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Manfredi, Valerio Massimo - Otel Bruni

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view post Posted on 24/8/2011, 08:46
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Manfredi lascia, per il tempo di un romanzo, i suoi eroi greci e latini e ci conduce all’inizio del ‘900 in una pianura tra l’Emilia e la Romagna, a casa dei Bruni, una numerosa famiglia di contadini che lavorano una terra di cui non sono proprietari, e che ogni inverno ospitano nella grande stalla uomini e donne che cercano rifugio per una o più notti, ripagando la famiglia con favolose storie raccontate nelle lunghe veglie innevate.
Una famiglia forte, unita, i Bruni, con a capo Callisto e la Clerice, rispettivamente arzdour e arzdoura (letteralmente reggitore e reggitrice) di quel microcosmo.
Sotto la loro saggia guida i nove figli crescono sani e diritti finchè la Grande Guerra li porta lontani per farne dei soldati. A questa prima partenza ne seguiranno delle altre, sia gioiose che dolorose, che cambieranno l’equilibrio dell’Otel Bruni (come viene chiamato il cascinale dei protagonisti, per quella loro vocazione all’ospitalità); la Seconda Guerra Mondiale poi, con lo “strascico” partigiano darà un’ulteriore scossa ai rami dei Bruni, portando la narrazione fino alla comparsa dei nipoti.
Per ogni componente di questa famiglia, Manfredi ha una parola, facendo diventare questo libro, quasi un romanzo corale, in cui ognuno ha una voce e un’eco che si riverbera in ogni pagina.
Non eroi, non illustri personaggi, ma uomini comuni che amano la propria terra e le proprie radici. In tanti punti del racconto è stato bello perdersi, durante la raccolta dell’uva, della trebbiatura, la preparazione di un matrimonio, la lavorazione della canapa…modi e tempi tanto diversi da oggi.
Mi è piaciuto intrufolarmi nella stalla ad ascoltare le favole e i racconti che ravvivavano le lunghe sere invernali.
Scrittura lineare, scorrevole, inframezzata da frasi in dialetto (sempre cmq tradotte nella riga successiva); emerge in filigrana l’accuratezza della documentazione sulla vita contadina nel lungo arco temporale della narrazione.
Una pecca ce l’ha, però. L’ultima 60ina di pagine perde di fascino, la trama si fa più confusa e il finale è troppo breve. La narrazione che aveva proceduto armoniosa, si fa frettolosa…un vero peccato.

Voto: 7/10…ma gli darei 6 per il finale raffazzonato

Linkato


Edited by ~ Niniel ~ - 24/11/2016, 21:36
 
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giuseppina
view post Posted on 6/9/2011, 20:42




Ho acquisto quattro copie di questo libro su suggerimento di una mia cliente. Che sia il passaparola, o l'ambientazione del tutto simile al paese in cui ho l'edicola non so, fatto sta che le ho vendute tutte in un battibaleno senza tenerne una per me... Urge rimediare.
 
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°lisa°
view post Posted on 12/11/2011, 17:01




Ho inizito questo romanzo un paio di giorni fa e subito me ne sono sentita intrappolata...
Meravigliose le descrizioni di un tempo che fu...e che forse ritornerà ( ????) ...
Immaginare piedini di bambini infreddoliti e stretti dentro zoccoletti di legno che se prendono la pioggia si gonfiano costipando ancor di più il piedino sofferente che muove passi incerti su strade fangose; interessante sapere che il coccio con le braci ( antenato dello scaldaletto moderno !!!) veniva chiamato " la suora " e invece il suo trabiccolo di legno che lo racchiudeva si chiamava ( ma tu guarda il caso !!) " il prete"...e di tradizione in tradizione, stavo girando le pagine sentendomi salita sulla macchina del tempo

Il bookcrossing di Valeria mi ha fatto entrare un attimo all'autogrill ma al più presto risalgo nel carta-trasporto!!!!!!!
 
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°lisa°
view post Posted on 23/11/2011, 21:43




Con molto dispiacere ho terminato la lettura di quello che ritengo essere UN ROMANZO CAPOLAVORO
Manfredi grazie ad una grande capacità narrativa ci fa vivere un vissuto italiano importante, storia delle nostre terre ma sopratutto storia della nostra gente; mi ha trasportata indietro di più di un secolo e mi ha fatto prima salire sui "biroccini" trainati da cavalli e poi salire su motorette capaci di fare i cento ma pure i centodieci se ti distendi sul serbatoio!!
Una famiglia numerosa che si compone, si scompone, emigra per maritarsi o si scompone per obbedire ad una cartolina che ti chiama alle armi!
L'affetto incondizionato di una madre che lotta per difendere i figli, che stringe i pugni, tiene aperti gli occhi e prega la Madonna
La giornata di San Martino che segna date indelebili nella vita di questa famiglia Bruni composta da gente dai calli nelle mani, dalla pelle che odora di grano, dal becchime raccolto nelle gonne, gente semplice che della semplicità ha fatto il valore principale ma che troppo spesso ha sfidato la sorte rischiando di impantanarsi le suole degli stivali!
Stivali....lucidi, neri, tirati a festa per colpire l'attenzione di qualche ragazza speciale oppure maledetti dalla sorte
Tutta questa storia di vite importanti compone la GRANDE STORIA, quella che vede protagoniste nazioni diverse prima alleate e poi rivali; la prima e la seconda guerra mondiale fanno da sfondo ( non so però se sfondo sia la parola giusta ) al romanzo facendomi vivere paure, ansie, angoscie ed orrori.
In questo romanzo c'è davvero tutto: amore filiale, comunità, rispetto, onore, amicizia tra liberi pensatori piuttosto che un rapporti speciali nati in infanzia e particolareggiati in corso di vita ..quando la storia ci mette lo zampino e uno si ritova disertore e l'altro si veste volontariamente con una camicia nera ed un fez; ma in contrapposizione a tratti sanguinosi, tra queste pagine, c'è anche una tenerezza capace di commuovere o battute capaci di strappare un sorriso ilare!
Le minuziose descrizioni sia ambientali che caratteriali mi hanno permesso di leggere una pellicola cinematografica visto che ciò che magari Manfredi ometteva io mi figuravo leggendo, quasi se mi trovassi in continua visione di un quadro in movimento!
Dopo la metà del libro una domanda si insinuava debolmente in me: "come si potrà chiudere un librone del genere??"
Penso che non sia stato facile portare a conclusione una trama così potente, personalmente non l'ho trovata affrettata o sbrigativa....anche se mi è dispiaciuto molto abbandonare dei personaggi a cui più o meno mi ero affezionata
Perdonatemi se mi sono dilungata forse troppo...ma oramai lo sapete: amo le saghe familiari sopratutto se appartengono a tempi diversi dai miei, amo le storie di vita vera in special modo se travagliate e capaci di mettermi in panni altrui...amo attraverso i libri prendere porte in faccia e sognare; amo anche imparare e questo libro mi ha dato tutto questo!!


P.s: lo sapevate che tutte le mogli in epoca fascista hanno dovuto cedere come pegno di sudditanza le loro fedi d'oro in cambio di anellini d'acciaio??


Basta, mi impongo uno stop...leggetelo perchè merita davvero!!
 
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3 replies since 24/8/2011, 08:46   621 views
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