Ciao Lilli..
Henry Tilney è, probabilmente, l'unica figura maschile ad "uscire" a testa alta da questo romanzo brillante, maturo, sicuro di sé, rassicurante, parla di mussola o di politica con la stessa disinvoltura e competenza, si oppone al padre con determinazione se ritiene le sue decisioni ingiuste ed utilizza l'ironia in maniera sublime (oserei quasi definirlo L'uomo ideale - perlomeno il mio
e per questo irreale!!
) .
Inoltre, mi ha lasciato da riflettere le sue parole rivolte a Catherine:
"Invece adesso le piacciono i giacinti. [...] chi può dire che una volta sorto questo sentimento, non possa arrivare anche ad amare le rose?
[...] In ogni caso, sono contento che lei abbia imparato ad amare i giacinti. L'abitudine ad imparare ad amare è una bella cosa..."
IMPARARE AD AMARE...
Alle volte, soprattutto quando la forza del sentimento è prorompente, si è portati a pensare all'amore come qualcosa d'innato, naturale, ineluttabile... ma io sono d'accordo con Henry: bisogna imparare ad amare... l'amore è qualcosa di diverso (e oltre) la passione, il trasporto amoroso cieco e incontenibile.
Ho cercato informazioni anche riguardo il linguaggio dei fiori, ma non sono riuscita a capire se la Austen scegliendo proprio i giacinti e le rose intendesse far dire a Henry anche qualcos'altro che mi è sfuggito...