"Il mio tempo non è ancora venuto; alcuni nascono postumi"
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| terminata la lettura della commedia di Shakespeare: sogno di una notte di mezza estate..
dal momento che non sono un'esperta conoscitrice di Shakespeare (anzi, lo sto approcciando solo ora grazie al gdl qui del forum) sono andata a controllare se fosse una commedia perché la lettura non mi ha lasciato troppa spensieratezza... direi, invece, l'esatto contrario!
il tema principale, l'amore, è il filo rosso di tre mondi: quello delle fiabe e del mito (Titania e Oberon), quello reale (Lisandro, Ermia, Demetrio, Elena) e quello artistico (Piramo e Tisbe). Se non fosse per il lieto fine, direi che qui Shakespeare abbia voluto dipingere l'amore in tutta la sua vulnerabilità e capricciosità: Titania, regina delle fate, s'innamora, sotto incantesimo, di un uomo mediocre dalle fattezze asinine; gli umani si rincorrono e si lasciano, si amano e si odiano (anche qui colpevole la magia) in un girotondo di passioni e sentimenti; la rappresentazione tragica di Piramo e Tisbe è in mano ad artisti mediocri che riescono a rendere demenziale una tragedia. Tranne Teseo ed Oberon (e il suo fidato Puck), tutti gli altri personaggi si chiedono se hanno vissuto situazioni reali o abbiano sognato: tutta la commedia è intrisa di sogno e realtà e sembra quasi impossibile distinguere uno dall'altra.
In definitiva, questa lettura mi ha lasciato il dubbio che per Shakespeare l'amore sia solo un sentimento capriccioso (Elena: "l'alto Cupido lo dipingono cieco. Né la sua mente è capace di discernimento; con ali e senz'occhi, egli è l'impeto senza senno. E proprio un bimbo vien chiamato Amore, tanto spesso nella scelta s'inganna. Come pei fanciulli mentire è un gioco, così il fanciullo Amore è dovunque spergiuro") e che la realtà è tutto fuorché oggettiva e univoca (Puck:" se le nostre parvenze offesi vi hanno immaginate, e poco sarà il danno, che quanto vi compare qui davanti fu inganno, e che sognaste tutti quanti.").
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