A fine lettura devo dire che è un gioiellino, questo noir
Lo stile dell'autore a me è piaciuto, l'ho definito "ipnotizzante", essenziale e cinico, come in un vero noir
, ma allo stesso tempo elegante, e consente di delineare bene i personaggi
Sinceramente ho solo un paio di perplessità, la prima riguarda Scerbanenco
Sicuramente per la sua epoca usare termini come "invertito", indicando un omosessuale, era una normale "prassi"...però ecco, io ho percepito proprio delle note di razzismo, al di là della terminologia, da parte dello scrittore, esprimendosi riguardo uno dei personaggi secondari...
E' che questo modo di esprimersi stride con altre "visuali" che scaturiscono dalla lettura (per esempio sull'alcolismo, o sul modo di tratteggiare alcuni personaggi femminili...e più di tutti sul tema eutanasia), e che invece denotano il pensiero moderno dell'autore, per l'epoca
Quindi è questa contraddizione che mi ha un po' spiazzata :2kfrio.gif:
Su anobii ci sono molte polemiche al riguardo
L'altra perplessità riguarda Lamberti
non ho notato rimorso per quello che succede alla fine a Livia, come se fosse una martire "dovuta"
ma forse verrà approfondita la questione anche successivamente. E comunque non si giudica un protagonista da un solo libro, questo lo so
così come non mi va di far pesare troppo queste perplessità sul giudizio finale, comunque è stata una bella lettura e sicuramente ho voglia di leggere altro