Il bar delle grandi speranze - Moehringer, J.R.Trama: J.R. cresce catturato da una voce. La voce di suo padre, un discjockey di New York che ha preso il volo prima che lui pronunciasse la sua prima parola. Con l'orecchio schiacciato contro la radio, vorrebbe spremere da quel timbro caldo i segreti dell'identità e dell'universo maschili. Sua madre è il suo mondo, è la sua roccia, ma lui cerca anche qualcosa di più, qualcosa che riesce ad avvertire solo in quella voce. A otto anni, quando anche la voce alla radio scompare, J.R. scappa disperato fino al bar all'angolo, e lì scopre un nuovo mondo, e un coro turbolento di nuove voci. Quelli che si rifugiano al «Dickens» per raccontare le proprie storie o scordare i propri guai sono poliziotti e poeti, allibratori e soldati, star del cinema e pugili suonati. E poiché si diventa grandi per imitazione, a ciascuno di questi uomini J.R. ruberà qualcosa, diventando un piccolo «ladro di identità». Appassionato e malinconicamente divertente, il racconto della lotta di un ragazzo per diventare uomo, di un turbolento amore tra una madre e il suo unico figlio, ma anche un ritratto di come gli uomini rimangano, nel fondo del loro cuore, dei ragazzi perduti.
Recensione: Io l'ho finito giovedì sera e nel complesso mi è piaciuto, non tanto da considerarlo un capolavoro, ma abbastanza per poter dire che si tratta di una buona storia tenendo conto che è autobiografica.
Si tratta di una storia gradevole, che non annoia e che ti permette di conoscere da vicino un tipo di realtà americana.
Il protagonista del romanzo, come si evince dal titolo, è il bar con tutti coloro che lo frequentano per lavoro, per passare il tempo o anche perchè no per bere.
J.R. Moehringer ha saputo ben inserire la sua vita all'interno di questo piccolo microcosmo che lo aiuterà a diventare un uomo e dove troverà persone sempre disposte a dargli un consiglio e a gioire con lui dei suoi successi o partecipare agli insuccessi.
La narrazione scorre piacevolmente e ciò che mi è piaciuto di più è stato conoscere più da vicino il ruolo che hanno i bar nella vita degli statunitensi, perchè da sempre è un luogo importante nella loro vita come si può comprendere anche dal cinema dove spesso ci sono scene girate in un bar. Conoscere quindi questo luogo di culto e farlo conoscere meglio a chi non è americano è un merito di Moehringer.
I personaggi sono funzionali alla storia ma, a parere mio, tranne alcuni come lo zio Charlie, il nonno e forse la madre, non sono ben delineati si tratta di persone che compaiono solo come comprimari per dare efficacia alla storia. Molti capitoli che vedono per protagonista uno dei frequentatori del bar sembrano come dei racconti inseriti in un contesto più ampio.
Edited by Lulysa - 19/10/2023, 19:01