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Dick, Philip K. - La svastica sul sole - L'uomo dell'alto castello

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view post Posted on 15/9/2008, 09:45
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Lascio che le cose mi portino altrove

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Parlare di Philip Dick è un'impresa non da poco. E anche racchiuderlo in un determinato genere. “Fantascienza, no?” Sì e no. Un futuro indefinito e immaginifico. Ma se si gratta appena un po' la patina di science fiction ci si rende conto che c'è ben altro dietro il proliferare di universi paralleli e nuovi mondi con nuove tecnologie.
C'è una critica feroce al sistema, all'economia, agli Stati Uniti, al consumismo e al capitalismo puro, alla religiosità ottusa, non si risparmia nessuno. La vena polemica non è neanche troppo mascherata, e PKD filosofo ha influenzato inesorabilmente le generazioni a venire, forse non in maniera evidente come Azimov e le sue leggi robotiche, ma ha alimentato la fantasia un po' morbosa di migliaia di persone, e decine sono i film tratti da o ispirati alle sue opere.
Dick incontra le paranoie giovanili in un punto esatto e ben preciso, come Orwell con 1984 una volta che “ci sei entrato” non ne esci più. (Ma oggi chi osa più dire che 1984 è un libro di fantascienza?)
La mia conoscenza al riguardo non è così vasta come vorrei, e non posso permettermi una trattazione esaustiva, quindi, terminata questa brevissima introduzione passo direttamente al succo.

La Svastica sul Sole, noto anche come L'Uomo dall'Alto Castello (le ultime edizioni tendono a ripristinare titoli più simili all'originale, ma in Italia per 50 anni è stato conosciuto con il primo nome) è ambientato in un futuro alternativo.
In questo futuro i nazisti e i giapponesi hanno vinto la seconda guerra mondiale, spartendosi il mondo. Hitler è impazzito e Goebbles che è il sovrano e padrone della sua porzione di terra. L'America è poco più di una colonia sfruttata fino all'osso, gli ebrei sono stati sterminati e due libri dominano la vita delle persone. Uno è l'i-ching, nessuno osa fare una mossa senza aver prima consultato le tavolette (e Dick dimostra una profonda conoscenza dell'argomento). L'altro è un libro di fantascienza, La cavalletta non si alzerà più, in cui si immagina un mondo in cui le cose sono andate diversamente, in cui gli alleati hanno vinto la guerra. Ma è un mondo ben diverso dal nostro....
All'interno di questa realtà allucinante si muovono dei personaggi annichiliti, terrorizzati. Spicca la storia di cinque personaggi, tra cui un orefice che crea strani gioielli, di un non precisato materiale, che hanno il potere di farti sognare, o vivere, o semplicemente immaginare l'inesistente universo migliore dei sogni fantascientifici dello scrittore pazzo...
E quale è la realtà? Quale è il vero universo? Davvero le cose sarebbero potute andare diversamente?...

Edited by Lulysa - 7/10/2022, 10:27
 
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view post Posted on 10/1/2011, 23:28
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Biting's excellent.
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A me Dick non piace... non sono mai riuscita ad entrare in sintonia con i suoi racconti e credo sia uno dei pochi autori (forse il solo) che preferisco trasposto su pellicola che non nella versione cartacea originale.

Lessi "La svastica sul sole" alle medie. Di quella prima lettura, a parte l'antipatia per l'autore, è rimasto molto poco. Non ricordavo neppure la presenza del Libro dei Mutamenti, forse perché ai tempi io e l'Oracolo non ci frequentavamo.
Dick è terribilmente, idiosincraticamente, irrimediabilmente pessimista.
Tutti i suoi personaggi, tutte le situazioni descritte sono negative e, quando sembra esserci uno spiraglio, in realtà lo spiraglio serve solo a farsi sbattere la porta in faccia.

"The man in the High Castle" non è diverso dagli altri.
Si parte da un piccolo gruppo di personaggi che sono sfortunati e che vivono un'esistenza precaria e a rischio, pronta a crollare non appena possibile. Sono tutti collegati tra loro e le azioni di uno ricadono inevitabilmente sul destino degli altri, destini che sono ininfluenti rispetto il vero protagonista della storia.
Il vero protagonista è però un altro libro, un libro ucronico che presenta una realtà diversa da quella raccontata nel libro principale, ma a sua volta diversa dalla nostra vera realtà... un sogno dentro un sogno dentro un sogno, come quello che vivrà per un istate uno dei personaggi, trovandosi improvvisamente in una San Francisco diversa, anche se non si capisce a quale realtà alternativa possa appartenere.
Questa realtà alternativa viene raggiunta tramite un terzo libro, reale (nel senso che esiste al di fuori della finzione narrativa) e molto più vecchio, simbolo dell'instabilità della condizione umana: il libro delle rivelazioni, l'I-ching.

Un libro le cui risposte sono da interpretare e che quindi non forniscono una vera strada da seguire. Risposte che possono modificare il corso della vita del personaggi, portandoli in realtà ad agire nel modo più consono al caso che li guida.
Un libro che ha permesso allo scrittore
di scrivere un libro con un personaggio che scrive un libro utilizzando l'I-ching come guida e che ha spinto uno degli altri derelitti di costruire oggetti che, liberando l'energia, creano lo stato di wu del vuoto, della non esistenza che è fonte dell'esistenza collettiva... e del caos.


E si torna al principio del caos iniziale, che ha portato il mondo ad essere un mondo orribile, in grado di immaginare un mondo diverso, ma altrettanto orribile che, nella loro somma, non sono altro che una piccola frazione dell'orrore in cui probabilmente viveva Dick normalmente.

Edited by taksya - 11/4/2017, 17:48
 
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view post Posted on 11/1/2011, 09:06
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Oui, c'est moi

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cosa vuol dire "libro ucronico"? :huh: E' la prima volta che incontro questo vocabolo
 
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Elianto782
view post Posted on 12/1/2011, 15:18




in parole spicce diciamo che è una delle tante alternative alla storia così come la conosciamo noi, per esempio anche in questo romanzo è presente un libro che tratta sì di una seconda guerra mondiale in cui i tedeschi e giapponesi sono stati sconfitti, ma con conseguenze differenti da quelle della storia reale ^^

Primo contatto con Dick e devo dire che è davvero particolare e per capirlo meglio occorrerà leggere altri suoi romanzi, così come feci con Ballard. Una fantascienza che definirei mentale e che mi è apparsa più chiara grazie alla stupenda postfazione di Liberati. Mi aspettavo molta più azione e uno stile molto più particolare, mi piace molto la sua scrittura fluida e precisa :)
 
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view post Posted on 10/6/2012, 18:11
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la Prof ♥

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E' il terzo libro di Dick che leggo, e mi ha confermato la buona opinione che ho di questo scrittore.
Intendiamoci: leggere un libro di Dick non è affatto semplice; egli ha una personalità veramente molto pessimista, ed è un pessimismo mai esibito attraverso diciarazioni esplicite, ma sempre sotterraneo e filtrante, il che è sicuramente peggiore nel senso che è senz'altro più "ad effetto". E convincente. E' un romanzo dei primi '60 ma, come tutte le opere che vale la pena leggere, conserva una freschezza che lo rende fruibile anzi godibile anche oggi, nel 2012.
All'inizio sembra di essere in un libro che parla di una realtà storica alternativa, quella, come ormai sappiamo, in cui Germania e Giappone hanno vinto la guerra e gli Stati Uniti sono pressoché colonizzati dalle due potenze vincitrici. Invece è un mondo in cui sono presenti realtà parallele e alternative (esemplare il momento in cui Tagomi slitta tra due mondi): quella che all'inizio accettiamo come reale, quella del libro, quella sottintesa della nostra realtà di lettori, e probabilmente anche le realtà psicologiche individuali dei protagonisti. Nulla sembra troppo stabile, tutto sembra piuttosto fluido. Centrale nel mondo di Dick è senza dubbio l'arte: l'arma della "resistenza" degli americani colonizzati è proprio questa, ed è una prospettiva che scalda veramente il cuore.
 
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Giam1976
view post Posted on 17/9/2012, 17:10




Mi è piaciuto, pur trovandolo molto meno profondo e soprattutto scientifico di Asimov, ma non è come me lo aspettavo: infatti è più che altro un libro distopico che un libro di fantascienza. Le vicende narrate sono possibili e reali, non coinvolgono nessuna tecnologia avveniristica, esiste solo, tra le cose non reali di questo libro, la teoria degli universi paralleli in cui le vicende si svolgono diversamente che nell' unico universo in cui viviamo.
Tale creazione di fantasia dell' autore serve a indagare sulla società e i costumi della cultura popolare in un mondo in cui nazisti e giapponesi hanno vinto la seconda guerra mondiale, per mostrare al lettore quanto poco tale società finirebbe col variare dalla nostra: tale idea è la migliore di questo libro, Dick mostra come certi archetipi umani non variano con la grande storia e la politica ma restano uguali, cambia solo il gioco delle parti a seconda di chi vince o perde le guerre. Tale idea mi ha ricordato Thackeray della fiera della vanità ed è ciò che mi ha reso bello questo libro.

Per quanto riguarda il confronto con Asimov: devo ancora leggere altri libri di Dick che contengano veri riferimenti scientifici e tecnologici e non fantasia, tipo Blade runner o Minority report, ma credo già di poter dire che capisco perchè Asimov mi sia stato consigliato da un amico di famiglia scienziato mentre Dick piace più ai giovani, e perchè Asimov ha ispirato la filmografia tantissimo ma film interi basati sulla Trilogia della Fondazione non ce ne sono mentre di film tratti da Dick ce ne sono parecchi. Asimov infatti analizza dal punto di vista storico, umanistico e filosofico le trasformazioni indotte da possibili tecnologie future, tipo poter leggere nel pensiero, poter colonizzare mondi lontani creando così mega stati difficili da governare, poter difendere le persone con schermi di forza, etc., immaginando così una possibile società futura con la scienza e l' uomo sempre al centro, senza che nessuno possa poi descrivere tali concetti in un breve film, perchè sono argomenti troppo astratti o documentaristici. Dick invece è meno rigoroso scientificamente o non lo è per nulla e lavora di fantasia, e analizza invece i cambiamenti nel tempo della cultura popolare, con storie molto più concrete e narrabili in un film. Infatti è stato considerato un autore avant pop e/o punk. Per quanto credo che col ciclo dei robot di Asimov e gli altri libri di Dick che devo ancora leggere la distanza concettuale sarà minore che tra il ciclo della fondazione e la svastica sul sole, credo che leggerò Dick più che altro come attento analizzatore della società presente, e visto che devo ancora leggere tutto Kerouac, lo farò con molto interesse.
 
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marcostraz
view post Posted on 17/9/2012, 20:26




L'ho finito di leggere pochi giorni fa...devo dire che l'ho trovato un pò, come dire, "pesante", forse perchè me lo immaginavo diverso...non pensavo che fosse così "intimo" e "filosofico"...mette i brividi pensare ad un Mondo ancora infestato dal morbo del nazismo...ma comunque la storia e la trama non siano certo il solo tema del libro...direi che diversi personaggi vaghino in cerca di un proprio "io" in un mondo che è crollato loro addosso (chi perchè ha visto la propria nazione perdere la guerra, chi perchè è stato costretto ad un gesto di violenza che non è suo), alla ricerca del senso della propria esistenza...
 
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view post Posted on 25/11/2012, 11:12
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Tifone apocalittico

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E' il primo Dick che leggo e l'idea del romanzo è talmente semplice che verrebbe da chiedersi: ma perchè non ci ha pensato nessuno prima? L'idea è quella di un mondo visto allo specchio, un mondo in cui la seconda guerra mondiale è stata vinta dall'Asse, relegando gli USA a semplice colonia divisa in due zone di appartenenza: la Est alla Germania, la Ovest al Giappone. Balza subito agli occhi la diversa considerazione che Dick ha relativamente alle due Nazioni: i tedeschi vengono visti come fanatici dell'efficienza e del progresso, tant'è che hanno iniziato l'esplorazione dello spazio e sono dotati di razzi per il trasporto passeggeri che coprono distanze oceaniche in pochi minuti; comandati dai gerarchi nazisti (mamma che brivido...) che hanno sterminato gli ebrei (gli ultimi rimasti hanno dovuto fare degli interventi chirurgici per tenersi nell'ombra) ma anche gli africani con una nuova "soluzione finale", governano col pugno di ferro e col fanatismo. I Giapponesi vengono descritti quasi come dei "sovrani illuminati", in cui la dominazione si intravede ma in maniera vaga, più arguta (incredibile immaginare gli americani che consultano l'I-ching per prendere decisioni o i taxi a pedale per le vie di San Francisco...).
La storia è così paradossale che Dick inventa un artificio tecnico in cui la vera storia è scritta in un libro che gira clandestinamente negli Stati dominati dai giapponesi (in quelli tedeschi è vietato).
In un libro di fantascienza non ti aspetti un tipo di scrittura così realistico, asciutto, senza passaggi onirici, quasi un documentario e questo l'ho apprezzato tanto.
E' un romanzo che si lascia leggere volentieri e che consiglio di leggere.
 
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view post Posted on 5/1/2013, 13:55
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Queen fan

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La svastica sul sole





E se il 15 febbraio del 1933 il tentato omicidio ai danni di Franklin D. Roosevelt fosse andato a buon fine, cosa sarebbe successo? Il Reich e il Giappone si sarebbero divisi l'intero globo, anzi l'intero sistema solare.


jpg





Valutazione 4/5



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È il primo libro di Dick, anche se ho visto molti film ispirati dai suoi romanzi. Devo dire che ho ricevuto un'impressione decisamente positiva. Certo se Dick non avesse precisato un finale così stupendamente ambiguo sarebbe stato molto meglio. Anch'io ho trovato un po' pesanti i monologhi interiori. Mi ha dato un po' fastidio anche la troppa spiritualità di questo romanzo. Per il resto:
Come cavolo gli sarà venuta in mente un'idea simile? È geniale! Un mondo speculare, grandioso!


Sono curiosa di sapere che ne pensate delle mie idee.
 
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marcostraz
view post Posted on 7/1/2013, 12:31




Si, effettivamente il fatto di aver spiegato il mistero lascia un pò l'amaro in bocca...penso sia inevitabile, perchè quando c'è un mistero si può volare con la fantasia di tutte le possibili interpretazioni, mentre dando una spiegazione tutto questo finisce...ho provato lo stesso "shock" quando lessi il romanzo di 2001 Odissea nello Spazio, che spiegava il mistero del monolite...
 
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view post Posted on 29/4/2016, 15:36
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"La fiducia dell'innocente è lo strumento più utile del bugiardo" (S. King)

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Commento di Biloxi:


Pur partendo da un'idea di base interessante che sostanzialmente inverte l'esito della Seconda Guerra mondiale non mi ha particolarmente esaltato, l'ho trovato discreto sia come scrittura che come sviluppo della trama.
Voto 7


 
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Ethelfleda Stark
view post Posted on 28/1/2017, 15:26




Ho terminato anche io ''The Man in the High Castle'' (da cui ho appena scoperto sia stata tratta una serie tv). Tengo a precisare che per una volta la traduzione (diciamo pure cambiamento) del titolo in italiano non mi è dispiaciuta.
Era il mio primo libro di Dick e la lettura non l'ho trovata per niente semplice. Nonostante l'interessante postfazione di Liberati,infatti, credo che diversi elementi e temi portanti della trama continuino a sfuggirmi. Diversi temi li ho infatti appurati dopo aver letto i commenti precedenti degli utenti, e questa è una parte che adoro di libridine :).
Dato che non mi sembra sia stato menzionato, fra i temi centrali aggiungerei anche il ''Non tutto è ciò che sembra''. Una parvenza ingannatrice,dubbi su cose che si ritenevano essere delle certezze sono elementi che ricorrono in tutto il libro: più concretamente nell'episodio delle pistole della guerra civile, in vicende più intime e astratte (penso ad esempio alla crisi d'identità di Tagomi) e ancora più evidentemente sulla non realtà\ realtà raccontata nel libro ''La Cavalletta''e la realtà\ non realtà vissuta dai protagonisti.

I personaggi sono interessanti e ben costruiti, ma a libro ultimato i loro percorsi mi sembrano essere iincompleti. Per alcuni personaggi (cito ad esempio Wegener) qualche attendibile supposizione sul suo futuro si può avanzare, ma per altri (ad esempio Frank Frink) trovo che il finale sia stao lasciato veramente troppo aperto. Insomma, su questo versante sono rimasta un po' delusa.
La lettura è piacevole, ma in generale il libro non mi ha entusiasmato particolarmente.
 
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view post Posted on 28/1/2017, 19:56
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Bomba d'acqua

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la serie Tv è su Amazon Video, quindi accessibile con il normale abbonamento Amazon Prime e, a voler fare i furbi, anche nel relativo periodo di prova gratuito di 30gg senza rinnovo obbligatorio.
 
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view post Posted on 5/1/2018, 09:42
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Tempesta tropicale

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É il primo libro di Dick che leggo e non mi ha lasciata indifferente.
Me lo aspettavo diverso, immaginavo ci fosse molto più spazio dedicato alla vita quotidiana.
Il libro invece dá molto spazio alla psicologia dei personaggi.
Molto interessante e ben riuscito il discorso relativo al valore dell’arte.
Credo che leggerò altro di questo autore.
 
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view post Posted on 6/12/2018, 22:40
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Tutto ciò che è tuo spetta a me di diritto, e mio dovrà essere.

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Dal lato oscuro della mia anima.

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Al momento, l'unico libro di Dick che sono riuscito a leggere senza perdermi troppo. Mi è piaciuto il modo in cui i personaggi cercano di trovare il loro Io in questo mondo sconvolto dalla diversità ucronica che li separa dal nostro mondo. Anche se la prima volta che l'ho letto, come Benji, mi aspettavo che parlasse di più di una vita quotidiana in un'America dominata dalla Svastica e dal Sol Levante e in più mi aspettavo almeno un personaggio che vivesse nella parte americana occupata dai nazisti. Ma comunque sia, questo romanzo non si è rivelato una delusione.
 
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15 replies since 15/9/2008, 09:45   1597 views
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