Laura Palmer |
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| E' difficile dare un giudizio e penso che le diversità economiche, culturali e "personali" dei due paesi non rendano la questione di difficile soluzione. Io non frequento molto le biblioteche perché spesso mi sento a disagio con gli estranei ^^''' per quel poco che ci vado, però, devo notare che quel che si dice sulla competenza del personale purtroppo è spesso vero. Non sempre: è ovvio che ci siano bibliotecari appassionati di libri e del loro lavoro, ma non è ammissibile la discontinuità in un lavoro del genere. Come per l'insegnamento purtroppo dovrebbero essere altri i criteri coi quali scegliere i bibliotecari, e questo mi sembra un nodo molto più importante che la fruizione a pagamento.
Per quanto riguarda quella: io sarei disposta a pagare una quota annua a patto che i servizi funzionino non meno che perfettamente e a patto di avere persone competenti e motivate. Ci sono un sacco di persone che posso permettersi di pagare una quota non troppo elevata e anche qui si potrebbe fare un'esenzione per reddito per le persone che davvero non possono permettersi di pagare. Perché secondo la mia esperienza del mondo spesso chi risparmia su queste cose non sono i più deboli economicamente ma i più forti...ho conosciuto famiglie di condizioni modeste che hanno comprato libri a rate e famiglie altoborghesi che si sono sempre servite delle biblioteche...naturalmente però condivido l'idea di base che la cultura debba essere accessibile a tutti. Solo che così non è in effetti, cinema teatro concerti e musei costano parecchio per tutti.
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