Mara_z |
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| Ho utilizzato erroneamente il paragone dell’ alcolismo che è una dipendenza e non una compulsione (io sono una fumatrice) come paradosso ma sinceramente conosco molte persone che leggono grandi quantità di libri per il puro piacere e non sotto una spinta psicologia. Attualmente leggo molto perché ho tanto tempo libero, perché 5 ore di sonno mi sono sufficienti e perché i social mi annoiano. Ecco quello che ho notato dello stare sui social anziché leggere è che in maniera compulsiva ci si collega più volte e non è una azione appagante, mentre se si ha un’ora a disposizione per leggere ci si ricarica.
Quando lavoravo se riuscivo a leggere anche solo mezz’ora in pausa pranzo affrontavo il pomeriggio molto più distesa rispetto a qualsiasi altra occupazione e la stessa sensazione di benessere la provavo solo con una lunga camminata veloce e solitaria.
Io non so se davvero esista una qualche compulsione nell’azione di leggere, ma ho il sospetto che nel caso non sia il leggere ma altro.
Più che limitarsi consiglierei di chiedersi dopo ogni libro cosa ci ha lasciato nel bene o nel male e magari sarebbe utile farlo scrivendo le proprie riflessioni, forse questo potrebbe aiutare per fare da cuscinetto tra un libro e l’altro (quando termino un libro devo far passare almeno mezza giornata o una nottata prima di iniziarne un altro) e aggiungo che fino a quando non ho concluso un libro come faccio a sapere se ne è valso la pena. Sapessi quante volte capita invece di sorprendersi per libri di cui non siamo convinti e viceversa di restare delusi da autori che ci sono sempre piaciuti.
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