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 Tsunami spaventoso
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| Titolo: Storia di Ben Autore: Chris Oyler Editore: Mondadori Collana: Ingrandimenti Data di Pubblicazione: 1989 ISBN: 8804321946 ISBN-13: 9788804321941 Pagine: 240 Reparto: Medicina Trama:Ben Oyler, otto anni, è un bambino felice. Ha una famiglia che lo adora e tanti progetti per il futuro. Ma un giorno, uno smagliante giorno di sole, scopre di non avere un futuro. Ben, emofiliaco, ha contratto l'Aids durante una trasfusione.
"Storia di Ben" è il diario che la sua mamma ha tenuto negli ultimi due anni di vita che la sorte gli ha concesso. Due anni di episodi stralunati e umanissimi, da lei riferiti con estrema semplicità, come se il dolore le avesse insegnato a scrivere sempre la parola giusta. E' una storia barbara, straziante e piena di nevralgica gentilezza. Una storia che "fa bene allo spirito", come si diceva una volta. Che certo invita a pensare. E nella continua, capillare, testarda affermazione della vita, dà anche una grande lezione di equilibrio e amore.
Ben è un personaggio che resta nel cuore. Come la sua giovane, tenera famiglia: così comune, così straordinaria
Recensione:E' veramente difficile descrivere questo straziantissimo e bellissimo libro con parole migliori di chi ha curato la trama... La storia di Ben è piena di amore, ogni pagina ne trasuda. E' tremendo leggere come un esserino di soli 8anni possa deperire per questa malattia, questa malattia che se non fosse stato emofiliaco non avrebbe mai preso. Questa malattia presa in un periodo in cui l'opinione pubblica non sapeva ancora come definire se non "la malattia dei gay". Eppure a quell'età è ovvio che il motivo per cui l'ha presa non è quello: ma perchè i bambini della scuola lo additano come tale? Eppure non è contagiosa, altrimenti i genitori e i fratellini ne sarebbero già infettati: allora perchè il consiglio scolastico ha deciso di estrometterlo dalle lezioni e gli ha assegnato un'insegnante privata. E' straziante vedere come Ben abbia bisogno di un amico, di un coetaneo con cui parlare, e vedere irrealizzato questo desiderio perchè i pregiudizi diffusi all'epoca sull'Aids portano i genitori a impedire ai propri figli di giocare con questo meraviglioso e ammalatissimo bambino. Durante tutta la sua malattia però è stato circondato da una famiglia che lo ha amato moltissimo, da dei fratellini che lo han sempre adorato e preso come esempio, da una comunità religiosa sempre pronta a sostenerli nel momento del bisogno. Io non sono religiosa e non ho una rete famigliare così solida, questo libro mi ha insegnato che forse è meglio che crescendo mi crei un "gruppo di supporto" solido e compatto come il loro, che trovi qualcosa in cui credere. Infatti queste sono le uniche cose che hanno impedito alla madre di collassare, ai figli e al marito di rimanere uniti nonostante la disgrazia e trovare ogni giorno un nuovo modo di stare assieme. Hanno imparato a vivere con i ritmi del primogenito, a mettere da parte se stessi e i propri bisogni per lui. A ritrovare le proprie forze nell'accettazione del proprio destino da parte di questo stupendo bambino. voto 9.5 Edited by krys89bmtl - 15/7/2012, 15:09 |
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