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 Oui, c'est moi
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| Parto da una considerazione. A me piace molto l'autrice, che scoprii nel '91 grazie alla prima pubblicazione in Italia di "Kitchen", forse tutt'ora il libro che in Occidente si ricorda di più. Quindi forse sono di parte.
L' ho letto tanti anni fa (appena tradotto in Italia, quindi nei primi anni '90) e oggi ne ricordo poco la trama, ma ricordo la sensazione che mi diede, quella di un mondo quasi onirico, notturno, con confini confusi ed essendo racconti, li "vissi" come tante piccole parti di una notte illuminata da una luna sconosciuta. Allargando il discorso, i libri di Banana Yoshimoto mi trasportano sempre in un mondo straniante, in bilico, tra il tangibile e l'effimero. Li leggo quando ho bisogno di libri fluttuanti, che non si riescono ad acchiappare concretamente, e ti lasciano volute di emozioni 
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