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Martin, George R.R. - Il gioco del trono , (Cronache del ghiaccio e del fuoco #1)

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taksya
view post Posted on 11/12/2012, 17:39 by: taksya
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Biting's excellent.
It's like kissing.
Only there's a winner.

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La prima volta che ho sentito parlare di Martin è stato nel 1999, all'uscita (in Italia) del primo volume (italianamente parlando) della serie. Si sapeva già che sarebbe stata una saga, non era ancora noto a quanti libri si sarebbe fermato (tre, forse di più...) ma il fatto che era una serie in corso, aveva stabilito il suo destino: attesa fino a conclusione.
Come gli appassionati della serie sanno, la fine è ancora lontana ma "Le cronache del ghiaccio e del fuoco" sono tornate con violenza in auge dall'uscita della serie tv (quasi) omonima... serie che, come capita sempre, non solo ha creato un nuovo giro di uscite cartacee, ma anche aumentato le schiere dei fan.
I fan generici non contano molto, quelli che sono anche tuoi amici e che ti tampinano di countinuo, chiedendodi se ti sei finalemente decisa a leggerlo, sono più fastidiosi e, complice un GdL a tema saghe, alla fine mi sono decisa a prenderlo in mano... con le conseguenze che erano ben prevedibili.
Ovviamente l'ho letto in inglese (perché è sempre meglio leggere le opere in lingua originale quando è possibile) e la cosa che crea qualche sfasamento nella discussione con i lettori della versione italiana, per via dei nomi e delle situazioni non sempre coordinate... ma non scenderemo troppo nei dettagli, quindi la differenza (che sia positiva o meno) non si avvertirà troppo.

Ma veniamo al libro.
Che mi sarebbe piaciuto era certo, considerando le persone che lo amavano e continuavano a suggerirmelo con insistenza era quasi scontata come cosa.
Che non era un fantasy fantasy era altrettanto certo, sempre per via degli amici di cui sopra... non sono una che teme gli spoiler e, praticamente, so già quello che accade fino all'ultimo volume pubblicato, che avrei trovato luoghi e temi familiari anche... ormai non si scrive più nulla di originale, tutto è già stato detto e tutto dipende da come viene (ri)scritto.
C'è magia e mistero (gli Altri... o Estranei in italiano, mettono in chiaro fin da subito con che tipo di magia avremo a che fare), ma non c'è la magia classica che richiede maghi o folletti o qualsiasi altro tipo di creature magiche.
Non c'è una lotta tra Bene e Male... entrambe le fazioni convivono (poco) amabilmente in ogni protagonista e, a seconda del punto di vista (POV), tutti sono buoni, cattivi, intelligenti, sgradevoli o brillanti. Ed è proprio il il continuo cambio del POV, cosa che lo ha reso fin da subito così adatto ad una trasposizione televisiva, il punto di forza della storia.
Non c'è un vero protagonista, a parte la Storia, quella con la S maiuscola, che viene raccontata da diverse voci, e da uno scittore che sa già perfettamente tutto quello che capiterà e che lascia al lettore il gusto di scoprire, a volte con i protagonisti, a volte attraverso loro, cosa è accaduto nel passato, cosa sta accadendo e cosa potrebbe accadere.
Ma la cosa fondamentale nella saga è l'estrema familiarità con il contesto.
Un mondo medievaleggiante che, come struttura e come colore ricorda qualsiasi saga medielvale, da Artù in giù. Abbiamo un regno che una volta erano sette che prima erano cento... il fatto che i primi capitoli sono nel Nord, quindi abbiamo freddo anche se continuano a dirti che è estate, mi ha richiamato più volte alla mente Darkover... la cosa ha creato ancora più familiarità.
In breve... molte cose erano perfette nella loro descrizione o nella storia che ti viene raccontata e solo ripensandoci ti rendo conto che no... non stai leggendo qualsoa di quella serie o di quelle ballate ma che, appunto perché le conosci e sono parte del tuo background, quello che Martin ti racconta ha senso e non necessita di essere spiegato.
Così come il destino dei personaggi... in questo primo volume si sapeva già dal primo o dal secondo incontro chi era destinato a lasciarci la pelle, chi sarebbe fino abbastanza male e cosa alcune decisioni avrebbero portato.
Il solo punto debole, ma anche no... dipende dal lettore, è l'enorme quantità di informazioni che ti vengono date.
Nomi, luoghi, storie, stendardi, soprannomi, legami familiari, colori di capelli e di occhi (e se non sei uno Stark capisci fin troppo presto che contano quasi quanto i matrimoni e i giuramenti di fedltà tra le varie famiglie)... troppi dati e troppe informazioni, che assimili ma non ricordi e che torneranno fuori quando meno te lo aspetti... e con Martin che ha la certezza che, chi lo ha seguito fino a quel punto, capirà a breve a cosa o a chi si sta riferendo.
Come qualcuno prima di lui, Martin ha creato un mondo per giocarci e, gentilmente, ha aperto le porte della sua creazione anche a noi lettori... ma con le sue regole e nessuna pietà per chi resta indietro o non gradisce.

Prima che lo chiediate... i miei personaggi preferiti sono gli Altri.
A me piace il freddo e... sì, lo sapete...



5/5 (9/10)
 
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