina del Nord, in cui il protagonista, Devin Jones, trova lavoro nel corso dell'estate del 1973 per guadagnare qualche soldo (è uno studente lavoratore) e per cercare di dimenticare il suo primo grande amore, che gli ha inferto una ferita non rimarginabile. A Joyland incontra personaggi bizzarri ma anche brave persone, stringe amicizie che dureranno una vita intera, viene a conoscenza di un segreto che ruota attorno al parco e poi conosce Annie e Mike in una ventosa giornata d'estate mentre cercano di far volare un aquilone....
Purtroppo quando si fa riferimento a King quasi tutti si sentono in dovere di
1) fare paragoni con i libri di King degli anni che furono
2) trovare per forza l'elemento orrorifico nel romanzo
o entrambe le cose. È una tendenza insopportabile e, a mio parere, veramente sciocca. Mai come in questo romanzo l'elemento thriller/paranormale è stato usato come pretesto per parlare di temi ben più importanti (come in Pet Sematary l'horror era funzionale al tema dell'elaborazione del lutto o in IT ai temi delle paure umane e dell'amicizia), la crescita personale e l'Amore. Non per forza l'amore da rotocalco (di quello ce n'è ben poco), ma l'amore in tutte le sue forme, soprattutto quello tra genitori e figli, quello tra amici veri e quello tra persone che non sono destinate a stare insieme ma che non per questo non riescono ad assaporare la felicità. Joyland è un romanzo di formazione (come molti altri di King, Stand by me in testa) e un romanzo d'amore e NIENT'ALTRO (come se fosse poco).
Io sono poco obiettiva quando parlo di King, per me la sua lista della spesa sarebbe una lettura di fondamentale importanza nella mia formazione personale, però questo non mi impedisce di vedere i difetti...per quanto mi riguarda Joyland è troppo breve e penso che potesse essere scritto approfondendo di più i personaggi comprimari (come Erin e Tom o facendo intervenire il padre di Annie), e sono sicura che la maggior parte dei lettori storcerebbe il naso di fronte al deus ex machina che compare verso la fine, e in effetti anche secondo me, pur essendo stato preparato e ampiamente giustificato dalla storia, rimane un espediente farraginoso e di dubbia efficacia. In altre parole a me questo romanzo sembra un po' frettoloso nella composizione. Ma rimane una bella storia e la scena finale credo sia così bella da riscattare ampiamente tutti questi che io trovo difetti (ma che, potrete capire, chi non ama l'elefantiasi letteraria potrebbe non trovare tali).
È vero che siamo lontani dal King degli anni 80 e primi 90, ma io dico...meno male. Trovo assurda la pretesa dei fans che un'artista non cambi mai; se ha ancora qualcosa da dire, lo faccia nel modo che preferisce...Lunga vita al Re.
Edited by Lulysa - 24/9/2022, 14:29