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King, Stephen - Notte buia, niente stelle

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view post Posted on 29/12/2010, 13:33
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The purple Witch

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King-Stephen-Notte-buia-niente-stelle

Trama: Un agricoltore uccide la moglie e la getta in un pozzo. La sua colpa? Voler vendere un lotto di terra ricevuto in eredità. "La terra è affare dell'uomo, non della donna." Siamo in Nebraska nel 1922.
Tess scrive gialli "rassicuranti", popolati da vecchiette che giocano ai detective. Una sera, viene aggredita e stuprata da un misterioso "gigante". Creduta morta e lasciata in un canale di scolo, sopravvive e medita vendetta.
Streeter, bancario malato di cancro, incontra il Diavolo nelle fattezze di un venditore ambulante. L'affare che conclude decide la sorte del suo migliore amico, colpevole di avergli rubato la ragazza tanti anni prima.
Due anni dopo le nozze d'argento, Darcy scopre che suo marito custodisce in garage un segreto. Un fiume di pazzia scorre sotto il prato fiorito del loro matrimonio. Che fare? Tirare avanti come prima o cercare una via d'uscita?
I quattro nerissimi romanzi brevi raccolti in questo libro parlano di donne uccise, seviziate o comunque "rimesse al loro posto".
È in corso, nel nostro Occidente, una guerra contro "l'altra metà del cielo".
La combattono maschi frustrati, impauriti, resi folli dalla perdita del loro potere.
Come in Dolores Claiborne e altri capolavori, Stephen King esplora la psiche di donne forti che non accettano i soprusi e, quasi sempre, trovano la propria rivalsa.
Che non coincide per forza con un "lieto fine"...
Un King ai massimi livelli, per la prima volta tradotto da Wu Ming 1, che ce lo restituisce in una forma nitida e folgorante.



Un graditissimo regalo di Natale :wub:

Anche se personalmente preferisco i lunghi romanzi del Re ai racconti, diciamo pure tranquillamente che questo "compromesso" del romanzo breve (o racconto lungo che dir si voglia) mi soddisfa parecchio, così come successe anche in passato con Quattro dopo mezzanotte.
Stavolta, a differenza di altre volte, me lo sono centellinato.
Ho letto una storia alla volta, intervallandola con altre letture, per meglio assimilarla.
Uno dei miei difetti di lettrice è la voracità, è la troppa la smania di arrivare a vedere "come va a finire" che mi porta ad ingoiare le parole, perdendomi a volte il gusto di assaporare i particolari. Questa volta non è stato così.

Ho letto le storie nell'ordine, quindi ho cominciato con 1922.
Un racconto a posteriori, i vecchi ricordi del protagonista relativi a un omicidio da lui commesso qualche anno prima, un dramma familiare esposto sotto forma di lettera/confessione che narra del rimorso, delle negatività che esso si porta, della rottura degli equilibri fino a.... un finale a sorpresa.... ma neanche troppo.
Ci sono, come è quasi lecito aspettarsi dal Re, elementi un po' surreali, che in certi casi si intrecciano con le allucinazioni, al punto che alla fine niente è veramente chiaro.
Magia o pazzia? O entrambe?
Questo il King che adoro, e questo, fra i quattro racconti, è il mio preferito.

Maxicamionista invece è una storia che potrebbe quasi quasi accadere veramente.
Tess, una scrittrice abbastanza famosa, di ritorno da un incontro con i suoi lettori, cade in un tranello e rischia seriamente la vita. Ma non muore.... e allora reagisce come forse tutte le donne violate sognano di essere capaci di fare.
Molto noir, molta tensione, grande donna!
Ottimo racconto :D

La giusta estensione.
Questa è stata LA sorpresa. Sebbene non ci sia nessuna novità nel solito "patto con il diavolo", e quindi non mi aspettassi chissà che cosa, ho trovato invece molto gradevole questo racconto, che metto al secondo posto dopo 1922 nella mia classifica di gradimento, appena un gradino sotto.
L'opportunismo, il cinismo, l'egoismo, la completa mancanza di scrupoli e di rimorsi del nostro protagonista è già di per sé più diabolico del diavolo stesso, anche se il prezzo dell'estensione è stato parecchio caro!

Un bel matrimonio.
Anche questa è una cosa che potrebbe capitare davvero, e certamente qualcosa di simile è davvero capitato a qualcuno. La sorpresa scioccante, quella che ti mette in crisi... che fare? Ancora una volta l'egoismo umano prevale sulla cosa giusta, perché fare la cosa giusto può rovinare la vita.

Che poi è il "succo" di tutti e quattro i racconti.
L'animo umano ha molte sfaccettature, e come sempre King le analizza tutte in maniera esemplare, questo è uno dei suoi tanti pregi da scrittore; non nasconde gli aspetti peggiori, quelli che creano le sue storie, quelli che sono... ahimé.... sempre presenti anche in molte realtà.

Notte buia, niente stelle è una raccolta che, a mio parere, deve essere letta dagli amanti dei Re, ma non solo, anche se sembra diversa da altre produzioni kinghiane.

Voto 9/10

Edited by Lulysa - 25/9/2022, 10:52
 
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Mara_z
view post Posted on 29/12/2010, 13:44




Bella recensione davvero Silvia, già inserito nella mia wish list, questo è il genere di storie che mi piacciono, di King non ho letto tutto ma molto e Dolores Clairborne e Quattro dopo mezzanotte sono fra i miei preferiti.

linkato
 
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view post Posted on 29/12/2010, 15:02
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Spalatore di nuvole

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Davvero approfondita ed esaustiva recensione, grazie Silvia!^_^
Adesso è in custodia da mia sorella, alla prossima occasione me lo riprendo per leggerlo! ^_^
 
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Elianto782
view post Posted on 31/12/2010, 17:12




Mi trovo sempre molto in difficoltà nel recensire King, non riesco mai ad essere obiettivo, a volte esagerando nelle lodi, a volte nelle critiche ^^ Anche io, come Silvia, preferisco di gran lunga i romanzi kinghiani e una costante di King è che, a prescindere da cosa leggi, ti fa venire voglia di leggere tanto altro scritto da lui, leggere una sua opera è ogni volta come tornare a casa, molti kinghiani come me credo abbiano un forte legame con lo zio che non è paragonabile a quello con nessun altro autore.

Ed è appunto come tornare a casa aprire questa sua nuova raccolta di novelle, a mio parere discreta e che hai nei suoi punti forti 1922, il rimorso e il senso di colpa possono essere così forti da confondere realtà e fantasia, e Maxicamionista, dove la pietà non è di casa.

La giusta estensione l'ho trovata deboluccia come novella, nonostante il finale agghiacciante...Un bel matrimonio invece ha un inizio scoppiettante che poi però pian piano non attecchisce e può lasciare delusi...

Ma la solita postfazione dello Zio valgono a questa raccolta 4 stelline anobiane :)
 
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view post Posted on 5/1/2011, 21:15
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Biting's excellent.
It's like kissing.
Only there's a winner.

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Io aspetterò una edizione economica in inglese... sono decenni che non lo leggo più in italiano.
 
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view post Posted on 20/2/2011, 08:26
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Mi sono accostata a questo libro con la solita trepida speranza di trovarci il King che mi piace e non sono rimasta delusa. Sono banale se dico che sono quattro racconti bellissimi? E va bene, adoro essere banale: sono bellissimi. Sono particolarmente King, anche se io ci ho visto una sorta di “crepuscolarità”, un’aura oscura ma brillante (o, se preferite, brillante ma oscura), una sottile patina di di-sperazione (anche se King nella postfazione lo nega); insomma buio pesto, senza neppure il conforto di una misera stellina di magnitudo apparente +30. Ma più che scrivere analiticamente dei racconti vorrei fare una riflessione sul perché mi piace King, e mi soccorre in questo un libello che ho avuto la fortuna di leggere in questi giorni travagliati, Storie Infinite, raccolta di piccoli saggi e riflessioni di Michael Ende sulla letteratura fantastica.
Ende parte da un’idea che io ho sempre nebulosamente condiviso fin da quando ho cominciato a sviluppare una certa capacità critica, e che è andata via via assumendo contorni sempre più netti: l’artista o lo scrittore non devono predicare a favore di una visione del mondo (…) l’unica cosa che mi indigna (…) è quando sento che l’autore prova a darmi qualche insegnamento. Ecco, è una cosa che indigna anche me. Per questo motivo, oltre che per motivi stilistici, rifuggo la maggior parte degli autori contemporanei che si propongono come magistri vitae. L’Italia non solo non fa eccezione, ma anzi è dolorosamente in prima linea nel perpetrare questa violenza alla letteratura; gli scrittori si propongono a priori come latori di un messaggio politico-sociale (nelle loro opere o nei loro interventi di altro tipo), magari avanzando anche la provenienza da un presunto lato buono del paese (e questa frecciata non è diretta solo a chi lo dice esplicitamente: quasi tutti i letterati o pseudo-tali d’Italia sono politicizzati o peggio e ritengono di far parte di una specie di foedus sanctitatis – ma quanta presunzione! La sanctitas sta negli oscuri, prima di tutto).
Continua Ende: c’è un valore comune che precede ogni critica sociale ed è il valore dell’uomo. Compito del poeta è ricreare continuamente questo valore (…). Se non lo si fa, questo valore perde i colori e la sua consistenza, perde la sua realtà e le conseguenze sono la bestialità e la barbarie.
A me King piace perché fa esattamente questo: ricrea sempre il valore dell’uomo, difende la “riserva della letteratura fantastica”, conserva e tramanda i colori e la consistenza dell’uomo (anche quando sono foschi e tenebrosi), mi tiene lontana dalla bestialità e dalla barbarie, pericoli sempre vicini e molto reali per l’essere umano. E fa tutto questo senza cercare d’indottrinarmi, mai, che si stia esprimendo in un romanzo, racconto, in un messaggio, in un articolo, in un’intervista, in un sito internet. E non perché King rappresenti una letteratura meramente “escapista”, ma perché, ancora una volta con Ende (grazie di essere esistito anzi di esistere), le opere di King sono opere che non dimostrano o confutano alcunché, ma sono qualcosa (come esempi Ende cita Iliade, Odissea, Faust, Le Mille e Una Notte, i romanzi di Balzac e Dostoevskij, Shakespeare).
Inoltre le opere di King sono piene di umorismo. Alla faccia di chi non è in grado di capirlo, apprezzarlo, sopportarlo, esso è IL pilastro di una buona vita e, come dice ancora Ende (scusa se saccheggio il tuo libello!), non può essere mai fanatico né dogmatico (cosa che purtroppo avviene spesso), ma è sempre umano e amichevole; è quell’atteggiamento interiore che ci permette di ammettere senza rancore la nostra inadeguatezza. Non è la stessa cosa della saggezza, ma le è parente stretto.
Tutto questo è King, e lo è anche in questi quattro bei racconti.

1922 è forse la perla nera di questa raccolta, di sicuro il più articolato e il più “classicheggiante” in senso Kinghiano. Non c’è nessun esempio di umanità positiva in questo racconto, neppure il figlio, che anzi risulta ancor più colpevole in quanto si lascia plagiare contro la propria madre e non ha risentimenti personali nei suoi confronti. Inoltre riesce a distruggere la sua vita, quella della sua donna e del loro bambino. Sono troppo dura? Non più di quanto lo sia la storia (e il mio giudizio non significa che non abbia anche compassione di loro). Una storia dura, durissima, tra le più dure mai scritte da King, perché non viene stemperata da nessun empito di vero amore, nessun momento lirico.

Big Driver: il film di Jodie Foster citato nel racconto (che vidi al cinema) innescò una personalissima valutazione sul tema della violenza e della giustizia. Non è sede per parlarne, ma per vari e personalissimi motivi anche la vicenda di Tess è stata di fondamentale importanza per una certa riflessione che fa parte di un percorso catartico. Questo è King. (p.s. mentre leggevo avevo in mente, sempre, le parole che dice Hattori Hanzo a Beatrix in merito alla vendetta nel momento in cui le consegna la spada).

Fair extension: mi immedesimo sempre nelle storie che leggo, sempre, e se non riesco a farlo in nessun punto della storia significa che non è una buona storia. Penso che quasi tutti abbiano provato a immaginare cosa succederebbe se potessero fare un “patto col diavolo”. Non è per nulla una storia banale, in ogni caso: anzi, come ho detto in più di un’occasione, una delle migliori caratteristiche di King è che riesce a rielaborare topoi letterari trasformandoli in piccoli gioielli come questo. Gioielli tanto brillanti quanto tagliente è la cattiveria di Dale, che lascia senza fiato. Insomma, distruggere il tuo nemico può anche andar bene, ma assistere con soddisfazione allo spettacolo della Chera rovinosa che si impadronisce dei suoi innocenti familiari…beh, questa è pura malvagità. Una malvagità gioiosa, che quasi toglie a Dave l’umanità, avvicinandolo ad una figura fantastica di Male Inumano. Si direbbe che Dave prenda da Elvid ben più che un’equa estensione del suo tempo, un bonus, per così dire, di tipo virale, anzi parassitario.

A good marriage: davvero un buon matrimonio! Che c’è di meglio di un marito che ti regge la bacinella per il vomito e ad ogni scarica va a sciacquartela? Io ho un marito meraviglioso, che tuttavia si guarderebbe bene da fare una cosa del genere (il che, forse, significa che non è un brutale serial killer psicopatico! :D). Come scrive il Nostro nella postfazione, bisogna rassegnarsi all’idea che un efferato assassino sia capace, del tutto spontaneamente e in perfetta buona fede, di aiutare le anziane signore ad attraversare la strada, e ci sono poche cose, che fanno parte della natura umana, più vere di questa. L’animo umano è una selva selvaggia e aspra e forte ed è bene che ognuno di noi lo ricordi, sempre, sia in pieno sole, quando tutto sembra reale e sciocco, sia sotto un cielo nero e senza stelle, dove tutte le nostre ombre escono da noi e si fondono lassù, con l’oscurità.

p.s. commento che risente evidentemente della travagliata genesi italiana del libro, per cui l'ho letto in lingua inglese e ne sono rimasta contenta. Almeno non ho dovuto assistere allo scempio della punteggiatura originale e all'uso di BABBO.
 
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maxmax72
view post Posted on 29/6/2011, 16:57






Anche io sono un king-iano di vecchia data (possiedo circa 40 delle 60-70 opere che ha scritto). Solo la serie della Torre Nera non mi ha agganciato, almeno per ora. Generalmente i racconti sono la parte del lavoro di King che amo di meno (ma amo lo stesso, sia chiaro), a parte quella perla che fu "Stand by me". Però "Notte buia, niente stelle" mi ha sorpreso positivamente, sia per la qualità delle storie sia per il loro contenuto. Molto probabilmente, la traduzione di Wu Ming 1 ha fatto il suo (volenti o nolenti non scordiamoci che le traduzioni ci portano un libro molto diverso da quello che avrebbe voluto proporci l'Autore), portando quelle diversità rispetto a Tullio Dobner di cui forse, utlimamente, si sentiva il bisogno. L'unico rammarico che ancora ho, rispetto al Re, è quello di non leggerlo in lingua originale, ma ancora non possiedo una padronanza tale dell'inglese da poter apprezzarne le sfumature, ma dovrò provvedere: sono certo che King in lingua sarebbe ancora più grande. Infine, non evito mai di dire questo: occupandomi di psicologia per lavoro apprezzo particolarmente le descrizioni e gli approfondimenti caratteriali di King. Sarò infarcito di pregiudizi, ma non ho mai trovato nessun autore (di qualunque genere letterario) che avesse una facilità tale nel far capire, ai lettori, come sta un personaggio, cosa sta provando emotivamente e come ci si possa sentire nei suoi panni (soprattutto per quel che riguarda i piccoli protagonisti). King, in questo, non è confrontabile, è oltre (Bateson avrebbe detto "è un livello logico differente")!
 
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view post Posted on 29/6/2011, 18:58
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Io sinceramente non sentivo affatto il bisogno del cambio di traduttore, e leggere in originale e in traduzione l'opera me l'ha solo confermato...ma tant'è, ormai è/sarà fatta.
 
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maxmax72
view post Posted on 29/6/2011, 19:08





Non vorrei essere stato frainteso: per me Dobner è come se fosse King; quando, a suo tempo, alcuni libri erano stati tradotti da altri (non ricordo quali sul momento), mi ricordo che mi ero arrabbiato ancor prima di leggerli. Ho pensato più o meno questo: "ma come si sono permessi a sostituire Tullio? é come se Al Pacino, Stallone e Hoffman non fossero più doppiati da Ferruccio Amendola, uno scandalo..." Prima volevo solo intendere che, forse, dopo tanti anni, una rinfrescata può far bene a tutti, magari anche a Dobner stesso...Infatti spero sinceramente che, pur apprezzando il lavoro di Wu Ming 1, Tullio ritorni ad occuparsi del Re (tra l'altro, non so neanche perchè ci sia stato questo cambio nel traduttore, se è stato situazionale o sarà definitivo...se qualcuno ne sa di più sarei felice di saperlo)
 
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Maledet
view post Posted on 8/11/2011, 09:56




Signore e signori, giù il cappello! Il Re è tornato e lo fa da par suo, magnificamente! King riprende la formula dei 4 racconti lunghi/romanzi brevi (ricordate "Quattro dopo mezzanotte"? Ci siamo capiti...) e si ripresenta con 4 strepitosi gioielli di narrazione. Perle nere, nerissime che formano un diadema di tenebra scura, come solo l'animo umano riesce ad essere.
King si arma di pala e sguardo da cercatore e scava, scava nelle profondità del Lato Oscuro, estraendo quei mostri che si materializzano quando "persone normali vengono messe in situazioni straordinarie", parafrasando la postfazione di "Notte Buia , niente stelle.".
Il Maestro si reimpossessa degli stilemi che lo hanno reso celebre, assicurando al lettore personaggi vividi e splendidamente caratterizzati, una narrazione serrata, adesiva, e sullo sfondo una provincia americana (certo, il mitico New England!), mai così inquietante e reale nella resa, quasi fotografica, delle rapide descrizioni kinghiane.

Un libro da divorare senza remore , in qualche piovosa notte di Novembre, mentre il vento mugghia tra gli alberi e le gocce picchiettano ai vetri delle vostre finestre...

Un caro saluto,
M.
 
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view post Posted on 8/11/2011, 10:31
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CITAZIONE (maxmax72 @ 29/6/2011, 19:08) 
Non vorrei essere stato frainteso: per me Dobner è come se fosse King; quando, a suo tempo, alcuni libri erano stati tradotti da altri (non ricordo quali sul momento), mi ricordo che mi ero arrabbiato ancor prima di leggerli. Ho pensato più o meno questo: "ma come si sono permessi a sostituire Tullio? é come se Al Pacino, Stallone e Hoffman non fossero più doppiati da Ferruccio Amendola, uno scandalo..." Prima volevo solo intendere che, forse, dopo tanti anni, una rinfrescata può far bene a tutti, magari anche a Dobner stesso...Infatti spero sinceramente che, pur apprezzando il lavoro di Wu Ming 1, Tullio ritorni ad occuparsi del Re (tra l'altro, non so neanche perchè ci sia stato questo cambio nel traduttore, se è stato situazionale o sarà definitivo...se qualcuno ne sa di più sarei felice di saperlo)

Condivido tutto quel che hai scritto, e so dirti che Dobner è stato trombato per esigenze tutt'altro che riferibili alla qualità del traduttore. E mi fermo qui, perché mi ribolle il sangue. Wu Ming ha lo stesso agente letterario di King...una strategia, per come la vedo io, esclusivamente di marketing, per lanciare nelle vendite Wu Ming che brillerebbe, nelle intenzioni, di luce riflessa? Non lo so, ma bastava, semplicemente, dirlo...non passare la sciocchezza che c'era BISOGNO di un cambio di traduttore.
 
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Maledet
view post Posted on 8/11/2011, 11:47




Ciao -Bobbi-,

molto interessante la tua osservazione. Anche nella mia umilissima opinione Dobner non giustificava alcun turn-over di sorta, vista la qualità e la fedeltà delle sue traduzioni; ciò non toglie che il lavoro di Wu Ming mi sia parso dignitoso, anche se, devo ammetterlo, non ho prestato un livello massimo di attenzione a questo aspetto, da tanto che ero preso dalla lettura!

Un caro saluto,
M.
 
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view post Posted on 8/11/2011, 18:04
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Per carità, non voglio cadere nelle sterili critiche al traduttore che erano giornaliere per Dobner (frequento certi ambienti, io...), e non è questo il punto. Se noti, però, nella copertina dell'ultimo, uscito oggi, il nome di Wu Ming 1, per quanto più piccolo, spicca addirittura al di sopra di quello di King. Come dissi a suo tempo, non mi pareva proprio il caso di fare ciò, mica è Einaudi che scrive in copertina (e in piccolo) traduzione di Cesare Pavese. E comunque ci sono molte altre questioni sconosciute ai più...ma lasciamo perdere.
Io ho avvertito una differenza in NBNS, ma non l'attribuisco al traduttore, credo che sia un'asciuttezza (passatemi il termine) tutta Kinghiana, molto consona al tenore dei racconti.
 
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Fiver
view post Posted on 8/11/2011, 22:41




Sono un "fedele lettore" del Re e ho letto tutta la sua bibliografia completa. Notte buia, niente stelle per ultimo.
Lo trovai appena uscito di fresco in una libreria di un aeroporto mentre ero in viaggio, la versione originale in inglese, per cui, in questo caso, non posso dire nulla riguardo al nuovo traduttore.

Concordo in toto con la recensione di Silvia65, tra l'altro Quattro dopo mezzanotte fu il primo libro di King in assoluto che lessi, poi tutti gli altri in ordine cronologico partendo da Carrie.
La formula dei quattro racconti lunghi secondo me è dove il Re da il massimo (Stagioni Diverse ne è l'esempio più emblematico). A me comunque piacciono molto anche le raccolte di racconti più brevi.

In questo Notte buia, niente stelle c'è il King che apprezzo di più. In ogni racconto mi sembra di ritrovare la fantastica ispirazione di romanzi o racconti che ho amato di più tra i suoi.

Voto 4,7/5
 
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Maledet
view post Posted on 9/11/2011, 11:40




Anche a mio avviso la formula del "poker" di racconti lunghi resta quella più efficace!

Di NBNS ho inoltre apprezzato molto il tributo che King sembra offrire ai maestri della narrazione "nera": ho colto riferimenti alle tematiche di Poe, del miglior Bradbury e naturalemnte di Matheson (come già accadde in opere precedenti).

Riflettendo su quanto rilevato da -Bobbi-:

- credo anch'io che il linguaggio asciutto sia coerente con la ruvidità dei racconti
- per quanto concerne la reale/presunta operazione di marketing nei confronti di WM1... Pecunia non olet! ;) Soprattutto di questi tempi, in cui non bisogna più stupirsi di niente quando si parla di money!

Un caro saluto,
M.
 
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18 replies since 29/12/2010, 13:33   312 views
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