This is the diary of Mave! - 2023 edition

Ho finito "Il mondo finisce all'orizzonte" di Luigi Calisi e devo dire che mi è piaciuto un sacco.
La prima parte è un buon giallo avventuroso, poi un colpo di scena cambia tutto, il ritmo sale e il romanzo diventa ottimo.
Nei ringraziamenti l'autore racconta che ha scritto questo romanzo 10 anni fa e che lo hanno rifiutato tutte le case editrici (a parte l'ultima evidentemente): ma, io dico, con tutte le schifezze che pubblicano, questo romanzo bello e originale l'hanno rifiutato? mah!

"La luce delle stelle morte" di M. Recalcati è un saggio di psicologia su lutto e nostaglia, abbastanza interessante ma in definitiva niente di eccezionale. In particolare sono d'accordo con l'autore che il lutto non può mai essere del tutto superato (come invece sostiene Freud) e lascia sempre delle scorie anche quando l'elaborazione del lutto è conclusa. Inoltre questo saggio mi ha ricordato che filosofi e psicologi (dalla mia memoria di studi liceali) tendono a ripetere lo stesso concetto mille volte in modo diverso.

"Il lungo inverno" di Rampini è un'analisi-compendio di tutte le situazioni che stiamo vivendo tra politica ed economia, dalla globalizzazione con l'avanzata della Cina passando dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina fino ai problemi energetici e all'attuale inflazione. Rampini si rivela sempre interessante e sul pezzo anche se su nucleare e sabotaggio del Nord Stream 1 non sono per niente d'accordo con lui

completata la lettura di "E giustizia per tutti" 4° libro della serie "Cose spiegate bene" del giornale online Il Post, che come da titolo questa volta tratta la giustizia in Italia. Mi sono chiarito molte cose che prima erano confuse (p.es. l'iter giudiziaro preciso o come funziona la giuria popolare) e ne ho scoperte altre di cui proprio non avevo idea (p.es. la giustizia minorile), insomma una lettura che proprio ci voleva.

"La sorellanza" della Dalcher è la storia di una donna con sua figlia che, in un mondo apocalittico causa crollo finanziario mondiale, cerca ospitalità in una comunità-setta di femministe misandre fondata da sua madre. L'idea non è originale come i precedenti romanzi (di sette nella realtà infatti ce ne sono a bizzeffe) ma comunque non è male.

Dal titolo e dalla copertina pensavo che questo libro fosse una commediola con protagonista un bambino, invece è del tutto diverso. Si tratta, infatti, di un romanzo di formazione che racconta lo sviluppo del protagonista, Alex Woods appunto, dai 10 anni (quando viene colpito in testa da un piccolo meteorite) ai 18 anni. Il romanzo, che scritto in prima persona (cosa che a me piace sempre un sacco) dal punto di vista di Alex assume un tono leggero, naif e ironico, si occupa di argomenti molto importanti e attuali, dalla amicizia al bullismo e all'uso di droghe leggere fino ad arrivare a quello su cui si incentra la storia e cioè il fine vita, l'eutanasia e il diritto ad una morte dignitosa (argomenti, questi ultimi, che i nostri parlamentari non sono intenzionati neanche a sfiorare figurarsi legiferare a riguardo). Una vera sorpresa, molto bene.

Ho concluso la lettura di "Belgravia" di Julian Fellowes, romanzo storico che ho scelto di leggere perchè l'autore è lo sceneggiatore di "Downton Abbey" che è una delle mie serie preferite. Stavolta la storia è ambientata nella Londra del 1841, e protagoniste sono due famiglie, una ricca e una nobile e ricca, e un segreto che le lega. La lettura è stata piacevole e la trama ha i suoi colpi di scena ma non è troppo complessa. Molto bene

Continua la mia lettura delle opere di Dumas con il "Il signore dei lupi", romanzo fantastico che tratta le (dis)avventure di un artigiano povero e invidioso che fa un patto col diavolo per cercare di migliorare la sua posizione sociale. Carino e con una morale che vi lascio scoprire.

Poi ho anche letto anche "La pace è finita" di Lucio Caracciolo (direttore di Limes, la rivista di geopolitica), libro che mi è piaciuto veramente poco perchè, se l'argomento geopolitico poteva essere interessante, è stato trattato con terminologia difficile quasi astrusa. L'ho finito solo perchè è abbastanza breve. Male.


se ti può interessare e riesci a trovarla ne hanno fatto anche una serie tv (1 sola stagione di 6 episodi)

Edited by Maverick_81 - 28/2/2023, 17:56

"La bella storia di Silas Marner" di George Eliot è una storia di gente comune nella campagna inglese dell'Ottocento, carino con aspetti moralistici.

Kevin Garnett è stato uno dei miei cestisti NBA preferiti e avrei tanto voluto vederlo nei "miei" 76ers insieme ad Iverson. "Senza filtro" è la sua autobiografia, strutturata in modo originale in 26 capitoli, uno per lettera dell'alfabeto, in ciascuno dei quali racconta la sua vita seguendo le parole e i nomi che gli ispira ciascuna lettera (infatti il titolo originale è "A to Z"). Kevin è nato in South Carolina in una famiglia povera senza padre, ha dovuto lottare con deficit d'attenzione, iperattività e dislessia, è finito nei guai per una rissa ed è stato spedito in una liceo di Chicago, per poi andare subito in NBA senza passare dal college (cosa che han fatto solo pochissimi giocatori nella storia della Lega) e diventare in breve tempo uno dei migliori, distinguendosi per il gioco intenso, grintoso, aggressivo e carismatico e arrivando a vincere l'MVP (titolo di miglior giocatore dell'anno) nel 2004 e finalmente il tanto agognato campionato nel 2008. Devo ammettere che si è rivelata una persona molto più equilibrata di quanto mi aspettassi dato il tipo di giocatore che era, con idee modernissime per esempio riguardo droghe leggere e omosessualità. Inoltre ha una grande positività tant'è che in tutto il libro c'è solo una leggera critica, a Kobe Bryant per non avergli risposto al telefono quando poteva andare ai Lakers. La cosa che mi ha fatto più ridere invece è stato il film preferito: Serendipity!!! Ma come??? è come se Candy Candy avesse come film preferito Alien! Insomma una bella autobiografia che non potevo proprio perdere!

e non dimenticherò mai, quando, appena vinto il campionato, intervistato nel mezzo della festa disse ai suoi detrattori che gli davano del perdente: "What are you gonna say now?"