Un capolavoro, autobiografico e sincero al 100%.
È la storia del rapporto tra tre esseri, direi, essenzialmente: la scrittrice, che trova un nome solo a poche pagine dalla fine (comunque è chiaro che sia la Szabo, non ne ha mai fatto mistero, sono andata alla ricerca di notizie ed esiste ancora anche la casa in cui si svolge la trama), la donna delle pulizie e il cane.
Un rapporto di amore conflittuale e non idealizzato, perché di liscio in questi legami non c'è nulla: la donna delle pulizie, Emerenc, che dice in faccia alla signora che non capisce nulla, che scrive scemenze, che perde tempo; la signora che offende, a volte volontariamente e a volte rendendosene conto solo dopo, Emerenc; il cane che sceglie e indirizza la vita....
E le due case, quella della scrittrice, con un andirivieni continuo di persone di cui non si parla mai, tranne Emerenc che fa gli orari che vuole lei, fa le faccende che vuole lei e nel modo che vuole lei, e la casa di Emerenc di cui solo una persona, e in una situazione particolare, ha potuto vedere cosa ci fosse dietro la porta.
Leggetelo perché è davvero un gran libro, pieno di umanità.
CITAZIONE (feisty @ 28/3/2016, 14:56)
Emerenc, dalle origini che si indovinano benestanti,
Dici? Nel libro racconta di aver dovuto lasciare la scuola a 9 anni per iniziare a lavorare, e poi a 12 o 13 è andata a servizio a Pest in casa di persone agiate. Inoltre il padre le è morto da bambina, e il patrigno non molto dopo. Che cosa ti fa pensare che fosse benestante? Secondo me la Szabo ha fatto di tutto per mettere in evidenza una povertà molto estrema ma molto dignitosa.