Rafael Sànchez Mazas, principale ideologo della Falange, il partito fascista spagnolo, venne fucilato a Collell insieme ad altri 48 prigionieri il 30 gennaio 1939, alla fine della guerra civile, dopo che a causa dello sfondamento del fronte sull'Ebro l'esercito repubblicano era in caotica ritirata verso il confine francese, e aveva perciò deciso di farla finita con alcuni importanti prigionieri legati ai nazionalisti. Ma Sànchez Mazas sopravvisse, fuggendo nel bosco e venendo poi graziato da un soldato repubblicano, che dopo averlo trovato, lo lasciò andare.
Questa libro, in cui la grande letteratura e i grandi temi si fondono con il quotidiano, parla della ricostruzione dell'avvenimento di Collel ad opera di un giornalista, Javier Cercas, il quale attraverso il dialogo con testimoni, studiosi, figli e parenti dei protagonisti della vicenda, e la ricerca in archivi e biblioteche (tale processo di ricerca è descritto nel libro ed è appassionante, oltreché istruttivo del come si faccia una ricerca storica), cerca di mettere insieme abbastanza materiale per scrivere un romanzo di "fatti reali": scrittore fallito che lavora in un giornale, aspira infatti a scrivere un romanzo di successo.
Il libro segue quindi la ricostruzione dei fatti operata da Cercas, inframezzandola con episodi di vita quotidiana, e con profonde riflessioni su che cosa sia un eroe, che cosa siano la guerra e la civiltà, su quello che di ciò ne pensavano i fascisti spagnoli, e su quello che invece ne pensano l'autore, i sopravvissuti repubblicani e forse anche noi contemporanei.
Alla fine Cercas riuscirà a trovare un soldato repubblicano che partecipò alla fucilazione di Collel del '39. Sarà lui l'eroe che ha tanto cercato per completare il suo romanzo? Che cosa gli dirà? Perché risparmiò Rafael Sànchez Mazas, uno dei principali responsabili della sofferenza e della carneficina a cui andò incontro il popolo spagnolo?
Edited by Klart - 29/4/2024, 14:04
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