Tutto ciò che è tuo spetta a me di diritto, e mio dovrà essere.
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| Il Padrino (Mario Puzo) Premetto che il film non l'ho mai visto. Anzi, a dire la verità non l'ho mai voluto vedere, poiché la tematica "Mafia" mi mette sempre molta agitazione. Non tanto per l'argomento spinoso, ma perché caratteristica comune dei capomafiosi in questi film/serie è di essere all'apparenza gentili e onorevoli e ti lasciano andare, mentre nel frattempo stanno preparando la pistola. In pratica, l'aria è sempre pesante in questi contesti. Stesso discorso per Gomorra. Comunque sia, ho voluto comunque affrontare questo timore e leggere il libro che ha prodotto questo cult, sebbene non saprò quali saranno le grandi differenze tra i due. Il romanzo, comunque, può essere visto come una visione sul modo di fare siciliano trasferito in terra americana, raccontando le vicende della Famiglia Corleone e della figura del capomafia Don Vincenzo Corleone, all'apparenza uno dei più capaci importatori di olio d'oliva italiano, in realtà gestisce un fiorente impero criminale. La cosa che mi colpisce è che quando si descrive questo personaggio, all'apparenza gentile, "giusto" e astuto, quasi si finisce per fare il tifo per lui, apprendere il suo punto di vista contro l'ingiustizia della società, specialmente nei confronti degli immigrati italiani. Poi però arriva la spirale di violenza che sconvolgerà l'intera trama del libro e tu dovrai decidere se l'ottica del Padrino possa ancora risultare accettabile o prenderne le distanze. Anche perché, come ci suggerisce la fine stessa del romanzo, uscire da questa spirale è quasi impossibile, soprattutto se inizi a prenderci gusto e a ritenerla "giusta".
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