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Scerbanenco, Giorgio - Venere privata , (Duca Lamberti #1)

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lassaggialibri
view post Posted on 9/1/2013, 22:00








Questo magistrale giallo-noir ha più di sessant’anni ma non dimostra rughe o smagliature. Scerbanenco – il maestro – ci regala un ritratto memorabile di una Milano afosa e tentacolare.

La storia. Finalmente, Duca Lamberti è un uomo libero. Tre anni prima era finito in prigione per avere sottoposto ad eutanasia una anziana signora malata terminale. Già, perché Duca era un medico. Era, perché dopo quello che è successo, l’Ordine l’ha sospeso a tempo indeterminato. Così, al giovane non più medico non rimane che recarsi fino a Canzo e occuparsi del figlio di un industriale milanese. Davide, questo è il suo nome, da un anno è sprofondato negli abissi dell’alcolismo e solo Duca potrà aiutarlo a venirne fuori. E sarà proprio calandosi nell’abisso in cui è precipitato Davide che Duca scoprirà una realtà crudele e sconosciuta, che si annida nella tentacolare città avvolta da una cappa di afa agostana.

Quindi. Dopo averlo rinviato più volte, eccomi finalmente a commentare la lettura di un’opera di Giorgio Scerbanenco, maestro indiscusso del giallo italiano degli anni ’60. E non solo. Le aspettative erano alte, ma non sono state affatto deluse. Anzi. Venere privata è un giallo-noir veloce e per nulla ingenuo, che non lesina dettagli cruenti e scabrosi con uno stile che non sembra davvero arrivare direttamente dagli anni sessanta. L’andamento lento e la trama priva di effetti speciali lascia il lettore libero di gustare la scrittura e di immergersi in un mondo, in una città, che non esiste più. In una Milano già così lontana dalla spensieratezza e dall’incauto ottimismo del boom economico e che già arrancava, lasciandosi dietro i meno fortunati e i meno forti costringendoli ad una disperata rincorsa fatta anche di compromessi dolorosi. Duca Lamberti, poi, è un bel personaggio, sorprendentemente moderno, che sarà protagonista di altre tre avventure che mi sono già messo in agenda. Bello.

P.S. In Appendice, Io, Vladimir Scerbanenko, delle veloci pagine autobiografiche in cui l’autore, nel suo stile inconfondibile, racconta la sua storia, unica. Una bella lettura, anche questa, per conoscere meglio questo importante autore italiano del secolo scorso.

Edited by ~ Niniel ~ - 3/11/2016, 08:23
 
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Mara_z
view post Posted on 10/1/2013, 08:47




linkato
 
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Maurizio Mos
view post Posted on 10/1/2013, 09:14




Scerbanenco è, dopo De Angelis, il "giallista" italiano storico, che trova l'ideale proseguimento in alcuni romanzi di Fruttero&Lucentini e in Renato Olivieri. Curioso che agli inizi, oltre a una produzione d'altro genere, per far accettare i suoi racconti polizieschi dovette ambientarli negli USA. Ma erano i tempi in cui il pubblico (e la critica) oscillavano tra zia Aghata e l'hard boiled, entrambi generi, secondo l'opinione di allora, difficilmente "trasportabili" in Italia.
I romanzi polizieschi di Scerbanenco, e Venere privata tra questi è uno dei più belli, sono asciutti, scorrono via veloci e consentono di ritrovare un'Italia ormai persa, l'Italia del "miracolo economico", del "boom" e delle rincorse di chi, non avendo la pazienza o la capacità di viverlo, quel boom, cercava scorciatoie, la via del denaro facile.
Molto bella più che la figura di Duca, che forse più di tutte le altre risente dei romanzi americani, ricordando certe figure stanche e disilluse, quella di Davide, ragazzo schiacciato dalla figura paterna che non l'ha fatto crescere, annegandolo in un mare di timori e di inadeguatezze.
Una cosa a parere mio stona: la figura della ragazza che nella seconda parte affianca Duca è improponibile per il periodo. E se ciò va a merito di Scerbanenco, testimoniando la sua capacità di scrivere in modo "moderno", tuttavia introduce un personaggio improbabile per l'epoca
 
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view post Posted on 8/3/2024, 11:47
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Bomba d'acqua

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A fine lettura devo dire che è un gioiellino, questo noir
Lo stile dell'autore a me è piaciuto, l'ho definito "ipnotizzante", essenziale e cinico, come in un vero noir :D, ma allo stesso tempo elegante, e consente di delineare bene i personaggi

Sinceramente ho solo un paio di perplessità, la prima riguarda Scerbanenco
Sicuramente per la sua epoca usare termini come "invertito", indicando un omosessuale, era una normale "prassi"...però ecco, io ho percepito proprio delle note di razzismo, al di là della terminologia, da parte dello scrittore, esprimendosi riguardo uno dei personaggi secondari...

E' che questo modo di esprimersi stride con altre "visuali" che scaturiscono dalla lettura (per esempio sull'alcolismo, o sul modo di tratteggiare alcuni personaggi femminili...e più di tutti sul tema eutanasia), e che invece denotano il pensiero moderno dell'autore, per l'epoca

Quindi è questa contraddizione che mi ha un po' spiazzata :2kfrio.gif:
Su anobii ci sono molte polemiche al riguardo

L'altra perplessità riguarda Lamberti
non ho notato rimorso per quello che succede alla fine a Livia, come se fosse una martire "dovuta"

ma forse verrà approfondita la questione anche successivamente. E comunque non si giudica un protagonista da un solo libro, questo lo so :lol: così come non mi va di far pesare troppo queste perplessità sul giudizio finale, comunque è stata una bella lettura e sicuramente ho voglia di leggere altro
 
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3 replies since 9/1/2013, 22:00   128 views
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