A me Dick non piace... non sono mai riuscita ad entrare in sintonia con i suoi racconti e credo sia uno dei pochi autori (forse il solo) che preferisco trasposto su pellicola che non nella versione cartacea originale.
Lessi "La svastica sul sole" alle medie. Di quella prima lettura, a parte l'antipatia per l'autore, è rimasto molto poco. Non ricordavo neppure la presenza del Libro dei Mutamenti, forse perché ai tempi io e l'Oracolo non ci frequentavamo.
Dick è terribilmente, idiosincraticamente, irrimediabilmente pessimista.
Tutti i suoi personaggi, tutte le situazioni descritte sono negative e, quando sembra esserci uno spiraglio, in realtà lo spiraglio serve solo a farsi sbattere la porta in faccia.
"The man in the High Castle" non è diverso dagli altri.
Si parte da un piccolo gruppo di personaggi che sono sfortunati e che vivono un'esistenza precaria e a rischio, pronta a crollare non appena possibile. Sono tutti collegati tra loro e le azioni di uno ricadono inevitabilmente sul destino degli altri, destini che sono ininfluenti rispetto il vero protagonista della storia.
Il vero protagonista è però un altro libro, un libro ucronico che presenta una realtà diversa da quella raccontata nel libro principale, ma a sua volta diversa dalla nostra vera realtà... un sogno dentro un sogno dentro un sogno, come quello che vivrà per un istate uno dei personaggi, trovandosi improvvisamente in una San Francisco
diversa, anche se non si capisce a quale realtà alternativa possa appartenere.
Questa realtà alternativa viene raggiunta tramite un terzo libro, reale (nel senso che esiste al di fuori della finzione narrativa) e molto più vecchio, simbolo dell'instabilità della condizione umana: il libro delle rivelazioni, l'I-ching.
Un libro le cui risposte sono da interpretare e che quindi non forniscono una vera strada da seguire. Risposte che possono modificare il corso della vita del personaggi, portandoli in realtà ad agire nel modo più consono al caso che li guida.
Un libro che ha permesso allo scrittore
di scrivere un libro con un personaggio che scrive un libro utilizzando l'I-ching come guida e che ha spinto uno degli altri derelitti di costruire oggetti che, liberando l'energia, creano lo stato di wu del vuoto, della non esistenza che è fonte dell'esistenza collettiva... e del caos.
E si torna al principio del caos iniziale, che ha portato il mondo ad essere un mondo orribile, in grado di immaginare un mondo diverso, ma altrettanto orribile che, nella loro somma, non sono altro che una piccola frazione dell'orrore in cui probabilmente viveva Dick normalmente.
Edited by taksya - 11/4/2017, 17:48