Trama:Difficile chiudere gli occhi, quando l'affascinante signora appena incontrata finisce a terra con un buco in fronte. Impossibile poi se ti chiami Lew Griffin, sei alla ricerca di un senso nella tua vita e in città sta scoppiando il finimondo. Siamo nel 1964. Anche nella città di New Orleans, dove Griffin sbarca il lunario come può, la violenza politica esplode. Sotto forma di un inafferrabile cecchino, un tiratore scelto che ha imparato a tenere il grilletto nell'esercito e non ha voluto (o potuto) smettere. Il killer si apposta sui tetti di edifici abbandonati e fa fuoco su passanti occasionali, ma anche su bersagli che paiono scelti con cura. Da quel momento il cecchino diventerà l'ossessione di Griffin.
Recensione:Terzo capitolo della saga “entomologica” di Lew Griffin, iniziata con “La mosca dalle gambe lunghe” (da me letto), proseguita con “La falena” (mi manca) e ivi terminata. Nel solco dei grandi “cantori” della situazione politica post-kennedyana, quali Ellroy, Himes e Mosley, e all’alba dei grandi movimenti per i diritti civili della popolazione afro-americana, che sfociarono nella “marcia di un milione di uomini” e nei grandi “bagliori” di Malcolm X e Martin Luther King, James Sallis racconta uno stralcio di vita americana dalla parte dei negri.
Ritroviamo infatti, tramite l’inchiesta su un misterioso cecchino che semina panico e morte nella New Orléans dei summenzionati movimenti, uno sfondo molto ben affrescato di miseria e squallore ma anche di rivalsa e comunità di intenti in un clima di solidarietà che un bianco può solo invidiare.
L’autore ha mano felice nelle sue descrizioni e le riflessioni che talvolta inserisce sono profonde ed emozionanti.
Uno scrittore che vale la pena “frequentare”, volendo farsi un’idea di cosa è stato il periodo pre-bellico (inteso come Vietnam) per la popolazione afro-americana: il fortissimo tentativo di un’epifania di diritti riconosciuti e di un posto dignitoso tra i propri simili.
Voto: 8/10
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Edited by ~ Niniel ~ - 18/12/2016, 19:28