Oui, c'est moi
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| Ho tenuto, come sempre in questi casi, un piccolo diario di viaggio cartaceo, per appuntare riflessioni, idee, impressioni....per lasciare un ricordo che non sia una foto....e così ve lo propongo...per percorrere con me le miglia nautiche che ho affrontato...buona lettura....stanotte posterò le foto.....ne ho scelte una 40ina per voi.....la crème de la crème.....
Prima notte in barca a vela, era ancorata nel porto di Pesaro…….non ho dormito NULLA….la mattina siamo partiti presto….. verso est….verso il sol levante….verso la Croazia…..mi sono guardata molte volte indietro per osservare la mia città che sbadigliava…mai vista Pesaro da questa angolazione. Dopo molte miglia nautiche, l’azzurro, solo l’azzurro del cielo e del mare ci circondavano...... Improvvisamente la voce del comandante, Pierpaolo, che grida: “Delfini a dritta!!” Sono corsa attraverso il ponte di tek color albicocca tenendo gli occhi fissi sulle pinne che si avvicinavano alla Stella Maris (il nome della barca) e in piedi a prua ho visto 2 delfini che giocavano con le onde prodotte dalla barca…….erano a pelo d’acqua, sembrava che allungando la mano, avresti potuto sfiorarli……..credo che il mio cuore si sia fermato per un attimo dall’emozione….erano belli, lisci, grigi, scintillanti d’acqua, sinuosi….ci hanno accompagnato per qualche minuto e poi si sono inabissati….. Dopo poco, altri delfini, stavolta li ho avvistati io…..nuova corsa verso prua….sempre 2 delfini….una mamma e il cucciolo…….il piccolo che teneva dietro alla mamma….sembrava che sorridessero…..e poi si sono riuniti ad altre pinne che scorgevamo in lontananza a babordo….
Colazione con l’accompagnamento del rollìo della barca…piattaforme petrolifere disseminate come sporadici funghi di metallo……a pranzo abbiamo sperimentato quanto può ondeggiare una barca a vela….tra il vento che porta via tovaglia e tovaglioli, e il rollìo che sposta piatti e bottiglie dal tavolo. Pier (lo skipper comandante) e Antonio (il “secondo”), entrambi palermitani, hanno poi spiegato il jennacker per andare più veloci. Andavamo a motore per dare più stabilità alla barca in una lunga navigazione, ma con la vela gonfiata dal vento abbiamo preso più spinta…
Se guardate sulla cartina dov’è Pesaro e tracciate una linea perfettamente orizzontale verso la Croazia arrivate a Bozava, che è il porticciolo dove ci siamo registrati alla dogana. Primo bagnetto croato in un acqua dal blu così scuro da sembrare nera, poi siamo salpati di nuovo e abbiamo ancorato in rada a Sali…..la sera siamo scesi in questo paesotto di pescatori…la lingua croata è quanto di più lontano dalle nostre lingue romanze….non sono mai riuscita a identificare una qualche struttura sintattica……..acc....
La mattina mi sono svegliata prestissimo e l’acqua era liscia e morbida come la pelle di un neonato….anche le colline intorno sembravano azzurre…una nebbiolina aveva steso un velo rugiadoso su ogni cosa…….mi sono goduta questi minuti di pace assoluta con un libro in mano…… In mattinata, bagni nell’acqua fredda e tuffi dalla prua, sfiorando quasi la catena dell’ancora. Dato che la “deriva” sotto la chiglia era molto lunga, bisognava ancorare in baie con l’acqua molto profonda (dai 25 metri in giù), quindi non si vedeva il fondale. Sulle coste rocciose e fangose c’erano moltissimi ricci…
Nei giorni successivi abbiamo navigato nel Parco Naturale delle isole Kornati facendo lo “slalom” tra canali e calette. Sembrava un paesaggio lunare, isolette tonde a cono, disabitate, rocciose o con radi cespugli di macchia mediterranea. Tutto ciò proseguendo verso sud fino a Zirje. Poi abbiamo gettato l’ancora nel porto di Rogoznica (non molto bella come città…), fatto la spesa per la cambusa, dormito in rada e il mattino dopo siamo ripartiti sempre alternando periodi di navigazione e soste per fare numerosi bagni. Praticamente dei vestiti che mi ero portato in valigia ho indossato solo costumi, parei e copricostumi….di scarpe, neanche l’ombra…abbiamo vissuto a piedi scalzi. Ho trovato, in questi momenti di navigazione, il mio posto preferito al mondo, dopo casa mia: il seggiolino di prua e me ne sono stata ore con i piedi a penzoloni sopra l’ancora in contemplazione del mare….si sentiva solo il rumore del mare e del vento e il sole che scaldava……con il rollìo della barca che fendeva le onde……miiiiiiiiiii che bello………
Ho avvistato 3 tonni…ne ho visto le pinne caudali e la cresta dorsale……..sapeste quanto erano grandi……Pierpaolo ha gettato l’esca con la canna d’altura, ma c’erano già un paio di gommoni che davano loro la caccia; cmq ci siamo gustati a cena, sashimi di tonno preparato da Pier, chef raffinato che si è portato dalla sua Sicilia, uno stipetto di erbe aromatiche…insieme a un Marsala (di Marsala), che parlava, dal profumo che faceva una volta servito nel bicchiere…gustosissimo; aveva il colore di una casa di mattoni rossi al tramonto con guizzi di giallo oro e sapeva di frutta maturata al sole.
Miglia dopo miglia siamo arrivati a Hvar, deliziosa città piena di bancarelle e negozietti, con belle architetture che ricordavano Venezia (la Dalmazia fu territorio veneziano nel ‘500). Abbiamo dormito un paio di notti in rada, visitando le viuzze la sera, al tramonto….sul muro del molo c’erano tante ragazzine che vendevano piccoli oggetti fatti da loro: collane , conchiglie colorate e mercanteggiavano in inglese con i turisti; e la sera, mettevano una candela in un barattolo di vetro per illuminare le loro merci. Ho comprato qual cosina anch’io, per premiare la loro intraprendenza mercantile. Hvar è molto vivace piena di vita, con un castello che domina tutto il porto. La cattedrale è piccola, un po’ spoglia, romanica, ma con un accenno di grazia.
Una mattina, il cielo prometteva tempesta dall’alto del castello…….e tanto vento….Pier ci ha portato in un canale per andare a vela……..prima abbiamo sistemato ogni cosa a bordo di modo che nulla cadesse o rotolasse sottocoperta, poi Antonio ha spiegato la randa (la vela retta da albero e boma) e il trinchetto. Spento il motore…..la barca si è inclinata paurosamente……..ci sembrava di essere alla Coppa America…..a ogni virata, correvamo sul lato opposto della barca per fare da contrappeso…….BELLISSIMO…..poi mi sono seduta dalla parte più inclinata, cercando di catturare con la fotocamera uno degli spruzzi più grandi che bagnavano il ponte….avrei continuato così per sempre………
Ripartiti verso Spalato, invece poi c’è stato un cambio di programma e ci siamo diretti a Trogìr. Contro sole, contro vento, e io a prua…….mi si sono schariti un sacco i capelli…..sono tornata biondissima come quando ero piccola….Trogìr è una piccola isola vicino alla costa, alla fine di una sorta di fiordo, collegata alla terraferma da 3 ponti. Sembrava una piccola Venezia con le vie strette come le calli; architravi in pietra e bifore, selciato liscio e grigio-perla, torri e campannili. Le insegne dei numerosissimi negozi sembravano le tipiche insegne delle taverne nei film ambientati nel Medioevo. Dormito in rada a Trogìr…la mattina ci ha svegliato il rumore del vicino cantiere navale…..ci siamo spostati in una caletta con un rudere per fare colazione poi siamo partiti alla volta di Split, ovvero Spalato.
Spalato è la città più grande che ho visto in quei giorni, alle sue spalle c’era un’alta catena montuosa (mi sono chiesta se fossero i Balcani)….non era possibile ancorare in rada e abbiamo dovuto attraccare alla banchina dietro le direttive di un addetto al traffico portuale….Così legata con 2 grosse funi, tra 2 yacht stratosferici in quanto a dimensioni, mi sono sentita di un triste che non avete idea, mi sembrava che la Stella Maris fosse tenuta prigioniera, imbavagliata.
Scesi in centro città con un taxi, un odore nauseabondo e canzoni di un gruppo di Hare Krishna ci ha “accolto”………mi sono subito pentita di essere scesa a terra….il lungomare da lontano ricorda quello di Montecarlo….era affollatissimo, con la pavimentazione a grandi lastre di marmo bianche, un’illuminazione che ricordava Kalatrava e rumore, chiasso, luci….non vedevo l’ora di tornare a bordo…..mi sentivo stordita…Ci siamo diretti al Palazzo dell’imperatore Diocleziano….ma con mia somma delusione….l’iiluminazione era decisamente pessima: buio, pieno di gente schiamazzante, non me lo sono goduto appieno….o forse ero io che ero malinconica per la fine della vacanza….Fortunatamente ho colto l’occasione di tornare in barca per cena e mi sono rasserenata un po’.
L’indomani, non ce la siamo sentiti di rimanere a Split fino al momento dell’imbarco sull’aliscafo….così siamo usciti per un ultimo bagno in una caletta……..ma non mi sono tuffata…..mentre gli altri sguazzavano vicino alla costa, mi sono seduta sulla scaletta posteriore a leggere, con i piedi a mollo……..meraviglia…………
Primo pomeriggio, caricati i bagagli sull’aliscafo, saluti, baci e abbracci a Antonio e PierPaolo (splendide persone) e ci siamo accomodati in quella gigante scatola di metallo piena zeppa di moquette che era l’aliscafo….Non mi sembrava possibile allontanarmi dalla Stella Maris senza potermi ribellare, senza poter opporre resistenza……mi lasciavo trascinare via senza potermi aggrappare con le unghie e con i denti…..ma così è stato…….che tristezza……..potete capire da queste poche parole quanto mi sia piaciuto vivere in barca per questi pochi giorni…. In aliscafo ho cercato di non pensare al mare blu, al vento, ai gabbiani, alla salsedine che si attaccava agli oblò, alle pompe che bisognava azionare quando facevamo la doccia o utilizzavamo il water, al profumino che saliva dalla cucina quando Pier cucinava, al rumore dell’ancora che saliva o scendeva e Antonio che urlava “libero!” per dire che la barca era disancorata, al mal di terra che mi ha assalito a Hvar, ai cieli limpidi e stellati senza inquinamento luminoso, al ponte bagnato di umidità notturna, al rumore dei cavi di metallo e delle cime che si muovevano al vento, la “deriva” intravista con maschera e tubo….simile a una pinna di squalo che fende silenziosa l’acqua, alle vele, affascinanti porzioni di spazio… che sembrano bianche ali sempre in cerca di vento………
Che dire? Nulla di più….immaginate…Isola di Sali. La mattina. Piccola cappella cattolicaIsola di Sali. La mattina prestissimo. Mare.......liscioPer le altre.....dovrete attendere domattina....stanotte lavorerò di fino......
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