King, Stephen - On writing

Su qualche blog di appassionato avevo letto che King in realtà mente sulla genesi delle sue opere, proprio perché è un grande romanziere e si diverte così.
Quindi i suoi aneddoti potrebbero non essere veri.
Leggere questo libro a più di vent'anni dalla sua uscita può risultare noioso, perché se conoscete già King, la maggior parte degli aneddoti li sapete già e la sua rilettura non può che risultare stucchevole.
Per quanto riguarda scrivere un'opera, King mette subito in chiaro che se siete degli scrittori incapaci nessuno può aiutarvi.
Il suo libro non offre vere e proprie tecniche narrative, ma solo qualche suggerimento generale qua e là e soprattutto è altamente critico verso gli scrittori mediocri.
La stoccata a certe tecniche narrative preconfezionate (tra l'altro molto in voga oggi per educare alla scrittura) mi ha colpito (come alla ruota dell'intreccio di Edgard Wallace).
Mi piace il modo in cui King parla della moglie Tabitha e di quanto per lui sia stata fondamentale.
Tra i libri suggeriti dallo scrittore, ho apprezzato Il club dei bugiardi (che il titolo sia un'ammissione di King), memoir di una certa Mary Kerr che altrimenti non avrei mai letto.
In definitiva mi aspettavo di più, mi aspettavo di meglio. Forse è un libro che non è sopravvissuto al suo tempo, a dispetto di altri del Maestro.

Edited by lola92 - 26/2/2023, 09:56