Grandinata estiva
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| Nessuno si salva da solo, nemmeno la Mazzantini con questo romanzo mi verrebbe da osservare. Forse sarà stata una sua precisa scelta ma francamente mi è difficile ritrovare nella mia esperienza di lettore una coppia di personaggi indigesti come i protagonisti di questo romanzo, e nemmeno si tratta di mancanza di empatia perché questi due verrebbe davvero voglia per tutta la durata del libro di prenderli a tortorate, per usare un'espressione regionale in grado di rende maggiormente l' idea rispetto al più "lieve" randellate.
Lei, Delia, se non altro ha la giustificazione di un percorso complesso, figlia di genitori separati, ha dovuto combattere con un'anoressia che le ha lasciato segni anche fisici. Lui, Gaetano detto Gae ( già uno che si fa chiamare Gae tanto normale non deve essere), è talmente concentrato sull'obiettivo di fare esclusivamente il comodo suo da suscitare come pensiero più amichevole nei suoi riguardi "ma questo in base a quale misterioso criterio ha scelto di mettere al mondo due figli? ". D'altronde già come la Mazzantini ce lo illustra è abbastanza indicativo "Anche lui aveva un discreto zaino pieno di me... sulle spalle e non vedeva l’ora di svuotarlo ai piedi di una ragazza come lei"...si perché la finezza nelle descrizioni è una delle colonne portanti del romanzo.
Che poi a vederla la Mazzantini sembra una figura così eterea, non la penseresti mai in grado di metterla sul piano del linguaggio da caserma e invece, mi duole dirlo, sembra proprio trovarcisi d'incanto, da quando ci mette a parte di una sua personalissima teoria sul fascino discreto dei batteristi "suonava la batteria, e questo lo rendeva uno da baci sul c..." ad uno dei momenti topici del romanzo in cui filosofeggia sulle funzioni fondamentali della cultura "È quello che un libro, un film dovrebbero fare... darti un calcio e tirarti più lontano possibile dalla tua me..." Il bello è che abbiamo trascorso un decennio, o forse più, della nostra vita a stigmatizzare quelle pellicole italiane anni 70 in cui il turpiloquio gratuito si alternava alle scene della doccia osservata elegantemente dal buco della serratura per poi scoprire che ci eravamo sbagliati. La volgarità è importante, oserei dire essenziale, per rafforzare i concetti, e la Mazzantini, le va oggettivamente riconosciuto, in questo senso ti spalanca un mondo andando a toccare vertici inarrivabili. ..come definire altrimenti la riscoperta di bisogni fisiologici troppo spesso accantonati o posti ai margini dalla letteratura : " Lui pis..... senza alzare la tavoletta, lei si sedeva e si bagnava. Bastava quello a farle odiare la vita." Addirittura odiare la vita mi pare eccessivo però alla seconda volta che lo faceva tirargli appresso la tavoletta mi sarebbe venuto automatico. " Come sceneggiatore aveva una certa abilità a pis..... battute con un buon ritmo." E dagli, ma un pensierino ad un'orinocoltura proprio no?
Che uno poi potrebbe chiedere ragionevolmente, ma tutto il libro è così? Tutto il libro è così, io ho estrapolato qualcosa cercando di edulcorare con i puntini di sospensione perché poi in fondo siamo in un forum di lettori ma le 189 pagine sono un concentrato di questi, chiamiamoli così, "rafforzamenti dei concetti" mescolati a momenti certamente più alti perché poi la Mazzantini non è una sprovveduta. E in fondo le due figure che ci propone sono ancora oggi, anzi più che mai, fortemente attuali, e la domanda quasi d'obbligo è quando siamo diventati così? Quando abbiamo smesso di interrogarci in modo inoffensivo come in Ecce Bombo " Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?", dove tutto sommato era ancora prevalente un minimo di attenzione verso il prossimo, e siamo passati senza indugio al menefreghismo più totale di tutto e di tutti che ancora oggi ci attanaglia e che può essere sintetizzato nell'odierno " La scelta era tra lo starsene a casa da solo come uno sfigato e andarsene in discoteca a ballare appiccicato agli altri senza mascherina"
Nessuno si salva da solo non è secondo me il resoconto di una coppia come tante che si sfalda quanto la certificazione di come oggi sempre di più una coppia sia la somma di due singoli che, spesso egoisticamente, cercano di trasferire i propri problemi, le amarezze, le nevrosi, sulle spalle dell'altro senza nemmeno provare, oppure si ma con poca convinzione, a farsi carico di quelli del partner. È un romanzo che certo non induce all'ottimismo, non trasuda speranza, ed è pure noiosetto. Perché allora leggerlo? Francamente non lo so.
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