Spring80 |
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| La F di Foer è stata molto impegnativa. Trattasi di un saggio in cui lo scrittore, partendo dallo spunto di sua nonna che in fin di vita, in fuga dai nazisti, rifiutò un pezzo di carne che avrebbe potuto salvarla perchè non kosher al motto di "se niente importa, non c'è niente da salvare" svolge un'indagine sul perchè mangiare carne. Foer che ho amato come romanziere mi convince poco come saggista, a voler dire la verità. D'altronde l'argomento è tra i più controversi e difficile da svolgere se ci vuole rimanere imparziali, cosa che un vegetariano convinto come lui stenta a fare; e tra le righe alla fine il messaggio che viene a galla è più o meno il seguente: ora che sapete come fate a rimanere uguali a prima? Lo trovo piuttosto presuntuoso, visto che la conoscenza in merito all'allevamento intensivo va di pari passo con le sensibilità personali e la matrice culturali. Ci sono realtà dove poco importa del benessere umano, figuriamoci di quello animale. Il suo errore a mio parere è di rivolgersi al mondo quando il suo messaggio è percepibile da un' elite socio culturale; e comunque è vincere abbastanza facile raccontando delle sevizie sugli animali da parte di personale sadico dei mattatoi. Che l'allevamento industriale sia una crudeltà da far vergognare l'essere umano per l'esasperato egocentrismo sono d'accordo; enumerare casi per sollevare l'opinione pubblica non lo trovo giusto. E' il concetto che non va, il sadismo andrebbe perseguito quale crimine, ma non per manipolare l'opinione pubblica a propri fini. Insomma, ho stilato una recensione contorta, spero di non aver esagerato.
Ho letto anche la G di Gogol con Memorie di un pazzo, già letto ma sempre bellissimo e ora passo alla H di Haruf, con l'ultimo della trilogia che mi manca: "Crepuscolo"
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