Trama:Dalle guglie di Oxford alle autostrade di Los Angeles. Gli indizi parlano chiaro: esiste un legame tra il lavoro di una giovane e affermata scienziata, nella blasonata cittadina inglese e gli efferati crimini di un serial killer californiano. Un legame che varie persone - investigatori americani, politici inglesi, colleghi e amici della dottoressa Tessa Lambert - vorrebbero decifrare. Potrebbe avere a che fare con il rivoluzionario programma di intelligenza artificiale cui la scienziata stava lavorando, prima dell'imprevista intrusione di un hacker?
Recensione:Un gradino inferiore (molto piccolo però) a mio parere, a "L'uomo che credeva di essere se stesso" e "Superstizione", recentemente letti dello stesso scrittore.
Qui le complicate e sempre avvincenti sperequazioni dell'autore si concentrano sul mondo della tecnologia cibernetica, con la non nuova trovata
del computer senziente, anche se essendo un libro del 1995, questa è più originale di quanto si possa pensare
.
Lo sviluppo, inizialmente un po' faticoso, prende un buon ritmo dopo un centinaio di pagine, e le trovate di quello che pareva un genere abbastanza ben definito, riescono a stravolgere il medesimo, virando fino a far arrivare vertiginosamente a una conclusione davvero inattesa, ancorché inquietante.
Fuori discussione la maestria di Ambrose nel volerci rendere accessibili complicati teoremi scientifici, che impasta e condisce con momenti thriller, spionistici ed action, per scodellarci un'opera di fumante fascinazione, ma soprattutto si esalta nello spolverizzare copiosamente un'angoscia di fondo, che si palesa progressivamente fino al summenzionato finale, decisamente poco tranquillizzante.
Una caratteristica dell'autore, probabilmente, quella del finale non consolatorio...
Voto 7/10
