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Moehringer, J.R. - Il bar delle grandi speranze

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view post Posted on 7/3/2009, 17:40
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Tsunami spaventoso

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Il bar delle grandi speranze - Moehringer, J.R.

Trama: J.R. cresce catturato da una voce. La voce di suo padre, un discjockey di New York che ha preso il volo prima che lui pronunciasse la sua prima parola. Con l'orecchio schiacciato contro la radio, vorrebbe spremere da quel timbro caldo i segreti dell'identità e dell'universo maschili. Sua madre è il suo mondo, è la sua roccia, ma lui cerca anche qualcosa di più, qualcosa che riesce ad avvertire solo in quella voce. A otto anni, quando anche la voce alla radio scompare, J.R. scappa disperato fino al bar all'angolo, e lì scopre un nuovo mondo, e un coro turbolento di nuove voci. Quelli che si rifugiano al «Dickens» per raccontare le proprie storie o scordare i propri guai sono poliziotti e poeti, allibratori e soldati, star del cinema e pugili suonati. E poiché si diventa grandi per imitazione, a ciascuno di questi uomini J.R. ruberà qualcosa, diventando un piccolo «ladro di identità». Appassionato e malinconicamente divertente, il racconto della lotta di un ragazzo per diventare uomo, di un turbolento amore tra una madre e il suo unico figlio, ma anche un ritratto di come gli uomini rimangano, nel fondo del loro cuore, dei ragazzi perduti.

Recensione: Io l'ho finito giovedì sera e nel complesso mi è piaciuto, non tanto da considerarlo un capolavoro, ma abbastanza per poter dire che si tratta di una buona storia tenendo conto che è autobiografica.
Si tratta di una storia gradevole, che non annoia e che ti permette di conoscere da vicino un tipo di realtà americana.
Il protagonista del romanzo, come si evince dal titolo, è il bar con tutti coloro che lo frequentano per lavoro, per passare il tempo o anche perchè no per bere.
J.R. Moehringer ha saputo ben inserire la sua vita all'interno di questo piccolo microcosmo che lo aiuterà a diventare un uomo e dove troverà persone sempre disposte a dargli un consiglio e a gioire con lui dei suoi successi o partecipare agli insuccessi.
La narrazione scorre piacevolmente e ciò che mi è piaciuto di più è stato conoscere più da vicino il ruolo che hanno i bar nella vita degli statunitensi, perchè da sempre è un luogo importante nella loro vita come si può comprendere anche dal cinema dove spesso ci sono scene girate in un bar. Conoscere quindi questo luogo di culto e farlo conoscere meglio a chi non è americano è un merito di Moehringer.
I personaggi sono funzionali alla storia ma, a parere mio, tranne alcuni come lo zio Charlie, il nonno e forse la madre, non sono ben delineati si tratta di persone che compaiono solo come comprimari per dare efficacia alla storia. Molti capitoli che vedono per protagonista uno dei frequentatori del bar sembrano come dei racconti inseriti in un contesto più ampio.

Edited by Lulysa - 19/10/2023, 19:01
 
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abtonung
view post Posted on 7/3/2009, 18:08




bella recensione :)
 
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view post Posted on 7/3/2009, 18:23
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Tsunami spaventoso

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CITAZIONE (abtonung @ 7/3/2009, 18:08)
bella recensione :)

:wub: :wub: grazie Ari sei un tesoro ma, non ho scritto che un breve commento, per la recensione avrei avuto bisogno di più tempo e calma.
 
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ApettaVale
view post Posted on 10/3/2009, 11:53




Premetto che le autobiografie non sono esattamente il mio genere preferito, anzi di solito tendo ad evitarle.
Invece questa mi è piaciuta abbastanza; inoltre è molto scorrevole, le 400 e passa pagine si leggono in un baleno.
La prima parte è quella che mi è piaciuta di meno, come già detto in altra sede mi ha messo una gran tristezza addosso. La parte che invece ho preferito è quella riguardante Yale, sembrava di passeggiarci, anche se avrei preferito un po' più di spazio dedicato alle lezioni che ha seguito.
I personaggi, le discussioni, i luoghi sono davvero ben elaborati: come detto da Valeria, i capitoli dedicati ai singoli personaggi sembrano delle mini-storie all'interno del libro, e come struttura mi è piaciuta.
L'unica pecca è che non mi ha lasciato molto, nel senso che la storia mi è passata sopra senza riuscire a farla mia.

Voto: 7,5/10
 
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view post Posted on 12/3/2009, 10:31
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The purple Witch

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Per una volta faccio la voce fuori dal coro. :P

A me questo libro non è piaciuto, lo posso solo salvare per lo stile scorrevole e per la facilità di lettura data dai capitoli brevi.
Per il resto mi pare carente di trama, alla fine quella che viene narrata è la vita di un uomo debole che non riesce ad affrontare la vita, che ama il bar più della sua casa, che preferisce sbronzarsi piuttosto che affrontare la vita, che rincorre un uomo che non l'ha voluto trascurando la madre che l'ha cresciuto con amore.
Un uomo che si sente forte solo nel bar, ma che alla fine diventa forte (o quasi) solo quando il bar chiude.

Molti di noi, se si mettessero a scrivere la propria vita, avrebbero probabilmente storie più interessanti..... -_-

Inoltre la narrazione non è lineare, ogni capitolo è scollegato agli altri, si potrebbe pure leggere in ordine sparso, è un libro che raccoglie tante storie, tanti episodi, tanti personaggi di cui, in tutta sincerità, non sono riuscita ad affezionarmi o a simpatizzare con nessuno, forse solo un pò con la madre di JR in quanto, essendo madre single anch'io, posso capire i suoi sforzi per crescere un figlio fra mille difficoltà, anche economiche ma non solo, e dispiacermi per l'indifferenza e l'ingratitudine che ha ricevuto in cambio.

JR ha suscitato in me solo sentimenti negativi, come lo squallore di veder sprecate tante occasioni, affogate nell'alcol, o la tristezza di non aver saputo apprezzare l'amore di sua madre addolorandola con la continua ricerca del padre, o ancora l'incredulità per l'inutile avversione verso il suo nome e la rabbia nel vedere che si è preso come idoli degli ubriaconi dediti al gioco d'azzardo.


Un libro che non consiglierei :(
 
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Elo_
view post Posted on 13/3/2009, 22:24




sicuramente è un libro che non avrei letto di mia spontanea volontà, non mi è completamente dispiaciuto, però è vero che il protagonista fa venire il nervoso e anche la "storia" sembra sempre ferma allo stesso punto e a volte fa dei balzi in avanti e sembra che abbia saltato proprio l'unica cosa interessante... alla fine risulta comunque scorrevole, probabilmente come avete detto voi per i capitoli brevi e le diverse storie collaterali.
 
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view post Posted on 16/3/2009, 18:24
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Oui, c'est moi

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Recensione a breve giro di posta. Intanto anticipo che mi è piaciuto molto ;)
 
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rosa lotus
view post Posted on 19/3/2009, 15:22




in generale mi è piaciuto e ho apprezzato anche gli inserti con i vari personaggi, anche se erano fini a se stessi

però .... la scarsità di discorso diretto me lo ha reso un attimino pesante e direi che j.r. da bambino non parla come un bambino, ma come un adulto

in complesso è stata una lettura non particolarmente emozionante, ma comunque piacevole :) :) :)


ma solo a me, tutto quel parlare di alcool e sbornie, ha fatto venire come una specie di "nausea"? alla fine

SPOILER (click to view)
quando il protagonista ha smesso di bere


mi sono sentita molto meglio! :lol:
 
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view post Posted on 23/3/2009, 08:56
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Spalatore di nuvole

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Tenendo conto che le biografie in generale non mi dispiacciono, e che questo è fondamentalmente un punto di vista sulla società americana dei tempi attuali filtrata da un osservatorio immobile e contemporaneamente in continuo mutamento, come può essere il porto sicuro, l'approdo del locale in cui il protagonista si ritrova, lo considero un romanzo sorprendente per vigore narrativo e per freschezza espositiva.
La suddivisione in mini storie, pur legate dal "fil rouge" del ritrovarsi alfine al bancone "in legno pregiato", è di certo stato un metodo vincente per non rendere pesante la trattazione di alcuni argomenti, permettendo all'autore di evitare di annoiare il lettore.
Un po' Dickens, un po' Melville, è in generale simile ai romanzi di formazione in cui un "pivello" viene svezzato, più che da un nucleo familiare tradizionale, da un coacervo di vicissitudini e da personaggi tra i più strani ed improbabili, sorta di nucleo familiare parecchio allargato.
In tanti riescono a dare il loro contributo, poiché dietro la scorza creata sopra di loro dalle vicissitudini esistenziali, forniscono un fondamentale apporto per far crescere il protagonista, così come mirabilmente descritto in un tratto brillante del romanzo ("ci vogliono tanti uomini per farne crescere uno", recito a memoria...).
Trasuda da ogni pagina l'amore dell'autore per la lettura, i libri, e la loro capacità di salvarti anche dall'orlo del baratro, cosa per cui scrive le pagine più belle (quelle di Bill e Bud) così come il sacro rispetto e l'esaltazione dei vincoli amicali, cose che mi hanno quasi commosso, per l'assenza di simili legami forti nell'egoistica individualità del nostro vivere.
Vince sovente la nostalgia che ammanta gran parte delle mini storie, per la continua celebrazione del perdere, del lasciarsi alle spalle eventi piacevoli o intensi o tristi o traumatici, per ritrovarsi al banco a cercarne sublimazione alcolica.
Nel solco della tradizione degli scrittori che raccontano la capacità salvifica della cultura, dei valori dei rapporti umani, del rispetto delle proprie radici, o soltanto di un libro, poiché paralelle a mie vicissitudini (ma non solo) a me è piaciuto davvero...

Voto 9/10
 
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view post Posted on 23/3/2009, 15:56
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Tsunami spaventoso

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Dopo questa recensione credo che non ci possa essere più nulla da dire.
Analisi perfetta.
I miei complimenti.
 
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abtonung
view post Posted on 25/3/2009, 16:26




aggiungere qualcosa a quello che avete detto mi sembra superfluo, soprattutto dopo la recensione di Hit.
ci ho messo un po' di tempo a leggere questo libro a causa del poco tempo la lettura è stata altalenante specialmente nella parte centrale però poi mi ha assolutamente coinvolta, era tanto che non cospargevo di post it la scrivania con le citazioni di un libro, i continui rimandi alla musica e alla letteratura sono bellissimi, inoltre il Grande Gatsby è un libro che adoro e quindi i richiami ai suoi personaggi non potevano che farmi sorridere.
bellissima prosa, il bar e i vari protagonisti di accolgono e ti sembra di stare li saduto con loro intanto che raccontano la loro vita. e alla fine ti dispiace quasi separartene. il discorso finale legato alle vicende dell'11 settembre l'ho trovato molto bello, ha reso ancora più vero quello che JR aveva raccontato nella parte precedente, più vicino a noi.
bella lettura. :)











 
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Meng
view post Posted on 4/4/2009, 13:58




È un libro che mi ha sorpresa in positivo. Mi è piaciuto molto. Moehringer sa raccontare molto bene le atmosfere... anch'io ho amato il fatto che parlasse spesso di libri, di musica e di cinema. Mi è piaciuto soprattutto che si parlasse di Fitzgerald e de il Grande Gatsby, di Sinatra e di Bogart in Casablanca. E poi mi sono piaciute tutte quelle storie di uomini (e anche qualche donna)... i cui percorsi si sono incrociati in un bar. Bob è uno dei personaggi che mi è piaciuto di più. Bob e la sua fame di libri, la sua voglia di conoscenza. Mi sembra quasi di averlo conosciuto. Il modo in cui Moehringer ha raccontato di tutti... sembra davvero di averli conosciuti un po' e di essere entrata anch'io una volta in quel bar.

Voto: 8,5
 
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view post Posted on 10/4/2009, 13:26
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La donna che leggeva troppo

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Io l'ho comprato oggi!!!!!!!!!!Lo so sono indietro, ma cercherò di recuperare, ho letto qualche vostra opinione, ma visto che devo ancora scoprire tutto non ho letto fino in fondo. Spero di finirlo in tempo!!!!!!!!!!!!!!!! :huh: :huh:
A presto Mary
 
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view post Posted on 21/4/2009, 21:57
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La donna che leggeva troppo

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Ho finito di leggere questo libro ieri sera e devo ammettere che a me è piaciuto molto.
Per certi versi mi sono ritrovata nel J.R. da piccolo, la sua solitudine, il mitizzare certe persone, la scoperta dei libri che gli ha fornito la possibilità di poter conoscere storie e personaggi al di fuori del suo contesto.
A volte questo libro mi ha fatto pensare a Fante, in "Aspetta primavera, Bandini", dove Bandini bambino sogna una vita diversa da quella in cui vive, dove il sogno americano è l'unica speranza per poter andare avanti ed il tanto citato Gasby.
Ho trovato molta letteratura americana che a me piace molto.
Il tema del bar come luogo di rifugio da una vita colma di mancanze è un tema che per certi versi lo sento mio. Ai tempi dell'università i miei luoghi di rifugio dalle brutture erano proprio i bar, che sono molto diversi da quelli americani, ricordo che mi rintanavo in un bar specifico e ci passavo ore a leggere, a sognare. Si forse è inizialmente un debole questo personaggio, ma credo che lo siamo un po' tutti nell'adolescenza, ognuno di noi ha un rifugio dal quale ci distacchiamo pian piano negli anni.
Mi ha emozionato, mi ha fatto stare sulle spine, mi ha coinvolto.
Anche le storie dei vari personaggi, personalmente, li ha resi bene.
Un bel libro.
Vi auguro buona notte
Mary
 
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maridimau
view post Posted on 2/5/2009, 00:17




Questo romanzo non mi era stato consigliato ma l'ho scelto per caso in libreria, forse attratta dal titolo, o dalla quarta di copertina, non so.
Diciamo che di solito ho l'impressione che sia il libro a scegliere me e non viceversa, non so se qualcun altro ha mai avuto questa impressione.
Cmq il libro non mi è dispiaciuto ma non mi ha nemmeno entusiasmata. La trama è piuttosto inconsistente, si tratta di un'autobiografia che ha quasi la struttura di un diario personale, Rispecchia una realtà molto anglosassone in cui ubriacarsi è spesso il passatempo preferito di molte comunità.
Non so se lo consiglierei :huh: :huh:
 
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19 replies since 7/3/2009, 17:40   3936 views
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