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Tarabbia, Andrea - Il demone a Beslan

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view post Posted on 13/9/2012, 17:51
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Tsunami spaventoso

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TRAMA:

Marat Bazarev è quello che è sopravvissuto e sopravviverà. È l'uomo che, con i suoi compagni, una mattina di sole di settembre è entrato nella scuola numero 1 di Beslan. E lì ha dato inizio alla fine. 334 morti, di cui oltre la metà bambini: questo il bilancio dei tre giorni di sequestro in cui più di mille persone sono state tenute in ostaggio da un commando di separatisti ceceni. Marat è l'unico fra gli attentatori a essere uscito vivo dalla scuola, catturato dalla polizia russa e imprigionato in un carcere di massima sicurezza a Mosca. E qui, chiuso in una cella gelida e isolata, scrive la sua ultima confessione. È pronto ad assumersi la responsabilità che gli spetta, ma ha anche un'urgenza più forte: raccontare la sua storia. È così che comincia: con Marat e il suo migliore amico Shamil seduti sull'erba di un anfiteatro in un pomeriggio di pace, con Shamil che ridendo si allontana nella boscaglia e dopo pochi passi lancia un urlo terrificante. Nascosti sotto un mucchio di pietre e frasche trovano sette corpi straziati: è il primo segnale. A casa li attende un villaggio saccheggiato e deserto, le porte delle case spalancate e nessuno dei familiari e degli amici. E così che comincia: Marat in quel pomeriggio terribile capisce che non esiste più una legge e nemmeno le regole, che non c'è onore né coraggio, ma solo paura. E allora si unisce ai guerriglieri in montagna, e con loro si prepara a un'azione in grado di rimbombare da un capo all'altro del mondo.
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RECENSIONE:

Questo romanzo solleva molte domande a cui è difficile dare risposta. Infatti ogni risposta solleva altre domande... un ciclo continuo di domande. Il fatto che il protagonista sia un sopravvissuto non delle vittime ma dei carnefici non aiuta. Soprattutto perchè nelle prime pagine viene presentato egli stesso come vittima. Non subisce niente direttamente ma scopre che la sua famiglia e tutto il suo villaggio è stato boh... massacrato. Qui iniziano le prime domande: son morti tutti? dove sono? qualcuno si è salvato? Marat non sa rispondere o forse lo sa... o forse deve convincersi che siano tutti morti perchè l'incertezza lo farebbe impazzire. Tolto quello del gatto crocifisso sopra la porta di casa, non ci sono cadaveri al villaggio. Cosa che succede sempre dopo le incursioni dei russi nei villaggi ceceni. I ceceni lo sanno e se lo aspettano, insegnano ai propri figli a sparare, a sapersi difendere, già dalla più tenera età si vedono "costretti" ad impugnare il fucile. Per loro è questione di sopravvivenza, anzi no, di morire con dignità perchè san già che non potranno difendersi in modo adeguato.
Dopo la strage del villaggio, Marat, il protagonista, e il suo amico si uniscono ad un gruppo di guerriglieri. Nel 2004 decidono di assediare una scuola, la scuola n°1 di Beslan, il primo giorno, un giorno di festa in cui i più grandi lasciano il posto ai più piccoli. Il loro bersagli sono quindi buona parte dei bambini. A loro non importa, o si. Attaccano i bambini perchè così non possono diventare grandi e sopprimere anche loro il popolo ceceno? Attaccano i bambini perchè loro non hanno potuto averne? perche quelli che sono riusciti ad avere sono stati assassinati, perchè i loro bambini non hanno neanche potuto iniziarla quella scuola? Marat si porrà questi interrogativi una volta giunto in prigione, alla fine della propria vita a causa di una malattia. Si chiederà se quello che ha fatto sia giusto o sbagliato, si rende conto che all'epoca non si era posto il problema di quale stadio della vita stessero attraversando le vittime di quel massacro. Se fosse lecito quello che hanno fatto lui e i suoi compagni nel modo in cui lo hanno fatto. Avrebbe dovuto comportarsi più umanamente? Perchè, se rappresentavano il nemico, come diceva il capo della guerriglia, non provava odio per loro?
Tarabbia è molto bravo a creare il ragionevole dubbio nel lettore. Usando il punto di vista del "terrorista", riesce a presentare la vicenda da un punto di vista insolito. Chi ha ragione? Chi è il vero cattivo? La mia risposta è piena di "se" e di "ma".
 
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Mara_z
view post Posted on 13/9/2012, 18:47




non so se riuscirò mai a leggere questo o altri libri su questa vicenda terribile ... capisco perfettamente i tuoi dubbi finali

linkato
 
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view post Posted on 13/9/2012, 20:18
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Tsunami spaventoso

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io sinceramente non mi ricordavo di questa strage. probabilmente in 2 liceo a ste cose non badavo molto... ho trovato il romanzo in libreria e mi ha incuriosita il titolo (vado per i noir fantasy) insolito per il reparto di "storie vere". tu ricordi qualcosa??
 
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view post Posted on 13/9/2012, 20:33
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Tifone apocalittico

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lo segno,,, sembra molto interessante anche se penso difficile da leggere... :(
 
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view post Posted on 13/9/2012, 21:19
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Tsunami spaventoso

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difficile umanamente intendi?? io l'ho divorato ma appunto non ricordo molto di quella strage. non so quanto dove finisca la parte realistica e dove inizi la finzione letteraria. ci sono anche i "fantasmi" di un bambino e di un vecchio a tormentare questo prigioniero. lo stratagemma narrativo e la scrittura di un diario da parte di Marat. Gli passano fogli sotto la porta della prigione e lui quotidianamente scrive... a volte anche cose senza senso, come i deliri in qui vede i due fantasmi. è molto romanzato e le parti "terribili e cruente" durano poche righe ogni volta. non c'è stata tortura vera e propria, o cattiveria pesante. in confronto a "un uomo" della Fallaci questo sembra una favola, nel senso che il volume della Fallaci è mooooooolto più cruento!! soprattutto nella prima parte.
 
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view post Posted on 14/9/2012, 05:40
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Tifone apocalittico

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si si difficile dal punto di vista umano; anch'io non ricordo molto della storia comunque...
 
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view post Posted on 20/6/2016, 17:23
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Tempesta tropicale

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Ho letto d'un fiato questo romanzo.
Erronea,ente credevo fosse un'indagine giornalistica e non mi aspettavo una storia romanzata.
Invece iniziata la lettura ho capito che la storia era inventata anche se basata purtroppo su fatti veri.
Il libro é molto crudo e ovviamente non si capisce chi ha torto e chi ha ragione perché in questa vicenda nessuno ha la ragione dalla sua parte ma sono tutti colpevoli di colpe più o meno gravi.
Una lettura che merita sicuramente per non dimenticare una tragedia di queste proporzioni ma anche per non dimenticare la tragedia del popolo ceceno.
 
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6 replies since 13/9/2012, 17:51   129 views
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