| Nessuna novità particolare nella classifica, solo qualche spostamento di posizione.
1 - La solitudine dei numeri primi - GIORDANO 2 - Mangia prega ama - GILBERT 3 - Accabadora - MURGIA 4 - L'intermittenza - CAMILLERI 5 - Le valchirie - COELHO 6 - Acciaio - AVALLONE 7 - I segreti del Vaticano - AUGIAS 8 - Canale Mussolini - PENNACCHI 9 - La psichiatra - DORN 10 - I love mini shopping - KINSELLA
Il commento da La Stampa:
"Nessun cambiamento tra i 10 più venduti, sempre guidati da Giordano, con minime variazioni di punteggio e conseguenti scambi di posizione. Il primo nuovo ingresso della settimana è 11° in classifica generale, 6° nella narrativa italiana, il romanzo di Diego De Silva sequel di Non avevo capito niente, ancora con protagonista l'avvocato Vincenzo Malinconico, che si ritrova suo malgrado «difensore d'ufficio» di un ingegnere informatico artefice del sequestro di un boss camorrista, da lui considerato responsabile della «morte accidentale» del figlio: il tutto in un supermercato, ripreso dalla tv a circuito interno, per farne «un processo in diretta». Ma più di questo intreccio contano e divertono le digressioni esistenziali del nostro Malinconico di nome e di fatto, i suoi pasticci sentimentali e familiari, con la ex suocera che si attacca alla bottiglia di Jack Daniel's (e ne ha motivo, purtroppo) e l'amata che «cerbiatta» e «fuseggia», mentre lui si ingarbuglia, annaspa, filosofeggia. Un avvocato opposto al modello «mastino» Ghedini - Bongiorno, ben diverso anche dall'intraprendente Guerrieri di Carofiglio: qui c'è una indolente rassegnazione napoletana, la saggezza imperturbabile del lasciar fare senza muovere un dito, la zattera della «capitolazione precoce». Commedia in cui il comico protegge dal tragico, monologo interiore in cui il cazzeggio è il risvolto di un «cazzuto pragmatismo» e insieme reality di «questi tempi disinvolti che hanno largamente sdoganato l'ignoranza». Un avvocato a modo suo leopardiano, nipotino di Giacomo che proprio a Napoli andò a spegnersi, consolato dai gelati di Ranieri, come racconta Citati in una fitta biografia, 4° in saggistica, un racconto al galoppo, con l'autore che, come al solito, alla Flaubert, si cala nel suo personaggio e lo fagocita. «Gobbo, impotente, quasi cieco, torturato da una depressione psicotica» eppure vitalissimo. Un malinconico maestro nell'«arte di sopportare», perché al destino non c'è rimedio e a poco serve blaterare di futuro. Come oggi va di moda, a destra e a manca. Meglio bere con la suocera."
Edited by Hit_Man - 5/10/2010, 00:02
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