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mercoledì diario letture 2014

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view post Posted on 16/8/2014, 12:37
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"Il mio tempo non è ancora venuto; alcuni nascono postumi"

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Terminata la lettura de "L'abbazia di Northanger".
Nonostante un'iniziale difficoltà a procedere nella lettura a causa dei fratelli Thorpe ( Isabella e John che, con il loro egocentrismo, la loro boria e la loro strafottenza, mi infastidivano parecchio), una volta eliminati dalla scena principale il libro mi ha divertito.
Ho apprezzato la crescita di Catherine che da ragazza ingenua, frivola e facilmente influenzabile (ma chi non lo è stata alla sua età - 17 anni-?!?) matura scoprendo, a sue spese, le ipocrisie della società in cui vive ma mantenendo ben saldi i suoi principi e ideali, quali l'onestà, la lealtà, la semplicità.
L'abbazia, luogo prediletto delle sue fantasie, diventa il terreno dove Catherine impara a tenere "i piedi per terra"...

Ringrazio tutti per i vostri interventi...

...quasi quasi provo a riprendere in mano anche i promessi sposi... ;)
 
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view post Posted on 21/8/2014, 12:37
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"Il mio tempo non è ancora venuto; alcuni nascono postumi"

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terminato le querce di Albion..
non sono un'esperta di fantasy, anzi è solo il secondo libro del genere che leggo, ma lo definirei piacevole.. una lettura non impegnativa dove - e forse qui mi ha un po' deluso- i personaggi sono caratterizzati più dalle vicende che dalla propria personalità... ma la storia non è male e il finale mi ha sorpreso.. lo paragonerei a quei film che ti vedi nel dopo-influenza mentre sei ancora convalescente sul divano: non vuoi nulla di troppo serio o cervellotico, ti basta una storia un po' intrigante che ti faccia compagnia per qualche ora..
ora proseguo con il secondo: la signora di Avalon
 
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Lilli.
view post Posted on 21/8/2014, 20:18




CITAZIONE (mercoledí @ 16/8/2014, 13:37) 
Terminata la lettura de "L'abbazia di Northanger".
Nonostante un'iniziale difficoltà a procedere nella lettura a causa dei fratelli Thorpe ( Isabella e John che, con il loro egocentrismo, la loro boria e la loro strafottenza, mi infastidivano parecchio), una volta eliminati dalla scena principale il libro mi ha divertito.
Ho apprezzato la crescita di Catherine che da ragazza ingenua, frivola e facilmente influenzabile (ma chi non lo è stata alla sua età - 17 anni-?!?) matura scoprendo, a sue spese, le ipocrisie della società in cui vive ma mantenendo ben saldi i suoi principi e ideali, quali l'onestà, la lealtà, la semplicità.
L'abbazia, luogo prediletto delle sue fantasie, diventa il terreno dove Catherine impara a tenere "i piedi per terra"...

Mi fa piacere che la tua opinione sia migliorata nel corso della lettura. ^_^ Come hai trovato Henry Tilney? A me aveva suscitato grandissima simpatia con la sua insolita capacità (insolita al giorno d'oggi, figuriamoci per quei tempi) di affrontare argomenti femminili senza vergogna e con perfetta cognizione di causa.
 
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view post Posted on 22/8/2014, 13:00
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"Il mio tempo non è ancora venuto; alcuni nascono postumi"

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Ciao Lilli..
Henry Tilney è, probabilmente, l'unica figura maschile ad "uscire" a testa alta da questo romanzo brillante, maturo, sicuro di sé, rassicurante, parla di mussola o di politica con la stessa disinvoltura e competenza, si oppone al padre con determinazione se ritiene le sue decisioni ingiuste ed utilizza l'ironia in maniera sublime (oserei quasi definirlo L'uomo ideale - perlomeno il mio :wub: e per questo irreale!! :cry: ) .
Inoltre, mi ha lasciato da riflettere le sue parole rivolte a Catherine:
"Invece adesso le piacciono i giacinti. [...] chi può dire che una volta sorto questo sentimento, non possa arrivare anche ad amare le rose?
[...] In ogni caso, sono contento che lei abbia imparato ad amare i giacinti. L'abitudine ad imparare ad amare è una bella cosa..."

IMPARARE AD AMARE...
Alle volte, soprattutto quando la forza del sentimento è prorompente, si è portati a pensare all'amore come qualcosa d'innato, naturale, ineluttabile... ma io sono d'accordo con Henry: bisogna imparare ad amare... l'amore è qualcosa di diverso (e oltre) la passione, il trasporto amoroso cieco e incontenibile.

Ho cercato informazioni anche riguardo il linguaggio dei fiori, ma non sono riuscita a capire se la Austen scegliendo proprio i giacinti e le rose intendesse far dire a Henry anche qualcos'altro che mi è sfuggito...
 
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Lilli.
view post Posted on 22/8/2014, 18:38




Sono d'accordo: anche secondo me è veramente un bel personaggio. Tra l'altro l'ho trovato il più "normale" tra gli eroi austeniani: normale nel senso che non dà l'idea del principe azzurro ideale come Darcy o il Capitano Wentworth (che mi piacciono molto, sia chiaro!): Henry è più un ragazzo semplice, non eccessivamente attraente, non un eroe da favola, ma un tipo concreto, affidabile, simpatico, un buon conversatore, e una persona di grande intelligente.


CITAZIONE (mercoledí @ 22/8/2014, 14:00) 
io sono d'accordo con Henry: bisogna imparare ad amare... l'amore è qualcosa di diverso (e oltre) la passione, il trasporto amoroso cieco e incontenibile.

Verissimo! Peccato che al giorno d'oggi si tenda a esaltare principalmente quel lato dell'amore a scapito dell'altra componente che non è certo meno importante, anzi!

Sul linguaggio dei fiori non saprei, non me ne intendo, ma considerato che la Austen, soprattutto in certi ambiti era alquanto colta e non lasciava niente al caso, c'è da scommettere che avesse anche qualcos'altro in mente.
 
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view post Posted on 29/8/2014, 21:17
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Terminata la lettura de "la signora di Avalon"..

Non so... carina la trama...forse si dilunga un po' troppo sulla tradizione druidica e della dea...

Il destino di tutti i personaggi principali è tragico: ce ne fosse uno che trova un minimo di serenità durante la propria esistenza... ogni vita sembra trovare senso solo se concepita come mezzo per giungere ad altro o altri.. Bah, questa concezione mi lascia alquanto perplessa...

mi prendo una piccola pausa dalla saga di Avalon..

ora mi dedico a "L'uomo duplicato" e a "senza nome"
 
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view post Posted on 29/8/2014, 23:58
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Frinfrunfràn

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L'uomo duplicato mi era piaciuto moltissimo (come del resto tutto quello che ho letto di Saramago).
 
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view post Posted on 30/8/2014, 08:43
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la Prof ♥

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Senza nome mi sta piacendo moltissimo, spero lo apprezzerai anche tu!
 
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view post Posted on 11/9/2014, 21:10
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terminata la lettura di "senza nome"..

mi ha entusiasmato: è avvincente, i personaggi sono pennellati ad arte , la storia è intrigante, il finale è splendido...

la finzione è la padrona di casa, la convenzione la sua spietata coinquilina , l'insincerità è l'aria che si respira: eppure il lettore trova tra le pagine il coraggio, la forza, la determinazione...

Anche attraverso l'arredamento, il paesaggio e l'abbigliamento, Collins racconta i personaggi e il loro stato d'animo..

pur essendo un classico, ho trovato i suoi personaggi di un'attualità disarmante

senza contare i numerosi spunti di riflessione ai quali apre la porta: la vendetta e il perdono, la remissione e l'ostinazione, la finzione e la lealtà, il libro arbitrio e il fatalismo...

non conoscevo Collins e questo è il primo libro che leggo: ma se son tutti così, mi metterò a leggere anche la sua lista della spesa :wub:
 
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view post Posted on 23/9/2014, 17:24
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in questo periodo sto procedendo moooolto a rilento con le letture...

Saramago all'inizio mi ha ammaliato ma ora mi perdo in tutti quei pensieri e devo rileggere più volte la pagina perché mi perdo... mi mancano un'ottantina di pagine da un paio di giorni ormai

lo alterno alle allegre comari di Windsor, chissà....
 
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view post Posted on 24/9/2014, 15:09
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terminato "l'uomo duplicato"...

come ho già detto, inizialmente Saramago mi ha ammaliato con il suo stile: il narratore onnisciente chiacchiera con il lettore per mettere in rilievo le cose importanti o per occupare "i tempi morti" della narrazione con le sue personali riflessioni... altra particolarità è il senso comune che dialoga come fosse un personaggio con il protagonista.
Mi piace anche la ricercatezza delle parole di Saramago...
Ho trovato invece pesante la costruzione dei periodi: sono veramente (veramente!) lunghi e con una punteggiatura "tutta loro"( il discorso diretto si nasconde nella narrazione che a sua volta gioca a nascondino con le riflessioni).
Degne di nota le figure femminili: la madre del protagonista (una Cassandra moderna come definita nel libro), la fidanzata del protagonista (l'unica a scoprire l'inganno) e la moglie dell'alter ego, che sceglie di stringersi stretta all'apparenza della normalità.
 
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view post Posted on 26/9/2014, 16:51
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terminato "le allegre comari di Windsor"
è stata una lettura piacevole e divertente..
se è vero, come vuole "la leggenda", che Shakespeare ha scritto questa commedia in quindici giorni...

...mi inchino e mi tolgo il cappello!!
 
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view post Posted on 5/10/2014, 13:41
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ho terminato la lettura de "L'indovina di Istanbul"

l'autore dipinge con maestria Istanbul: le atmosfere, i colori, i profumi... tutto ciò è descritto in maniera affascinante e sembra di essere catapultati ne "le mille e una notte".
Mi è sorta davvero la curiosità di visitare questa città..
Purtroppo, oltre a questa bella atmosfera quasi fiabesca, il resto mi ha molto delusa: la storia sembra rimanere sempre in superficie, il finale più che aperto da l'impressione di essere stato lasciato in sospeso (volutamente??) e fin dalle prime pagine la protagonista ha suscitato in me un senso di tristezza e solitudine.

con tutto rispetto, mi è sembrato un libro senza mordente
 
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view post Posted on 6/10/2014, 19:50
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terminato Macbeth...

Shakespeare è poesia e genialità...
 
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view post Posted on 15/10/2014, 17:14
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ieri, girovagando in biblioteca, ho scorto "La follia dei Monkton" di Wilkie Collins..
fino a pochi mesi fa il nome Collins non mi avrebbe detto niente... ora per me è più ammaliante del canto delle sirene...
dico la verità.. mi sono lasciata sedurre senza opporre resistenza nonostante avessi già altri libri che mi aspettavano a casa (omicidi infinitesimali, i promessi sposi - eh già ancora loro -)...la sera stessa ero con il libro aperto in mano..e Wilkie non mi ha deluso nemmeno questa volta...
La follia dei Monkton è un romanzo breve (circa un centinaio di pagine) ma fin dalle prime pagine riesce ad incuriosire ed avvincere.
una maledizione e una dubbia mente folle sono gli ingredienti di una ricetta appetitosa che lascia al palato il sapore di un finale libero di interpretazioni da parte del lettore (credo che questa mia metafora culinaria sia dovuta all'ora e alla fame che comincia a farsi sentire - scusate! :P )
Ada Elmslie mi ha colpito molto: è di una tenerezza e genuinità disarmante...
 
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