| Aggiorno ora con le ultime letture di gennaio, dato che dubito sarò in grado di leggere un altro libro intero nei prossimi due giorni! 😉
Il terzo romanzo di gennaio è stato L'abbazia di Northanger: è il primo libro di Jane Austen che leggo interamente in inglese e devo dire che l'originale è tutta un'altra cosa rispetto alle traduzioni italiane! Tanti piccoli dettagli si perdono nelle versioni tradotte, al punto che ho quasi voglia di leggere e rileggere altri libri della Austen in lingua originale. Il romanzo di per sé mi è piaciuto molto e i personaggi sono descritti con così tanta accuratezza che è facile identificarsi con le loro esperienze ed emozioni, anche se, ovviamente, con standard diversi rispetto a quelli ottocenteschi. Sono anche felice di aver letto il mio primo classico dell'anno, riducendo un poco la lista di libri must-read che non ho ancora avuto modo di sfogliare. Non sono nessuno per dare un voto a questo pilastro della letteratura inglese, ma, dato che mi sono ripromessa di esprimere una valutazione per ogni libro che leggo, gli darei 3.5 stelle su 5. Non è il mio preferito della Austen, ma riconosco che è comunque un capolavoro!
Mi è poi capitato di dover leggere un libro di un autore dell'Europa dell'Est per l'OSA e ho optato per il quinto romanzo della serie di gialli di Camilla Läckberg, Il bambino segreto. Devo dire che mi aspettavo qualcosa di più: la suspense tipica dei libri della Läckberg è, secondo me, troppo forzata in questo caso e le ellissi continue mi hanno stancata velocemente. Apprezzo comunque il fatto che l'autrice abbia deciso di affrontare temi più profondi del solito, parlando di nazismo in Svezia, campi di concentramento e altre vicende legate alla Seconda Guerra Mondiale. Purtroppo, ero riuscita a indovinare chi fosse il colpevole a circa tre quarti del libro (un miracolo, considerando che, di solito, lo capisco soltanto alla fine) e solo una rivelazione specifica è stata una sorpresa, il che ha reso il finale del thriller un po' anticlimatico. Nonostante questo, ho gradito particolarmente la crescita personale di alcuni personaggi e non vedo l'ora di ritrovarli nel prossimo volume. La mia valutazione è di 3 stelle su 5!
Per variare un tantino ho poi letto Autobiografia del rosso, un romanzo in versi di una delle mie poetesse preferite in assoluto, Anne Carson. Avevo già letto la sua traduzione di alcune tragedie di Euripide e sono completamente innamorata del suo modo di scrivere. L'opera in questione è una rielaborazione del mito di Gerione, con una breve presentazione della figura di Stesicoro, sempre caratterizzata dal modo particolarissimo di narrare dell'autrice. È un romanzo di appena centocinquanta pagine, ma mi ci sono voluti comunque tre giorni per leggerlo, dato che continuavo a ritornare ai miei passaggi preferiti e a riempire il libro di sottolineature. Lo stile di Anne Carson è molto peculiare, quindi immagino possa anche non piacere, ma consiglio la lettura di questo romanzo a chiunque si interessi di poesia e di mitologia greca. Personalmente, gli darei 4.5 stelle su 5: non posso dire che sia la mia opera preferita della Carson in assoluto, ma la colloco sicuramente tra le migliori.
L'ultimo romanzo di questo mese è stato Il colore viola, il capolavoro di Alice Walker. Sapevo fosse considerato come uno dei pilastri della letteratura afroamericana e avevo voglia di leggerlo da parecchio tempo, ma per un motivo o per l'altro ho sempre rimandato. Sono felicissima di averlo finalmente letto: il modo di narrare della Walker mi ha presa fin da subito e ho adorato la struttura epistolare, del quale solitamente non sono una grandissima fan, ma che in questo caso ho apprezzato moltissimo. L'ho divorato in un paio di giorni e ho dovuto comunque prendermi delle pause durante le parti più pesanti e traumatiche: il modo assolutamente innocente con cui la protagonista descrive alcuni dei momenti più brutti della sua vita mi ha più volte spezzato il cuore. Ho amato moltissimo anche la maniera in cui è stata rappresentata una relazione tra due donne agli inizi del 1900, dato che non sempre gli autori riescono ad affrontare il tema dell'omosessualità con così tanta semplicità e tenerezza. Do al libro 5 stelle piene su 5 e ho intenzione di leggere più opere di autori afroamericani del secolo scorso, dato che si tratta di un campo letterario piuttosto inesplorato per me.
Chissà che letture porterà febbraio! 🥰
EDIT: Cambiato idea su un giudizio!
Edited by pasiphae - 20/5/2020, 12:15
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